mercoledì 20 ottobre 2021

Vi racconto un po' di estate in compagnia del pesce serra

 Dopo avervi raccontato un po' della mia estate da aperispinning al black bass, vi racconto anche un po' della mia estate tardo serale in compagnia del pesce serra, anche se, a dirla tutta, è stata più un estate in assenza del nostro amico pomatòmide. Ebbene si, l'estate 2021 non è stata sicuramente tra quelle da annoverare tra le più proficue per la sua pesca, perlomeno pescando a spinning. Anzi, spesso il nostro dentuto amico non si è proprio fatto vedere nonostante cercassi di invogliarlo con esche meravigliose e recuperi sfavillanti. Sicuramente un po' di colpa è da ascrivere al sottoscritto, ma il fatto che la sorte del cappotto è stata condivisa con decine di altri spinnigofili incontrati sugli scogli, mi fa pensare che sia stata proprio una annata particolarmente avara di catture.

Un serra al giorno leva il medico di torno

 Ma bando alle lamentele e parliamo delle pescate. Orario: quello solito. Mare: quello solito. Luogo: quello solito. Condizioni meteo: mai le solite... anzi no, sempre le solite. Forse la chiave degli scarsi successi è stata proprio questa. L'estate 2021 nella mia ridente cittadina è stata tra le più brutte ed anomale degli ultimi decenni. Luglio ha visto sempre protagonista il vento di Scirocco, con mare sempre in movimento e cielo quasi sempre velato. Agosto invece è stato il mese del maestrale e del libeccio, con pomeriggi sempre caratterizzati da una ventilazione piuttosto forte, con vento sempre oltre i dieci nodi. Di notte rarissimamente abbiamo assistito a venti di terra per inversione termica. Ed inoltre non è mai piovuto.

Quindi?

Un estate davvero sballata per il normale clima della Costa Etrusca e che probabilmente ha sballato anche i nostri poveri pesci (come del resto anche i poveri bagnanti sempre ad elemosinare uno spicchio di sole e di tranquillità). Che la cara Greta abbia ragione? Sicuramente la ha, purtroppo per noi. Ed allora vi chiederete con curiosità come sia riuscito a spuntarla le poche volte che ho portato a riva un pesce.

In aiuto mi sono venuti i miei cari amici jerkbait, che a dispetto delle più modaiole (e costosissime) esche di superficie o i più "brutti" (ed economici) lacci, mi hanno permesso di svoltare qualche serata.

Un discreto serra vittima di un classico
Canna da un oncia, trecciato da 18 libbre e via andare. Forse addirittura un attrezzatura sovradimensionata per la taglia media rinvenuta nelle mie acque. Ma quella pazza idea del poter agganciare un tonno di passaggio in realtà non muore mai nella testa del pescatore a spinning marino e pertanto ha valso la pena assicurarsi un po' di riserva di potenza nel caso la dea della pesca avesse voluto baciarmi in bocca.

Naturalmente mi hanno accompagnato anche il fido guadino, indispensabile nei salpaggi dagli scogli, e la mia piccola torcia da fronte, insostituibile attrezzo quando l'intenzione è quella di pescare al calasole con la certezza di finire di lanciare col buio della notte. Ringrazio anche la spalla, il gomito ed il polso che mi hanno sostenuto nei continui lanci e nelle ripetute jerkate, visto che questa specifica pesca richiede un impegno fisico notevole, soprattutto quando si ha poco tempo a disposizione e si cerca di battere più acqua possibile.

Ed ora ci proietteremo verso fine dicembre, un altro mese che da qualche anno a questa parte parrebbe diventato un mese piuttosto proficuo per la pesca a spinning del pesce serra.

A mercoledì prossimo!

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Nel frattempo puoi leggere l'articolo della scorsa settimana, ovvero come utilizzare il pensiero laterale nella pesca a spinning.

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