mercoledì 10 novembre 2021

Artificiale costoso vs artificiale economico: chi vince?

 Nelle classiche discussioni da bar dei pescatori a spinning moderni spesso nasce la questione sulla validità delle esche più costose, soprattutto confrontandole con gli artificiali che costano poco, talvolta anche meno della metà del più blasonato artificiale a cui si ispirano. Ed il dibattito si accende quando entra in campo la considerazione economica: "perché spendere venti quando, spendendo dieci, ottengo il medesimo risultato!?". Ma il risultato è davvero il medesimo? Il detto "chi più spende meno spende" non è più valido? E giù con racconti di prove provate, di esperienze esperienziali, di sentito dire e di detti sentiti che tirano l'acqua al mulino di una tesi o dall'altra.

Ebbene, anche io ho le mie idee in proposito e mi piace ora condividerle con voi in questo post pensato in una settimana, anzi dieci giorni trascorsi con zero pesca.

Artificiali fantastici costano fantastiche somme
Per affrontare il discorso in modo serio e completo innanzitutto è opportuno analizzare quali sono le quattro caratteristiche fondamentali di un artificiale, ovvero: l'estetica, l'assemblaggio, il nuoto e la durevolezza. Parlando dalla prima caratteristica, cioè l'estetica, è quella che contribuisce maggiormente ad attirare lo sguardo del pescatore ed è la prima informazione del come un artificiale è stato costruito. I colori, le forme, le rifiniture ci possono dire subito se il prodotto è stato progettato e realizzato con metodologie al risparmio o, al contrario, non si è badato a spese.

L'altra caratteristica distintiva è l'assemblaggio delle componenti dell'esca, inteso nel senso delle modalità costruttive e dei materiali utilizzati. Questa è una caratteristica che non sempre è definibile a prima vista. Infatti se ci si può accorgere facilmente della qualità di alcune delle componenti, vedi ad esempio l'ancorotto, non si può dire lo stesso dell'armatura, della qualità della plastica nelle esche rigide, della gomma nelle morbide, ne della robustezza delle componenti che formano il complesso dell'artificiale.

Si passa poi alla caratteristica fondamentale per il pescatore, vale a dire il nuoto, una qualità che è impossibile determinare di primo acchito. Certo, con internet alla mano è facile vedere il movimento in acqua di un artificiale consultando i video pubblicati dalle varie marche, ma solo un diretto utilizzo in pesca vi dirà come effettivamente lavora nell'acqua una determinata esca artificiale.

Come ultima, ma non per ultima, un altra caratteristica fondamentale di un artificiale è la sua durevolezza, intesa proprio come capacità di resistere al tempo ed agli usi. E su questa caratteristica solo l'esperienza di utilizzo diretta (o indiretta, ma solo di pescatori fidati) dirà effettivamente la verità.

Gli manca solo la parola
Da quanto detto sopra si capisce immediatamente che un ottimo artificiale sarà quello che possiede il migliore quartetto di caratteristiche sopra descritte, cioè che sia bello come il sole, assemblato meglio di un orologio svizzero, nuoti da Dio ed abbia una resistenza infinita. Mentre, al contrario, un pessimo artificiale sarà quello che esteticamente farà schifo, sarà stato fatto con materiali scarsi, nuoterà male e durerà da Natale a Santo Stefano. Con nel mezzo tutte le sfumature possibili fatte dalle combinazioni delle quattro caratteristiche suddette.

Eccoci arrivati al punto: un artificiale costoso avrà queste quattro caratteristiche di massimo livello? La risposta non è valida in assoluto (aimè ci possono essere delle eccezioni), ma in linea di principio un artificiale blasonato ha una cura nella progettazione e nella fabbricazione che punta a soddisfare tutte le caratteristiche suddette. Quindi sarà curato esteticamente, i materiali di assemblaggio saranno di qualità, il nuoto sarà stato studiato grazie all'esperienza dei "pro" che il marchio ha sotto contratto ed i materiali garantiranno una durata assolutamente rispettabile.

Pertanto, se finissimo qui il discorso, d'acchito potremmo affermare che un artificiale di marca da maggiori garanzie al pescatore. Soprattutto nelle situazioni difficili, come ad esempio quando ci troviamo ad affrontare un pesce apatico, difficile da convincere all'attacco o magari quando i pesci stazionano lontano da noi e dobbiamo raggiungerli con lanci balistici, spesso in situazioni di vento contrario, un artificiale che presenta un nuoto ben calibrato ed una progettazione studiata per facilitare la lunga gittata nei lanci ci faciliterà nel portare a casa il risultato, cioè catturare qualcosa.

Conseguentemente a questa considerazione, per le sue caratteristiche costruttive, un esca blasonata sembra che possa effettivamente fare la differenza per il pescatore a spinning moderno. Anche perché un esca "scrausa", di quelle da due soldi, che all'apparenza può sembrare anche molto curata, generalmente a livello di assemblaggio, nuoto e durata nel tempo, paga pegno rispetto ad un esca più costosa.

Roba da pochi euro vale anche pochi euro
Quindi sborsiamo subito tanti soldini per acquistare solo esche di marca e peschiamo tranquilli senza più cappotti? No, un attimo. La bontà delle esche di marca non garantisce l'efficacia in pesca. E' vero che la cura dei dettagli, lo studio della forma e dei colori, il nuoto, la resistenza ecc. ci permettono di partire con un vantaggio, ma il vantaggio va poi tramutato in risultato e non sempre questo processo è automatico. Anzi, molto spesso l'efficacia di un artificiale dipende dal lavoro che gli facciamo compiere e quindi dalle situazioni in cui lo utilizziamo. 
Ad esempio, in un punto in cui il rischio di perdita dell'artificiale sarà molto elevato, con un esca che costa un sacco di soldi difficilmente si approccerà allo spot nel modo corretto. Salvo essere dei Paperon de Paperoni, l'inconscio risparmiatore che è in noi ci suggerirà (anche giustamente) di utilizzare tale esca con massima attenzione. Cioè pescheremo con il famigerato "braccino" e probabilmente questo sarà insufficiente per convincere il pesce all'attacco. Invece, con un esca da battaglia di cui ci frega poco, potremo giocarcela a viso aperto, rischiando il tutto per tutto senza particolari patemi d'animo. E magari quel lancio ci frutterà un bel pesce, magari uno dei più belli della nostra carriera di pescatori.

Ma allora vi domanderete, "dato che la la pratica del perdere le esche è all'ordine del giorno ed alla fine il pesce della vita potrei catturarlo anche con esche economiche, perché non affidarsi solo a queste?" Ecco decretato il trionfo dell'esca scrausa! Calma anche qui. La risposta non può essere universale, proprio per le considerazioni fatte fino ad ora. Esche economiche che lavorano male, che perdono velocemente i colori o che si rompono sotto le ripetute sollecitazioni, ci potrebbero limitare nel numero di catture o (peggio!) ci potrebbero addirittura far perdere il pesce della vita durante il combattimento.

E quindi chi vince? In modo netto nessuna delle due o almeno non nella quotidianità della pesca. In realtà la vittoria delle esche costose c'è, ma può essere decretata solo ai punti, non certo per un knockout. In linea di massima, come il vostro promotore finanziario di fiducia vi consiglierebbe, conviene sempre differenziare i propri investimenti.
Ovvero, nelle proprie plano è sempre bene avere a disposizione esche di livello ed esche da battaglia, proprio per avere una selezione di artificiali che ci permetta di affrontare le situazioni più disparate e si abbia modo di sacrificare un esca (negli spot complicati) senza doversi svenare. Va da se che l'esca da pochi euro che utilizziamo, magari bruttina, magari poco rifinita e che nuota insomma insomma, debba comunque essere assemblata con modalità e materiali tali da permetterci, sempre e comunque, di salpare pesci di taglia. Sulla resistenza delle componenti non si scherza e non è mai bene risparmiare. 
Mentre quelle volte in cui troveremo condizioni di pesca molto difficili, con pesci pressati e tignosi, con condizioni meteo avverse, con pesci di dimensioni bibliche, converrà affidarsi ad artificiali di marca studiati e prodotti per risolvere determinate situazioni.
E le imitazioni delle esche blasonate? Lasciamole agli sfigati
Rimane ora un doloroso capitolo da affrontare: le repliche o addirittura cloni (quasi totalmente di origine orientale) di esche blasonate. In molti pescatori acquistano da un noto portale di vendita a basso costo e tessono le lodi di artificiali fotocopia che costano notevolmente meno del gemello (magari addirittura monozigote) di marca. Ebbene, in primis con la mania di acquistare on-line si rischia di perdere tutta quella piacevole sensazione di godimento che ho descritto in questo post. In secundis, non si potrà mai essere sicuri della resistenza di un artificiale copia fino a quando non lo si metterà davvero alla prova. Ed in quel caso potrebbe essere troppo tardi (non fidatevi mai delle recensioni entusiastiche nei commenti). In terzis... Sinceramente, molto sinceramente, negli anni sta maturando in me una sempre più profonda intolleranza al falso, nonché una terribile allergia a coloro che copiano spudoratamente oggetti studiati e progettati da altri, saltando quindi tutta quella fatica (e spesa economica) necessaria all'ideazione ed ai test su campo di un determinato articolo. Tradotto in altri termini, in un paese in particolare si puliscono il culo con i diritti d'autore ed i brevetti.

Certo, noi consumatori godiamo perché abbiamo un immediato ritorno economico risparmiando un tot di soldini. Ma contemporaneamente premiamo l'illegalità contro il vivere civile ed alla lunga sottraiamo preziose risorse alle nostre aziende per farle confluire a stati esteri che piano piano (nemmeno troppo piano) stanno prendendo il sopravvento sul mercato grazie ad una concorrenza sleale. Una cosa che ci farà pagare salate conseguenze in futuro. E' opportuno iniziare ad aprire gli occhi, cari miei. Anche noi normali consumatori, a partire da queste piccole cose, dobbiamo iniziare a difenderci. Comprate meno, ma spendete meglio.

A mercoledì prossimo!

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