giovedì 26 gennaio 2017

Niente pesca? Allora è il momento giusto per organizzare i propri artificiali

Oggigiorno capita sempre più frequentemente che si corra a pescare nei ritagli di tempo e che quindi si cerchi di sfruttare al massimo ogni minuto disponibile con l'artificiale in acqua. Questo alimenta un umana e comprensibile insofferenza verso la sistemazione della propria attrezzatura, occupazione che indubbiamente porta via tempo, con la conseguente favorevole base per la crescente confusione nel ricovero delle esche e della minuteria ad ogni fine battuta. E così tutti i nostri begli oggettini si accumuleranno in tasche, taschine ed insospettabili anfratti di borse, zaini, giubbotti e pantaloni.

Ma può anche capitare che si facciano follie negli acquisti senza poi utilizzare quanto comprato, ammassando nei cassetti della propria casa buste, scatoline e blister di ogni cosa. Ed allora, se proprio non si può andare a pescare (come sta accadendo al sottoscritto in questo periodo), è il momento perfetto per svuotare le tasche dei vestiti, aprire le ante degli armadi ed i cassetti dei comò per risistemare il proprio tesSsoro di artificiali.
Una bella ammucchiata di artificiali
Lo spinning è per me una tecnica bellissima perché, oltre al piacere della pesca vera è propria, si può provare anche un certo godimento nell'acquisto compulsivo di centinaia di esche di ogni colore, materiale, forma e dimensione. Non parliamo poi delle nefaste conseguenze derivanti dalla malaugurata idea in cui il pescatore (sempre come il sottoscritto) inizi ad appassionarsi all'autocostruzione. 

Insomma, il rischio di trasformarsi in accumulatori seriali è veramente molto alto. E se uniamo a tutto questo una certa dose di disordine, cioè il ricovero di corsa di tutta l'attrezzatura alla "come viene, viene" ad ogni rientro in casa (io ne sono sempre un ottimo esempio), il rischio di ritrovarsi immersi in un casino monumentale è il meno che possa accadere.

martedì 10 gennaio 2017

Erano in ferie anche i pesci. Fortuna che c'è il nostro amico Calamaro

Eccoci al rientro dalle ferie (almeno per chi se le è potute godere) ed anche se la pesca a spinning in dicembre non è mai facile, spero che in molti vacanzieri si siano dedicati a questa bellissima passione. Personalmente, per avere qualche soddisfazione nella pesca in generale ed in particolare nello spinning con esche artificiali immerso nel freddo e gelido inverno, quando l'alta pressione è stabile ed il mare è limpido, mi dedico volentieri alla ricerca dei molluschi cefalopodi.
Ed anche in questa occasione ho fatto così, ricercando con successo il mitico calamaro.
Un bel calamaro vittima di un classico egi
In verità, dopo tre pomeriggi consecutivi di desolanti cappotti carpiati doppi dedicati rispettivamente al cavedano, al luccio ed alla spigola, per cercare di divertirmi sentendo almeno un essere vivente attaccato all'altro capo della lenza ho scelto, per il quarto ed ultimo pomeriggio libero, di dedicarmi all'eging, la tecnica di pesca specifica per i cefalopodi che negli ultimi anni ha preso sempre più piede tra gli spinningofili del nostro paese e che anche io ho iniziato ad apprezzare da due anni a questa parte.