lunedì 26 febbraio 2018

Obiettivo zero cappotti! Perché il pesce abbocca alle nostre esche? Affrontiamo questo mistero per capire come evitare i flop

Bella domanda, vero? Come mai il pesce abboccherà alle nostre esche? Semplice: perché ha fame, risponderà la quasi totalità dei lettori. Siete proprio sicuri? Davvero? La accendiamo? Si???
Male. Si perché non è detto che sia solo la fame a pungolare il nostro caro amico pesciolino e ad indurlo all'attacco della nostra esca artificiale. Se non ci credete, leggete le righe sotto perché proverò ad affrontare un argomento molto importante ai fini della riuscita della nostra battuta di pesca a spinning.
Qui la fame è stato sicuramente l'istinto dominante
Premetto che non sono un ittiologo e quindi la trattazione seguente non tenterà di spiegare una materia a me effettivamente sconosciuta, ma cercherà invece, sulla base dell'esperienza da me maturata negli anni, di far comprendere al pescatore che per avere successo nella pesca con le esche artificiali, oltre a sfruttare lo stimolo della fame, si possano percorrere anche strade alternative. E con questa consapevolezza il bravo pescatore saprà variare il proprio approccio all'acqua a seconda delle condizioni che si troverà ad affrontare. Il risultato sarà quello di avere a disposizione più frecce al proprio arco e di conseguenza una maggiore probabilità di "scappottare".

Procediamo per ordine. Molte esche artificiali, soprattutto quelle in morbida gomma, hanno effettivamente forme e movenze molto realistiche e quindi tendono ad imitare vere e proprie forme di vita. Di conseguenza puntano a stimolare i predatori sfruttando la caratteristica di rappresentare una possibile preda in difficoltà o per meglio dire un bel boccone succulento. Tutto verissimo.
Ma quanti di voi hanno visto un pesciolino di colore giallo fotonico a pois rossi nuotare in un fiume? O magari una zampettante rana di un accecante arancio radioattivo? Non parliamo poi delle esche rigide come i popper che sembrano, ad essere molto ottimisti, piccoli pesci imbalsamati in un eterno sbadiglio che stupidamente sputano acqua dalla bocca zigzagando sulla superficie peggio di un alcolizzato alla guida...

mercoledì 7 febbraio 2018

Altro report veloce: prime spigole del 2018!

Ebbene si, continuano i miei impegni serali all'uscita dall'ufficio, quella preziosa ora rubata al logorio della vita moderna e dedicata esclusivamente a me stesso. Dopo qualche giorno di inattività (sia per il tempo atmosferico che per il tempo di orologio donato forzosamente al titolare della ditta per cui lavoro) ieri sera non ho sentito scuse: alle 19.30, appena uscito dal lavoro, mi sono diretto verso il mare.
Oddio... Non è stato per niente facile prendere la decisione definitiva, visto che tirava un gran vento di tramontana ed il termometro segnava solo 5°, con tanto di nuvoloni carichi di pioggia come nefasto monito, nonché la noiosa elefantiasi dello scroto  derivante dalla simpatica giornata lavorativa.
La prima spigola del 2018
Però la decisione era presa. Così, scansando miracolosamente i vari pinguini trovati per strada e sfuggendo all'agguato dell'orso polare uscito a prendere un po' di fresco, vestito di tutto punto (non sottovalutate mai il freddo!) sono riuscito a guadagnare il mio bel posticino sugli scogli in riva al mare, conscio del fatto che le giornate nefaste per i pescatori (climaticamente parlando) sono spesso le migliori per il pesce. Obiettivo la meravigliosa spigola ovviamente, ma sinceramente mi sarei accontentato di qualsiasi altra cosa vivente visto che il freddo pungente ed il vento di tramontana a spianare le acque sono condizioni generalmente buone anche per i simpatici sugarelli e per i cefalopodi. E prendere qualcosa è sempre bello, qualsiasi cosa sia.