mercoledì 27 ottobre 2021

La "fatale" distrazione nella pesca

 Cari amici pescatori, con questo post voglio qui ricordarvi che qualche volta la distrazione in pesca ha esiti fatali (alieuticamente parlando naturalmente). E così, per chiarirvi il concetto e farvi edotti sulla necessità di rimanere al massimo concentrati durante tutte le fasi di pesca, vi voglio raccontare quel che mi successe una sera d'estate mentre mi trovavo a pescare tranquillamente nel mio solito fiume in centro città, facendo collezione delle solite ridicole (in termini dimensionali) catture.

Mentre ero intento nella mia serale sessione al cavedano lungo le rive del Bisenzio, con la coda dell’occhio vidi avvicinarsi, intente a praticare il salutare jogging pomeridiano, due giovani ed avvenenti fanciulle. Nonostante cercassi disperatamente di rimanere concentrato sui cari ciprinidi, alla fine, inutile dirlo, le due procaci giovincelle rapirono irrimediabilmente la mia attenzione.

Il tripudio di morbide forme sballonzolanti a stento contenute negli attillatissimi bodyni mi fece trasalire e le trasparenze della fine stoffa dovute al copioso sudore titillarono la testosteronica parte del mio essere che prese il sopravvento ed iniziò a farmi vagare con la fantasia su erotiche immagini saffiche chiaramente 🔞E ciò mi fece disinteressare completamente all’esca, la quale stava comunque continuando a lavorare grazie alla forte corrente presente nella buchetta a meno di tre metri dai miei piedi. Ebbene, la mia mente, preda di questi eroticissimi ed incontenibili pensieri, venne bruscamente risvegliata da uno strattone che mi tolse quasi la canna di mano.

Un bel cavedanone, mai visto così grosso (direi vicinissimo ai 60 cm), aveva deciso di abboccare proprio in quell'istante. Cacchio! Sfasato come ero, non ebbi assolutamente la prontezza di ferrare e così, dopo due decise testate.. saluti e baci.

Tralascio la recitazione del rosario di Santi e affini che misi in atto in loco quella sera (sebbene le due procaci ragazzotte meritassero davvero) per passare alla narrazione di altre imbarazzanti cazzate che ho commesso nel corso degli anni passati canna alla mano. E pensando agli anni trascorsi vi confesso che di episodi simili ne ho vissuti, ed anche tanti.
Ad esempio fu incredibile una volta in cava quando, dopo tutta una giornata di nulla cosmico, mentre recuperavo uno shaddone in gomma in prossimità del calasole, mi sentì chiedere alle spalle: “Scusa, mi sai mica indicare la via più breve per arrivare al parcheggio?”. Smisi di girare la manovella, feci una torsione del busto per dare l’indicazione al pescatore e quel movimento laterale dell’esca fece abboccare un luccio sul metro e qualcosa che era tranquillamente appostato lì vicino ai miei piedi chissà da quanto tempo. La sorpresa fu tale che la ferrata arrivò dopo che l’esocide se ne era già andato e l'esca finì per incagliarsi nel cespuglio di rovi alle mie spalle. In seguito accompagnai gentilmente alla macchina il pescatore a suon di calci nel sedere.

La concentrazione è l'anima della pesca

Incredibile fu anche una volta a mosca quando, come al solito poco intelligentemente, risposi al cellulare mentre avevo appena lanciato con maestria una sedge. Mi infilai la canna dentro lo stivale a coscia per stare più comodo e lasciai la sedge andare alla deriva a valle. Al commiato, la coda si mise repentinamente in tensione e la mia otto piedi si piegò all'inverosimile, tanto che mi toccò prendere al volo la canna prima che venisse trascinata via mentre avevo ancora il cellulare all'orecchio. Il mio compagno di pesca, più a valle, mi urlò: “E’ grandissima. E’ enorme! Un iridea davvero mostruosa!” Peccato che appena lui finì di dire quella frase, che ancora oggi mi fa rimpiangere la trota più grande del creato, il pesce mi salutò con affetto.

Chiaro il concetto?

In conclusione, escludendo la comoda (comunque vera) affermazione che il pesce, in genere, è un grandissimo figlio di put.., ho maturato l'idea che la pesca a spinning vive di momenti. Per questo, oltre a recitare il mantra dell'autoconvincimento, ho sempre cercato di fare proseliti sulla necessità di rimanere concentrati al massimo durante tutta la nostra battuta di pesca e soprattutto quando l'esca è ancora in acqua.

Non importa se siamo al milionesimo lancio, se siamo a fine recupero o se il nostro artificiale si è ingarbugliato e nuota vorticando: lo stare concentrati al massimo sull'obiettivo fa la differenza tra un possibile successo ed un certo fallimento.

A mercoledì prossimo!

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