giovedì 13 marzo 2014

Un post, un esca: il CUCCHIAINO. La genesi dello spinning

Tra i milioni di milioni di esche in commercio, il cucchiaino ha nel mio cuore (e nelle mie plano) un posto speciale. E' in assoluto la prima esca artificiale che ho usato ed anche uno dei motivi per i quali mi sono avvicinato allo spinning. Da ragazzino, il veder luccicare gli interni delle cassettine dei pescatori come fossero forzieri dei pirati a causa della moltitudine di palette argentate e dorate, tutte allineate come preziosi dobloni, fu un richiamo troppo forte ed al quale non seppi resistere. E nonostante l'età che ha raggiunto questa particolare esca e l'idea sempre più diffusa che sia ormai superata, l'efficacia del cucchiaino è invece rimasta invariata nel tempo ed il suo corretto utilizzo permette ancora di effettuare rilevanti catture.

Ecco perché cercherò di dare qualche suggerimento sul suo impiego per la cattura delle specie d'acqua dolce più diffuse, illustrando quelle situazioni in cui potrebbe risultare veramente un arma in più nelle mani del perfetto spinningofilo. Mi concentrerò sulla tipologia rotante, indicando tre tecniche "segrete" per effettuare catture a ripetizione (si... vi garberebbe) nelle vostre battute di spinning, lasciando gli ondulanti a future occasioni di scrittura.
Il cavedano, una delle specie più "sensibili" al cucchiaino
Chiunque abbia idea di cosa sia la pesca a spinning (e se così non fosse meglio che si ripassi un po' la lezione) saprà che esistono i cucchiaini con la paletta inserita in asse - stile Martin - ed i cucchiaini con il cavalierino - stile Mepps (le due marche più famose in assoluto). Questi artificiali si possono trovare anche a doppia paletta, una dietro l'altra sul solito asse (detti "tandem"), ma  comunque essi siano assemblati e qualsiasi forma assumano le loro palette, queste esche funzionano nel medesimo modo, nonostante in acqua possano avere comportamenti anche differenti: sono esche sempre molto nervose perché gli girano in continuazione le pale!
Mi do dieci per la splendida battuta, torno serio e proseguo nel trattato specificando che questa è una caratteristica essenziale del funzionamento dell'esca, ma non necessariamente la conditio sine qua non effettuare le catture, anzi.
Andiamo per ordine.

SPECIE GOLOSE DI CUCCHIAINI

Ribadendo l'efficacia dell'esca, si può affermare tranquillamente che il cucchiaino ha validità universale, nel senso che può essere utilizzato per la cattura di ogni specie (predatoria) pinneggiante nelle acque dolci italiche. Dai salmonidi ai ciprinidi, dagli esocidi ai siluriformi, dai cormorani alle nutrie... Ebbene si, a volte può succedere anche questo (fortunatamente non al sottoscritto, per ora). Ma tornando ai pinnati, non è infatti raro effettuare, oltre naturalmente alle specie canoniche come trote, cavedani e lucci, catture di siluri, pesci gatto, persici trota, sandre, persici reali e qualche altra sorpresa assolutamente fuori programma. Ad esempio (ed in questo caso è successo proprio al sottoscritto), può succedere che usando un piccolo Martin alla ricerca del cavedano serale estivo, si senta una gran botta e si incanni (e non per la coda, come i più maligni di voi penseranno) una bella carpotta che tutto è fuorché un classico obiettivo dello spinning.
Quindi animo e coraggio. L'utilizzo di questo artificiale può veramente riservare grandi soddisfazioni e divertenti sorprese.

Una carpa catturata a spinning con un Martin argentato n°2
Il suo meglio però lo da appunto con tre amici in particolare: il luccio; il cavedano; la trota. Partendo dal pinnuto più diffuso nelle nostre acque, cioè il cavedano, il cucchiaino è sicuramente l'arma vincente in moltissime occasioni e per tutti gli spot da affrontare: sia che si tratti di torrente, di fiume o di lago, il nostro rotante sarà il jolly da sfoderare durante la battuta di pesca. Il medesimo discorso vale per la trota, sia che si tratti della ruspante fario che della paffuta iridea da laghetto.
Ma il cucchiaino si trasforma in una vera arma segreta quando si tratta di sua maestà il luccio: dimensioni abbondanti, recuperi ad hoc, canne adeguate ed il divertimento è assicurato.

IL CAVEDANO

Come dicevo, il rotante è l'esca jolly per la pesca del nostro amico ciprinide. Spesso conviene proprio partire da questo ad inizio battuta, utilizzandolo come artificiale "da caccia", cioè come quell'artificiale valido nella ricerca del pesce in condizioni di assoluta inattività. Meglio insistere sul fido rotante piuttosto che dare fondo alle proprie scorte di minnows, gommine ed ogni altra sorta di giocattolino, perdendo tempo ed occasioni buone per scappottare.

Parlando di dimensioni dei cucchiaini rotanti, in considerazione del pesce in questione, degli ambienti nei quali lo cercheremo e dell'attrezzatura ad esso dedicata, la misura non dovrà essere eccessiva. Indicativamente i pesi dovranno essere sotto i 10g. e le palette non più grandi di una n°3, anche se nulla vieta di affidarsi a misure più corpose, naturalmente.
Sulle forme delle palette e dei corpi ci si può invece sbizzarrire, anche se per una scelta sensata dovremmo analizzare di volta in volta il luogo nel quale vorremmo lanciare. Come spero sappiate, ogni forma di paletta si sposa meglio ad una velocità di recupero più sostenuta o più lenta (e quindi a correnti d'acqua più sostenute o zone di calma piatta).

Più la pala sarà allungata, più velocità occorrerà per metterla in rotazione. Più la pala tenderà al tondo, più resistenza questa offrirà in fase di recupero e quindi meno velocità occorrerà affinché entri in una perfetta rotazione.

Lo stesso ragionamento vale per le correnti che andremo ad affrontare in pesca: più la corrente sarà forte e meglio terrà l'assetto un cucchiaino a pala allungata; il viceversa varrà per le zone di calma. Poi si potrà giocare come più ci aggrada, naturalmente, incrociando le tipologie di pala rispetto alla velocità di recupero o alla corrente, ma in linea di massima ogni forma renderà al meglio nelle condizioni su indicate.

Un combattivo cavedano catturato in corrente pescando "a scendere"
Per quanto riguarda i colori? Assoluta libertà all'immaginazione. Io mi affido ai classicissimi argento ed oro, privilegiando il primo nelle acque limacciose, il secondo nelle acque chiare. Ma si tratta semplicemente di gusti personali e di disponibilità accumulate nelle plano. Se invece siete in cerca di un metodo per eseguire una scelta ragionata e razionale, allora vi consiglio di selezionare colori che fanno pendant con gli splendidi orecchini indossati dalla vostra compagna: al pesce fregherà poco, ma l'effetto sul sesso femminile sarà indiscutibile!

I recuperi possibili per avere successo con il cavedano sono infiniti, così come sono infiniti i comportamenti che può tenere questo pesce particolarmente stron... strano. Infatti il cavedano lo si può trovare dovunque: in piena corrente; a galla; a fondo; controcorrente; nelle zone d'ombra; nelle zone a solatio; nelle zone di calma; nelle buche; nei raschi; nelle lame; sotto le cascate; vicino alle cascate; lontano dalle cascate; al bar; anche in discoteca. Si, si, proprio in disco: vi è mai capitato di guardare dal basso una formosa cubista dimenarsi sotto le soffuse luci di un locale? Si? Bene. Se vi foste guardati allo specchio avreste visto l'occhio del cavedano senza alcun dubbio.
Il fatto è che il ciprinide in questione ha comportamenti difficilmente inquadrabili ed è pertanto la perfetta palestra per ogni spinningofilo. Spuntatela con lui e sarete già oltre la metà strada da percorrere per entrare nella leggenda dello spinning.

Fortunatamente, anche se la sua pesca è tutt'altro che facile (parlando di pezzi dimensionalmente interessanti), ci viene in soccorso l'esca oggetto del post, valida per affrontare più o meno tutte le occasioni. Il cucchiaino si presta infatti a moltissimi tipi di recupero e, con il suo peso, è anche perfetto per raggiungere punti del corso d'acqua lontani e strati di corrente più profondi. Ma qui è giusto che lasci campo alla vostra fantasia, al vostro istinto e alla vostra voglia di sperimentare.
  
Spinning al cavedano "in passata"
Personalmente mi limiterò a suggerire il metodo di pesca illustrato nel bozzetto disegnato sopra. In situazioni di corrente uniforme, con acqua mediamente profonda ed una portata gestibile, la pesca "a scendere" con il cucchiaino è sempre stata una delle migliori.
La difficoltà maggiore è quella di selezionare un rotante che mantenga bene la corrente, lavorando a pochi centimetri dalla superficie. Dovremmo avere l'accortezza di tenere sempre in tensione il filo e la paletta in perfetta rotazione, per sentire chiaramente l'esca durante "la passata". Si, perché il concetto è proprio quello tradizionale della pesca alla passata, limitando la nostra azione al lancio (verso la sponda opposta, leggermente a valle) ed alla successiva trattenuta del cucchiaino in corrente.
Se il cavedano è in agguato, l'attacco non si farà attendere e, vi garantisco, sarà deciso e potente.

LA TROTA

Una bella trota fario vittima di un classico Martin
Il nostro salmonide di fiducia è un altro pesce molto sensibile al luccichio dei cucchiaini. Infatti la pesca a spinning in torrente è da sempre associata all'utilizzo del rotante, tanto che molti pescatori che affrontano questa sfida si affidano quasi esclusivamente a questa tipologia di esca. Sarebbe chiaramente un errore non credere alle nuove idee ed ai nuovi ritrovati in fatto di artificiali, ma la pesca alla trota in torrente con il cucchiaino è forse, nell'immaginario collettivo, il "vero spinning italico" e le catture effettuate assumano tutta un altra poetica. Rimanendo nel campo dei pesci che vivono in acque correnti (non affronterò quindi l'argomento trota laghetto), molte delle considerazioni svolte poco sopra per il cavedano sono valide anche per la trota fario.

Rispetto al ciprinide, la nostra trota ha un modo di fare più decifrabile per il pescatore, comportandosi (almeno come distribuzione e posizionamento nel corso d'acqua) secondo regole care alla specie. Le eccezioni sono sempre dietro l'angolo, ma i canonici luoghi di caccia del salmonide ci permettono di partire da alcuni punti fermi. E questi, generalmente, sono tutti a portata della nostra meravigliosa esca rotante. Se l'attività superficiale è nulla, si profila il momento migliore per lo spinningofilo armato di luccicanti cucchiaini, che potrà così ricercare il predatore a filo della tana, sondando i vari strati d'acqua con rotanti adatti a raggiungere le varie profondità volute. Qui diventa essenziale la scelta della forma della pala e del peso specifico dell'artificiale, scegliendo nella plano quello più adatto alla situazione di pesca. Come per il cavedano, anche per la trota le misure dei rotanti non dovranno essere eccessive, quindi ci manterremo sulle indicazioni già date per il ciprinide.

Un perfetto spot per la trota fario
Anche in questo caso mi limiterò ad un unico suggerimento, indicando una delle situazioni migliori per utilizzare il cucchiaino: la pesca a risalire.
Già analizzando la foto sopra si ha un idea piuttosto precisa di quello che intendo, cioè affrontare lo spot "da dietro", nel senso di arrivare alle spalle della trota fario, limitando al massimo la possibilità che gli organi sensori del pinnuto (soprattutto la vista) ci individuino. Nell'affrontare una simile cascata, l'utilizzo del cucchiaino ci apre varie possibilità: la più importante è comunque quella che prevede il lancio nel turbinio bianco, la tecnica che sarà proprio oggetto di analisi.
Naturalmente prima sarà opportuno sondare la fine della buca, il lato destro ed il lato sinistro, sia a galla che a fondo, come ogni buon spinningofilo farebbe. Ma state certi che se non usciranno trote da questi lanci, la vera sorpresa potrebbe nascondersi sotto la schiuma bianca.

La tecnica di utilizzo del rotante in questi casi è piuttosto semplice: si prende la mira in mezzo alla cascata a circa 10 cm. di altezza dalla superficie dello specchio d'acqua; si lancia; si fa cadere il cucchiaino il più perpendicolare possibile in mezzo ai turbini della corrente, avendo l'accortezza di tenere il monofilo od il trecciato in perfetta tensione appena l'artificiale sarà entrato in acqua. Spesso l'attacco avviene quasi istantaneamente, addirittura prima che la pala inizi a girare. Od al limite, entro i due giri di manovella nel recupero. Sarà proprio il luccichio inaspettato a far scattare l'istinto predatorio del salmonide.
Ed a far iniziare il godimento del pescatore.

IL LUCCIO (sua Maestà)

Un giovane luccio non ha resistito al richiamo di un cucchiaino rotante (foto wikipedia)
E così giungiamo al Re delle acque dolci italiche: Sua Maestà il Luccio. Non mi scorderò mai la prima cattura effettuata a spinning di questo splendido pesce, arrivata proprio grazie ad un brillante cucchiaino argentato, acquistato grazie alla paghetta settimanale che i miei nonni elargivano con grande affetto. In quell'occasione fu un Mepps Aglia Long 3 a darmi l'emozione della prima cattura, un esca che sembrava avere una dimensione esagerata per poterci prendere qualcosa.
Invece, dopo quell'occasione, di cucchiaini "sostanziosi" ne sono arrivati molti altri, accompagnati da molte altre soddisfazioni (ed anche molti incagli sul fondale), in particolare legate al famoso cucchiaino con la pala in asse e con un bel fiocco rosso sull'ancorotto.

In questo caso, come penso avrete intuito, le misure dei cucchiaini saranno ben più corpose rispetto a quelli usati mediamente per cavedani e trote. Anche le attrezzature saranno di tutt'altra stazza, con grezzi e mulinelli proporzionati a combattimenti con pinnuti di una certa dimensione. Quindi occhio! In molti obietteranno "tanto vale usare lo spinnerbait, meno facile da incagliare... più voluminoso... più colorato... bla.. bla.. bla...". Lasciateli fare. Intanto non c'è paragone nei prezzi, visto che un cucchiaino mediamente costa 1/3 di uno spinnerbait. E poi, per il luccio, serve proprio il cucchiaino (almeno per quanto illustrerò sotto).

L'utilizzo del Martin per lo spinning al luccio
La tecnica "segreta" per la pesca al luccio con il cucchiaino rotante ed in particolar modo con il Martin, è illustrata nel bozzetto sopra. Anche in questo caso si tratta di una modalità di recupero piuttosto semplice: si lancia l'esca; si lascia affondare con la canna parallela all'acqua; quando il cucchiaio avrà toccato il fondale (o sarà in prossimità di esso) si farà fare alla canna 90° portandola in verticale, per poi riabbassarla parallela alla superficie dell'acqua recuperando il filo in bando; si lascerà nuovamente il cucchiaino tornare verso il fondo e... così via, fino a completamento.

E' un recupero "a dente di sega", nel quale le particolari caratteristiche del Martin faranno si che la pala, in caduta, sfarfalli in modo disordinato emettendo bagliori senza una ritmica precisa. E' praticamente un recupero molto simile a quello che faremmo con una classico ondulante a forma di padella. Sarà però fondamentale, ai fini della riuscita della tecnica, che nella fase di recupero il cucchiaino giri regolarmente. Quindi verificate, a vista, la giusta velocità con la quale alzare la canna affinché ciò avvenga.
L'attacco dell'esocide arriverà generalmente in fase di sollevamento della canna, cioè proprio quando il Martin inizierà a girare sollevandosi verso la superficie, dopo la stasi o la caduta.

Fidatevi. Anche se lo scotto da pagare sarà qualche artificiale lasciato ad addobbare il fondo, il successo non tarderà ad arrivare.
  
Il cucchiaino in tutto il suo splendore

CONCLUSIONI


Spero con queste poche righe di aver contribuito a ridare al cucchiaino rotante la meritata considerazione nel variegato mondo delle esche da spinning, visto che possiede un curriculum di tutto rispetto e molte generazioni di pescatori si sono affidate ciecamente alla sua efficacia.

A corollario dello scritto mi preme fare alcune raccomandazioni.
Meglio sostituire l'ancorotto con un amo singolo, anche se non si stanno pescando le trote. Diminuiranno sensibilmente le perdite di artificiali e nell'ottica di un corretto catch & release si danneggerà meno il pescato.
Ogni volta che utilizzerete i cucchiaini, tornati a casa a fine battuta, fateli asciugare perfettamente aprendo le plano. Poi dopo, quando saranno completamente asciutti, spruzzateli con vaselina spray o prodotti similari. Così facendo saranno difficilmente aggrediti dalla ruggine, le cromature rimarranno intatte e i vostri cucchiaini dureranno molto di più.
E' preferibile avere un singolo modello di cucchiaino con tutta la scalatura di dimensioni piuttosto che mille modelli differenti, ma di dimensioni simili. Liberissimi di collezionare esemplari di rotanti di ogni colore e forma, ma in pesca è meglio avere a disposizione le giuste misure per le giuste occasioni.

Adesso, forti di queste nuove tecniche, potrete arrivare sul luogo di pesca, potrete sfidare con lo sguardo il vostro antagonista pinnuto e sullo stile dei manga giapponesi anni '80, come Mazinga di fronte ad un robot nemico, potrete urlare al vento la vostra arma definitiva: "P A L E   R O T A N T I ! ! !"

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In attesa del prossimo post, leggi anche i nuovi articoli dedicati agli approfondimenti tecnici

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