giovedì 27 ottobre 2016

Quando l'autunno si fa pressante, lo spinning alla spigola si rifà interessante. Qualche cattura del mese trascorso.

Vi stavate domandando dove fosse finito il vostro eroe? Temevate che mi fossi scordato della pesca e del blog? No?!? Si?!? Non ve ne poteva fregare di meno... Lo so. Pazienza.
Comunque, tanto per la cronaca, in questo Ottobre ho continuato a fare le mie affezionate pescate serali fugaci. Ed anche se ormai sono irrimediabilmente stritolato da lavoro, impegni familiari e rapporti sociali, mi sono dedicato ad uno dei pesci che da qualche anno ho iniziato ad amare visceralmente, un po' per la sua indubbia eleganza, un po' perché da piccolo rappresentava la cattura per antonomasia, ma soprattutto perché il rebus della sua pesca è da sempre di difficile risoluzione: la spigola.

Una Spigola catturata nelle classiche condizioni autunnali
L'autunno appena iniziato rappresenta una delle migliori stagioni per la pesca a spinning (e non solo) al serranide, sensibile ai cambi di temperatura, di pressione, di umidità, peggio della sciatica che perseguita i meteoropatici più incalliti, con l'aggravante della fenomenologia appariscenziale e spariscenziale (termini appena coniati dal sottoscritto a significare la sua mistica apparizione e scomparsa) nelle acque costiere della nostra amica spigola a seconda dei famigerati flussi di marea, delle fasi lunari e di chissà cos'altro. Insomma, affinché tutto collimi ed aiuti il pescatore nella sua cattura, gli astri e la buona sorte devono mettercisi di impegno. Esagero?
Forse si. Ma effettivamente molto della riuscita di una battuta di pesca a spinning al branzino dipende dalle condizioni che ci troveremo ad affrontare. In fondo non si sta parlando di un pesce confinato nelle rive di un lago o nelle buche di un torrente, ma di una specie che può essere o non essere fisicamente presente nel luogo di pesca.