mercoledì 14 aprile 2021

Attrezzature da SPIGOLA: canne, mulinelli e... quasi tutto il resto (parte II)

La scorsa settimana, in questo post, ho affrontato lo scabroso argomento "attrezzatura da spigola" concentrandomi sulle motivazioni che stanno alla base delle mie scelte personali e sulle quali un pescatore dovrebbe a sua volta basare le proprie elucubrazioni mentali (perché seghe non si può dire) inerenti la pesca a spinning dedicata al branzino. In questa seconda parte affronterò la questione in modo più specifico e dettagliato, così da soddisfare pienamente la curiosità dei lettori.

Finalmente fornirò le indicazioni vere e proprie, ovvero descriverò le caratteristiche specifiche delle canne e dei relativi mulinelli che utilizzo normalmente, cioè le accoppiate (o combo se si vuole fare i fighi) che secondo la mia esperienza si adattano maggiormente alle batture di pesca a spinning dedicate alla spigola. Per non farvi stare troppo sulle spine, opercolari o dorsali che siano (ah ah ah), vi anticipo essere essenzialmente rappresentate da tre combinazioni.

Torcia, buio, freddo e spigole
Prendete quindi carta, penna e calamaio e segnatevi tutto quanto.

Combo leggera

Nel mio parco canne non manca la combo dedicata alla pesca light, validissima in tutte quelle circostanze in cui la spigola è particolarmente selettiva o molto apatica. Tipica situazione che si può riscontrare nelle serate con acqua limpida e mare calmo, molto spesso in inverno, con temperature piuttosto basse e venti provenienti da terra.
L'ambito classico di utilizzo di una tale attrezzatura sono le lunghe spiagge o le zone portuali libere, quando si pesca da un molo deserto o da una diga foranea, magari verso l'interno della darsena. Sono quelle occasioni in cui diventano fondamentali recuperi al rallentatore, con gomme molto sinuose e leggere, spesso innescate spiombate, o con piccoli minnows jerkati delicatamente, ovvero tutte esche che possono pesare "un niente" o tutt'al più pochi grammi.

In queste occasioni mi affido ad una canna da 1/4 oz. (circa 7g), con azione spiccatamente di punta, molto sensibile, di lunghezza pari ai 6'6" (circa 2 metri), abbinata ad un mulinello di taglia 1000 con su un trecciato dello 0.8 dal miglior carico di rottura possibile (a volte anche 0.6, per fare una maggiore distanza di lancio), con un terminale in fluorocarbon o nylon di almeno un metro.

La leggerezza della combinazione unita all'estrema sensibilità mi fanno godere appieno delle sensazioni che si possono provare in quelle serate solitarie, caratterizzate dall'assoluta calma del luogo e dalla concreta possibilità di incontrare il pesce belloccio (anche se non enorme) o magari di avere attacchi ripetuti di spigolette in branco, assaporando l'opportunità di divertenti combattimenti con un attrezzatura finesse.

Combo medio leggera

Appena sopra alla combo leggera si piazza l'attrezzatura medio leggera, quella che uso maggiormente con il branzino perché si sposa con una moltitudine di situazioni differenti. Si può pescare nel calmo come nel moderatamente mosso, nell'ampia foce, come nel piccolo canale, nel porto tra le barche come in piedi sullo scoglio, insomma è l'attrezzatura più vicina a quella che potremmo definire veramente all round. In questa fascia di equipaggiamento non avremo particolari difficoltà nel gestire esche un po' più voluminose ed ambienti più complicati, a patto di utilizzare le corrette esche nei giusti momenti e giusti contesti.
E' la tipica attrezzatura valida a ricercare la spigola nel tratto terminale dei fiumi con corrente moderata, in zone lagunari o paludose, nel più ampio ambito portuale, dalle scogliere sul mare, dalle dighe frangiflutti, dalle spiagge con buon fondale, anche in condizioni atmosferiche moderatamente negative, cioè con venti non troppo forti ed il mare con onda formata non troppo elevata, utilizzando esche un po' più pesanti e "corpose" rispetto allo spinning light. Entrano in campo quindi una moltitudine di minnow, jerk, wtd, popper, gomme innescate con testine piombate e metal jig con pesi e misure superiori rispetto a quelli gestibili con la prima combinazione leggera e quindi più adeguati ad affrontare situazioni ambientali e metereologiche meno tranquille.

La combo che utilizzo è formata da una canna da 1/2 oz. (circa 15g), sempre con azione predominante di punta, ma senza eccessi o per meglio dire una moderate fast, di lunghezza pari a 7' (circa 210 cm) abbinata ad un mulinello di taglia 2000 con imbobinato un trecciato dello 0.13 (sempre dal migliore carico di rottura possibile) con il classico terminale in fluorocarbon (o anche in ottimo nylon) di almeno un metro di lunghezza.

La polivalenza dell'abbinamento appena descritto e di quelle che consentono di partire per una battuta di pesca alla spigola ad occhi chiusi, nel senso che: ovunque andrò, ci pescherò. Dalle esche piccole a quelle un po' più corpose, da spazi chiusi a spot ampi, con un po' di attenzione e perizia questa attrezzatura permette di affrontare una battuta di pesca con relativa tranquillità, permettendo di gestire più o meno ogni situazione.

La spigola rende felici tutti i pescatori
Combo media

Salendo nelle grandezze arriviamo all'abbinamento che utilizzo per affrontare le situazioni di pesca più complicate, quelle in cui vado cercando il "pesciolone" in condizioni poco amichevoli, intese nel senso dello spot o della situazione atmosferica. Tipici esempi sono le scadute dopo una mareggiata con onda ancora alta, affrontate dalla battigia, dagli scogli, da una diga foranea o magari quelle pescate effettuate alle foci dei fiumi quando, dopo una piena autunnale, la corrente spinge ancora forte in mare.

In queste situazioni utilizzo una canna lunga 7'6" (circa 230 cm), con azione "M" parabolico progressiva, e potenza di lancio da 3/4 oz (circa 21g), abbinata ad un mulinello di taglia 3000 con imbobinato un buon nylon dello 0.28, che mi fa perdere un po' più di distanza nel lancio rispetto ad un più fine trecciato, ma mi permette di non correre grossi rischi nei casi in cui il moto ondoso, la corrente o la risacca sbattano il monofilo su scogli, funi o detriti. Ed inoltre il nylon (scelto logicamene tra i migliori) con la sua elasticità lavora insieme alla canna, assecondando il moto ondoso ed il suo tira-spingi, cosa che può fare una grande differenza in fase di combattimento. In queste situazioni le esche hard la fanno da padrone e potremo utilizzare jerk, minnow, popper, wtd e metal jig di dimensioni e pesi maggiori, anche per bucare l'eventuale vento contrario. Naturalmente di grammature compatibili con la potenza di lancio della canna.

E' la classica combo da "sfogo", quella che prediligo quando dalla finestra vedo minacciose nubi in lontananza o mi accorgo che il vento sta spirando ancora forte e mi aspetto di sentire la spuma delle onde sulla faccia, con il mare che mi accoglie con il suo inconfondibile fragore, mentre sogno il pezzo da guinnes dei primati estirpato dai frangenti (utopia da spinningofilo).

Preso appunti? Bene! Elencate le mie tre combo di fiducia, tengo a ripetere quanto ho detto nella prima parte: io sono un amante del leggero. Ciò vuol dire che qualcuno potrebbe storcere il naso, rimanere dubbioso e preferire potenze più elevate, salendo di qualche grammo di potenza o grado di rigidità rispetto a quanto detto da me. Niente di male.
Questo però andrà fatto solo e soltanto se sarà il nostro gusto personale a richiederlo e non perché qualcuno afferma a gran voce che per pescare in mare occorrono necessariamente canne moto potenti, rigide come pali della luce, trecciati utili ad ormeggiare petroliere e mulinelli potenti come argani a motore. Certo, per pesci come lecce amia, ricciole, barracuda, tonnetti e via discorrendo questo dettame è corretto. Per la spigola no. Anzi, un attrezzatura eccessivamente sovradimensionata, oltre a privarci di molte sensazioni, potrebbe essere addirittura controproducente ai fini della riuscita della battuta di pesca. Basta pensare al lancio e gestione di gomme leggere, anche spiombate, o alla perdita di sensibilità nei recuperi a contatto con il fondo, quando l'artificiale zucca continuamente contro ghiaia, massi o anche semplicemente le ondulazioni della sabbia.

Un pesce che merita una carezza
Ricapitolando: il campo delle attrezzature indicate per la pesca a spinning della spigola (perlomeno secondo il mio pensiero, tengo ancora a ribadirlo) va dal light alla media potenza. Le canne, i mulinelli e gli artificiali andranno pertanto scelti di conseguenza, tenendo in massima considerazione il luogo e il tempo in cui andremo a praticare più spesso la nostra pesca al branzino. Inutile sarà una canna da 3/4oz nelle serate di calma piatta nelle quali dovremo usare gomme da 5 cm, come inutile sarà sfoderare una attrezzatura leggera in piedi su una diga foranea con onde di due metri durante una scaduta, magari col vento in faccia. Ad ogni ambiente, ad ogni situazione, dovrà corrispondere l'adeguata risposta del pescatore, come uno spinning fatto bene richiede.

Va da se, per quanto detto fino ad ora, che un buon pescatore a spinning dovrà comunque mantenere una certa elasticità mentale, perché potrà accadere di dover usare delle combo "promiscue" rispetto a quelle su indicate, come ad esempio in quelle occasioni in cui, scegliendo una canna leggera, si debba necessariamente utilizzare un trecciato sovradimensionato perché pescando in uno spot complicato si è preventivata un estrazione di forza del pesce. Oppure in quelle situazioni in cui per fare molta distanza nel lancio diventi conveniente utilizzare la nostra 3/4oz con un trecciato di basso diametro, giusto per sparare molto lontano dalla riva metal jig da 15g a 21g.

Per concludere degnamente questo post, mi permetto di dare qualche altro suggerimento sull'attrezzatura: se non si è amanti del guadino (attrezzo comunque tra i più utili in assoluto), quando andremo a pesca di spigole converrà comunque avere a disposizione un buon boga grip, uno qualsiasi offerto dal mercato, basta che sia rapportato alle possibili dimensioni del pesce che stiamo insidiando. In linea di massima il branzino, come caratteristiche morfologiche, è quasi sovrapponibile al persico trota e quindi l'utilizzo corretto di questo ausilio non arreca particolari danni al pesce, permettendoci di effettuare salpaggi in tutta sicurezza. Lo dico perché la spigola (da noi detta anche "ragno" a ragion veduta) ha il vizio di dimenarsi e bucare le nostre povere mani con le sue appuntite spine opercolari. In linea di massima possono procurare solo un po' di dolore, ma nei casi estremi, soprattutto in caso di rotture della spina sotto pelle, potrebbero addirittura causare delle infezioni mai piacevoli da curare.

Sempre con lo scopo di facilitarci nelle operazioni di slamatura, converrà avere a disposizione una pinza a becchi lunghi, molto utile nei casi in cui il pesce ingoia di reazione il nostro artificiale. Inoltre consiglio, anche se si sta parlando di un pesce associato al mare, di affrontare le battute di pesca con indosso dei comodi stivali a coscia. Logicamente se si deciderà di effettuare una battuta di pesca da comodi moli portuali saranno inutili, ma se invece si puntasse alle spiagge, alle foci, alle scogliere o anche all'interno dei fiumi, avere la possibilità di entrare in acqua almeno fin sopra al ginocchio potrà tornare molto utile ai fini delle catture. E dulcis in fundo, poiché la spigola è un predatore che ama la notte, una torcia da fronte è da ritenersi assolutamente indispensabile per un pescatore a spinning che vuole definirsi a tutti gli effetti un perfetto spigolaro.

Spigole tremate!

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Per un nuovo articolo, ci rileggiamo mercoledì prossimo!

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