La pesca a Cecina e dintorni. E' ancora un paradiso per il pescatore?

 Dopo alcuni post pubblicati sul blog specificamente dedicati alla pesca nelle mie zone, in questa singola pagina voglio scrivere qualche considerazione sulla pesca sportiva praticata a Cecina e nei suoi immediati dintorni, in modo tale che su internet rimanga una traccia ad uso dei pescatori che volessero venire a praticare questo magnifico sport nelle acque salate e dolci della mia ridente cittadina. Per chi non conoscesse Cecina e non avesse voglia di farsi una dettagliata ricerca sul web sulle potenzialità riservate alla pesca, posso dirvi che geograficamente la cittadina sorge sulle prossimità del mare, ha un fiume che scorre proprio accanto al centro abitato ed ha all'interno del proprio confine comunale alcune ex cave di inerti che sono diventate classici laghetti. Di fatto Cecina avrebbe tutte le caratteristiche per essere un vero e proprio paradiso della pesca.

Sottolineo il verbo "avrebbe", al condizionale. Il perché lo spiegherò a breve. A dirla tutta, almeno fino alla fine degli anni novanta, Cecina è stata effettivamente un vero e proprio paradiso per la pesca, praticata in ogni sua forma ed in ogni sua tecnica. Sul fiume presenziavano le tipiche bilance con strutture fisse, al mare si pescava al rezzaglio e col palamito a vela, sulle rive del fiume cittadino settimanalmente erano organizzate gare di pesca, lungo le spiagge erano sempre posizionate numerose canne a fondo e sui pennelli di scogli era ben presente la classica figura del pescatore con una canna fissa in mano. Questo fervore di appassionati era egregiamente sottolineato dalla presenza in città di almeno sette esercizi commerciali che vendevano articoli per la pesca. Non pochi per una cittadina come Cecina.
Ebbene, oggi ne sono rimasti solo due. E questo è un primo sintomo di ciò che dirò.

E' pacifico che la drastica diminuzione dei negozi dipenda da molti fattori non strettamente collegati al mondo della pesca sportiva. Gli acquisti tramite internet, la crisi generale dei consumi, i costi della vita alle stelle sono sicuramente tra le cause, ma tale crollo di esercenti è comunque un segnale incontrovertibile che in questa zona il numero di appassionati è indubbiamente calato. Anche sul perché la pesca eserciti in generale un fascino inferiore rispetto al passato, qui come altrove, si potrebbero scrivere trattati di sociologia, ma in un momento in cui internet stava rilanciando il settore grazie al lavoro di appassionati YouTuber, Cecina sembra abbia perso il treno del rilancio per una serie di concause. Ma sto divagando. Torniamo al focus dell'articolo.

Black bass di una famosa cava cecinese ora interdetta
Per descrivere meglio la situazione odierna partiamo dal felice passato, iniziando con l'acqua dolce ed in particolare con il fiume Cecina. Fino alla fine degli anni novanta, lo ribadisco, il fiume era teatro di gare di pesca ben organizzate dalla locale associazione di pescatori, ovvero l'A.P.S. Cecina. Quasi tutte le domeniche si vedevano impegnati pescatori con lunghissime roubaisienne ed attrezzature professionali nel campo gara cittadino, pulito e ben tenuto. Ma anche al di fuori delle competizioni domenicali, le sponde del fiume erano sempre ben frequentate dai pescatori, che cercavano divertimento insidiando carpe, cavedani e carassi, magari con qualche intermezzo di barbi od anguille.
Passando alla zona di foce, conosciuta in tutta la Toscana come ottimo spot per la pesca di spigole, orate e pesci serra, ogni ora del giorno e della notte del fine settimana (e non solo di quello) si vedevano numerosi pescatori impegnati nelle tecniche adatte ad insidiare le specie tipiche della bocca di un fiume.

Solita nutrita presenza anche nelle ex cave entro i confini comunali od in quelle poco più in la. In questi laghetti artificiali erano presenti i soliti amici ciprinidi, ma anche persici trota e lucci, predatori perfetti per far divertire gli amanti della pesca con esche artificiali. Ripensandoci, non saprei contabilizzare le ore felici che ho passato sulle sponde dei laghetti durante la mia gioventù, imparando a gestire al meglio le (poche) esche a mia disposizione. E come me molti altri pescatori, sia cecinesi che non, hanno frequentato queste acque nel corso degli anni. Pensate che, su una famosa rivista del settore esche artificiali, spesso apparivano foto scattate proprio nei laghetti conosciuti come "cave de La Magona".

Da quanto detto sin qui si capisce perché ho definito Cecina un paradiso della pesca. Passiamo ad oggi.

La vecchia foce del fiume Cecina

Non è più così. E' un affermazione tranchant, ma è la realtà.

La zona di foce del fiume Cecina, sopra ben fotografata in un tramonto di qualche anno fa, è stata completamente interdetta alla pesca. La sponda nord è preclusa ai pescatori sin dall'inizio della realizzazione del nuovo porticciolo turistico (oltretutto ancora lontano dall'essere conclusa), poiché l'ente gestore decise anni fa di applicare uno stringente divieto di pesca lungo tutto il perimetro, interno ed esterno alle banchine ed alle dighe. Inoltre, dalla primavera di quest'anno anche la sponda sud è stata completamente interdetta per l'avvio di opere di consolidamento dell'argine. Questi ultimi lavori non si sa bene quanto dureranno e non si sa nemmeno se il libero accesso al luogo verrà mai restituito alla comunità una volta terminati.
Pertanto la foce ce la siamo giocata.

Nel tratto cittadino del fiume, con il lento ed inesorabile declino dell'A.P.S. Cecina e con lo sgombero forzoso degli anziani cecinesi che curavano il classico orticello vicino all'alveo, le sponde sono diventate pressoché inagibili perché invase da canne, rovi, arbusti e dai detriti che il fiume via via accumula con le piene, impedendo di fatto di praticare la pesca con canna alla mano. Questa situazione di abbandono ha però favorito la frequentazione di questi luoghi dei classici tipini poco raccomandabili, soprattutto nelle ore serali e notturne. Cosa che ha definitivamente allontanato i pochi pescatori che coraggiosamente frequentavano ancora le rive del fiume. E così ci siamo giocati anche il tratto cittadino del fiume.

Parliamo delle cave?
Il giovane Darth Waders con un bel luccio di zona
Ci siamo giocati anche quelle. E' vero che sono di proprietà di una nota azienda chimica con lo stabilimento poco distante, ma un tempo la presenza dei pescatori era tranquillamente tollerata ed i pesci che sono tutt'ora presenti in acqua sono stati portati li proprio dai poveri pescatori anni fa. E poi diciamocelo: quali danni potrebbe mai fare un pescatore lungo le sponde di un ex cava abbandonata, dove non c'è assolutamente nulla? Si, okay, rimane il problema della responsabilità nel caso una fava affogasse scivolando in acqua, ma volendo un problema simile potrebbe essere risolto. Tra l'altro anni fa, proprio grazie alla presenza costante dei pescatori, le rive erano ben battute e pulite, con tutta l'area in questione che non dava assolutamente quella spiacevole idea di completo abbandono. Mentre ora la nota azienda è costretta ad ingaggiare più volte l'anno delle ditte di sfalcio per regimentare l'esplosione della vegetazione. E nonostante questo sembra comunque un territorio in preda all'incuria più profonda.

La fotografia, nuda e cruda, della pesca a Cecina è questa. Situazione che si aggrava ulteriormente pensando ad altre questioni connesse in modo indiretto alla pratica della pesca in questa zona. L'interdizione del lungo mare alle auto in quel di Cecina Mare, a causa dell'installazione di una ZTL, ha precluso il facile accesso alla spiaggia per scaricare l'attrezzatura, cosicché un anziano non troppo in forma difficilmente riuscirà ad accedere ai pennelli o all'arenile per poter pescare. Inoltre il pompaggio sempre più spinto dell'acqua del fiume Cecina a fini industriali ed agricoli (tra l'altro molti metri cubi di acqua sono convogliati proprio dentro i laghetti de La Magona) riduce drasticamente la portata del Cecina, tanto che in estate molti tratti dell'alveo sono completamente asciutti, una cosa che influisce pesantemente sulla fauna ittica e sulla possibilità di avere postazioni di pesca usufruibili.

L'aspetto del fiume Cecina in estate
Le difficoltà sopra elencate, sommandosi tra loro, hanno innescato un loop negativo che ha influito pesantemente sulla pesca sportiva. Il circolo vizioso è facilmente intuibile: meno posti in cui pescare e quindi meno frequentazione dei luoghi da parte dei pescatori, meno interesse per la pesca e perciò meno pescatori, maggiore trascuratezza degli spot esistenti e pertanto ulteriore riduzione dei posti in cui pescare, quindi ancora meno pescatori a frequentare i luoghi, aumento della trasandatezza degli spot e così via, in una spirale che non lascia presagire nulla di buono. In estrema sintesi, noi pescatori siamo stati traditi e bastonati. Traditi dalle istituzioni, che di fatto hanno sottratto alla collettività innumerevoli metri quadri di luoghi dove una volta era possibile accedere liberamente. Poi anche bastonati, perché a tale "furto" non è seguito alcun indennizzo, ma anzi, si è deciso di complicare ancora di più l'accesso ai pochi luoghi rimasti. Ho già detto della ZTL di Cecina Mare, ma più grave è stata la precedente decisione di erigere un muro lungo buona parte del percorso cittadino del fiume, sul lato sud, senza pensare all'installazione di scalette per poterlo scavalcare. Il risultato è intuibile: se non si è degli atleti, la riva del fiume è diventata di fatto irraggiungibile. Quindi molti altri metri quadri sottratti alla collettività.

Perciò, tornando alla domanda principale se Cecina è ancora un paradiso della pesca, l'unica risposta che viene da dare è: NO. Purtroppo le scelte fatte dal comune in questi ultimi venti anni hanno influito negativamente sul settore pesca sportiva e per giunta tale negatività è stata amplificata da altri fattori congiunturali che sommati al comportamento dell'istituzione hanno portato alla triste realtà odierna.

Sto scrivendo queste righe a fine novembre 2025. Mi auguro sinceramente che nel prossimo futuro qualcosa cambi e chi leggerà questo scritto fra qualche mese possa darmi del bischero trovandolo esagerato. Sarebbe un buon segnale per il mondo della pesca a Cecina.

Comunque, con le ultime parole scritte su questa pagina, voglio dirvi di non evitare di venire a pescare a Cecina. Infatti sul blog ho indicato anche alcuni spot in cui vale ancora la pena provare, indipendentemente da quanto ho detto fino a qui. Le potenzialità ci sono ancora. Bisogna solo adattarsi all'idea che il paradiso di un tempo è (per adesso) perduto. 

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