lunedì 28 settembre 2020

Un post, un esca: il POPPER, quell'eterno sbadiglio che cattura

Eccomi finalmente a scrivere un nuovo post sulla pesca a spinning e lo faccio dedicandolo ad un esca, o per meglio dire ad una categoria di esche in particolare: i POPPER! Dopo gli articoli dedicati agli intramontabili cucchiaini ed agli stilosissimi spinnerbait (clikkate sui relativi nomi per l'indispensabile lettura), in questo scritto mi dedicherò ad un esca davvero divertente da usare e che per alcune specie, con le giuste condizioni, è tra le più efficaci in assoluto nella pesca a spinning.

Vi devo confessare che all'inizio della mia carriera da sbarbato spinningofilo non l'avevo molto capita, tanto che in pesca la usavo con il contagocce. Ed anche oggi mi accorgo che molti appassionati, come me a quei tempi, non la usano ancora con la necessaria costanza perché non del tutto convinti della sua efficacia, trovando strano che un simile "aggeggio" esclusivamente galleggiante, imbalsamato in un eterno sbadiglio, che sputa l'acqua peggio di alcoolista convinto di aver messo in bocca un bicchiere di grappa, possa avere successo con i furbi e sfuggenti pescioloni che sdegnano esche ben più simili ad esseri viventi. Invece io vi garantisco che è un esca validissima e che lo è con quasi tutte le specie catturabili nella pesca a spinning, sia in acqua dolce che in acqua salata. Non ci credete? Proverò a convincervi nelle prossime righe.
Un popper tra i più famosi

E' un dato di fatto che la maggior parte dei pescatori ritenga che il pesce stazioni a pochi centimetri dalla superficie solo in rare occasioni, cioè che non sia una consolidata abitudine dei nostri amici pinnuti trovarsi a pelo d'acqua in attesa della malcapitata forma di vita a tiro della bocca. E quindi costoro preferiscono mantenere un approccio alla battuta di pesca con esche che lavorano sotto la superficie, anche perché magari non vedono alcuna attività visibile a galla. Perfetto. E' una scelta giusta che segue una precisa logica, spesso corretta.

mercoledì 9 settembre 2020

Un nuovo disastro ittico. Anche i pesci dell'appenino Tosco-Emiliano piangono

Disastro ambientale in alto Reno per il repentino svuotamento della diga di Pavana. Con la sensibilizzazione crescente dell'opinione pubblica alle necessità ambientali, si pensava (o per meglio dire si sperava) che situazioni di questo genere non accadessero più. Invece...

Anche in questa occasione abbiamo perso un occasione (scusate il gioco di parole): quella di convivere in modo amichevole con la natura che ci circonda.


Così l'ecosistema della diga e del fiume Reno a valle della stessa è stato cancellato per chilometri e ciò ha comportato lo sterminio di tutte le forme di vita acquatiche. Ecco un link ad un articolo del web tra i tanti che possono essere trovati e letti.

Gli enti assicurano che l'ecosistema verrà ripristinato. Noi ci crediamo. Ma intanto le forme di vita che non esistono più come verranno ripristinate? Per noi pescatori non può che rimanere una profonda amarezza.