lunedì 18 aprile 2016

AperiSpinning 2016: caro amico persico trota, rieccomi!

In principio era il cavedano. Poi, visto che il Signore aveva creato tanti altri pesci, perché non dedicarsi anche a questi? E così fu. Per il mio 2016 pre cena ho iniziato ad infastidire anche il black bass, antagonista che da qualche mese avevo lasciato in disparte.

Il famoso manifesto dell'AperiSpinning Cavedanoso
Uscito dall'ufficio, in quelle due ore scarse di sole e di tempo prima del sedersi a tavola, ho provato a tornare in una cava vicino casa dove in passato avevo effettuato catture interessanti. Ed in effetti, arrivato sul posto, le classiche bollate da boccalone tradivano una certa attività predatoria, cosa che mi ha fatto immediatamente arrapare. "Stasera buco di sicuro!" ho pensato. Ed in effetti mi sono immediatamente bucato nelle spine di rovo messe scientificamente di traverso al viottolino, giusto all'altezza delle mani... Un ottimo inizio, al pari della prima mezz'ora di lanci, assolutamente senza risultati nonostante l'attività del pesce fosse ancora ben visibile.


In questi momenti il gran pescatore a spinning si ferma a ragionare, fruga nelle proprie bustine di esche ed estrae il segreto per pescare il black bass in lago. Io no. Mi sono limitato ad osservare il luogo cercando l'intuizione giusta. La prima cosa che ho notato è stato il gran numero di ranocchi saltellanti tra le canne, cosa che mi ha spinto a cercare un artificiale il più possibile simile a loro. Non avendo però imitazioni specifiche, la mia scelta è ricaduta su un grub a due code, un ottimo surrogato del nuoto del simpatico anfibio, innescato texas, spiombato, giusto per recuperarlo in superficie o poco sotto il pelo dell'acqua.

Che la scelta fosse azzeccata me lo ha dimostrato immediatamente il centrarchide, visto che al secondo recupero è partito l'attacco. BAM! Due testate e... nulla. Ci può stare. Era tanto che non pescavo il bass, magari mi sono arrugginito.
Più convinto che mai ho insistito sulle canne e SBAM! Altra botta secca. Due testate e... nulla. Cavolo, due su due.
Non demordo, insisto, ci credo e RIBAM! Due testate e... nulla. Quale scorno. Niente di eclatante, ma erano pezzi tra il mezzo chilo ed i 750 grammi, più che dignitosi per il ritorno al bassfishing con risultati decenti.
Solo sul finire, poco prima di andarmene, il più piccolo del lotto si è fatto catturare.

Un giovane black bass catturato nel canneto
La successiva sera, ormai inviperito dal 3 a 1 rimediato contro il boccalone, mi sono diretto nuovamente sulle rive della cava in questione, per vedere di risollevare le sorti della precedente debacle. Selezionata la medesima esca, ho iniziato l'opera di ricerca del persico trota lungo i vari canneti del laghetto ed il risultato è stata una quasi immediata cacciata sul mio grub double tail. Ferrata e... nulla. Questa volta mi aveva tradito l'eccessiva foga e con il colpo di polso al bass avevo praticamente tolto di bocca l'amo.
Un attimo per respirare, valutare la situazione, ritarare i miei meccanismi di pesca e via. Qualche altro lancio, qualche stop, qualche vettatina e taaac.

Un piccolo bass goloso di rane
Nella successiva mezz'ora, sempre insistendo con la medesima tecnica, sono riuscito a catturare altri due bass di dimensioni medio piccole, ma molto combattivi.

Un vispo boccalone
Finalmente il mio score era risalito a livelli accettabili. Su quattro attacchi, tre sono state le catture. Già meglio per un arrugginito bassman di periferia. Ed almeno sono riuscito a concludere un aperispinning decente, divertendomi e, cosa ancor più importante, migliorandomi. Si, perché da ogni avventura di pesca, breve o lunga che sia, anche con prede piccole come queste, il vero spinningofilo riesce a trarre degli insegnamenti importanti e quindi affinare l'efficacia della propria tecnica di pesca al persico trota. Quali insegnamenti?
L'ultimo black bass della serata

APPROFONDIMENTI TECNICI

La prima lezione da trarre è quella di iniziare sempre la propria battuta di pesca analizzando bene il luogo. In questo caso la svolta è stata determinata dall'aver selezionato un artificiale simile al foraggio presente nell'ecosistema circostante, cioè le rane. Ciò non vuol dire utilizzare necessariamente una ranocchia in gomma identica a quelle vive, ma semplicemente cercare nelle proprie plano un qualcosa che possa simulare il più possibile tale anfibio. Quindi in generale, anche in fase di organizzazione delle proprie scatoline, per pescare con successo il black bass considerate sempre l'idea di avere una scorta di esche che possano assomigliare agli esseri viventi presenti in ecosistemi lacustri o fluviali, come le rane, le lucertole, le libellule ecc. Un cappotto evitato od una buona cattura potrebbero dipendere proprio dalla disponibilità di artificiali specifici.

La seconda lezione è quella di controllare sempre gli attrezzi del mestiere. In questo caso, ad esempio, controllando l'amo di innesco utilizzato la prima sera mi sono accorto che era spuntato, cosa che ha sicuramente contribuito al padellamento reiterato del giorno precedente. Tutti gli ami della busta presentavano questo difetto nonostante fossero nuovi e me ne sono accorto solo con una pressione del polpastrello sulle punte. Una veloce affilata con il dremel e tutto si è risolto, ma intanto ho perso varie catture ed ho passato una serata triste e sconsolata a rimuginare sulla mia inettitudine alla pesca.

In sintesi, la buona riuscita di una battuta di pesca dipende molto da quello che si fa prima di affrontarla, organizzando bene le plano dei propri artificiali e controllando minuziosamente tutta la propria attrezzatura. Potrebbe fare la differenza tra catturare il pesce della vita o recitare quell'impronunciabile rosario che vi sottrarrà il paradiso alla fine della stessa.

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