venerdì 5 luglio 2013

Black Bass Mania! Con luglio riparte l'avventura. Spinning al persico trota di inizio estate

Dopo la giusta chiusura per preservare la specie, è finalmente arrivata l'agognata apertura alla pesca del persico trota! Ed anche quest'anno non mi sono fatto mancare la prima battuta a spinning al black bass nel classico laghetto.
Ecco a voi il racconto di come è andata.

Finalmente sembrerebbe che l'estate sia iniziata (nel senso meteorologico del termine), anche se un po' di incertezza rimane... ma con il 1° di Luglio una certezza l'abbiamo: l'apertura della pesca al famigerato persico trota, meglio conosciuto con il suo nomignolo yankee di Black Bass.
E' si. Se si è pescatori a spinning, l'appuntamento con il facinoroso centrarchide non può proprio mancare nell'agenda degli appuntamenti. Il bass rappresenta il massimo per la pesca a spinning (o casting), visto che questo particolare predatore sembra gradire qualsiasi stranezza gli si materializzi davanti agli occhi. Quindi è il top per noi poveri pescatori; poveri inteso come vittime del fascino di milioni di esche dalle forme, colorazioni e movenze tra le più strane possibili e quindi vittime sacrificali della pubblicità delle maggiori case di artificiali del pianeta.

Così, trovata la serata adatta, nella ormai consueta tradizione dell'AperiSpinning, io e l'amico Ciospatito ci siamo fatti sopraffare dalla voglia di confrontarci con l'amico verdognolo americano. Appena scelta la destinazione, con la scimmia dello spinning al black bass tenacemente aggrappata alle nostre spalle, siamo partiti a velocità supersonica verso le sponde di un "segreto" laghetto selvaggio, noto (tra noi spinningofili sognatori) per le difficoltà di cattura, ma anche per la notevole taglia media degli abitanti pinnuti.

Arrivati sulle sponde dello specchio d'acqua, abbiamo immediatamente notato la presenza a galla di molta minutaglia, cosa che ci ha subito indirizzato ad una pesca di superficie. Oltretutto l'occasione era ghiotta per provare in pesca le mie creaturine autocostruite in questo lungo inverno, studiate appositamente per occasioni come questa. E quindi la scelta iniziale dell'esca, per una volta ameno, è stata piuttosto semplice e veloce.
Alcuni autocostruiti creati appositamente per la pesca in superficie
Ho iniziato così a sondare gli immediati sottoponda, utilizzando il WTD di colore arancione (quello più piccolo del lotto), ma non ho avuto alcun risultato. Ho poi orientato il mio interesse verso una piccola ansa del laghetto, caratterizzata da canneti e fronde semi sommerse, facendo alcuni lanci a sondare tutto il perimetro. Ma anche in questo caso niente. Il posto però sembrava molto promettente e quindi ho deciso di rimanere comunque sullo spot, ma cambiando l'esca ed optando per il WTD di colore verde, leggermente più grande e quindi più adatto a creare maggior disturbo in fase di recupero. Al terzo lancio ho notato una sagoma sospetta poco dietro l'artificale. "Plikki, plikki" stop "plikki, plikki" stop, una ripartenza veloce e... BLUOP! Il bass ha attaccato ferocemente il mio piccolo WTD, facendomi sfrizionare il mulinello caricato con un monofilo dello 0,25, difendendosi tenacemente fino al salpaggio definitivo.

Il primo black bass dell'anno
L'esca autocostruita in bocca al persico trota
La soddisfazione, inutile negarlo, è stata tanta. Il primo black bass dell'anno, oltretutto belloccio, catturato con un esca autocostruita è stato veramente il massimo della goduria. La medesima che  purtroppo stavano provando le legioni di zanzare assassine nel succhiare ettolitri del nostro sangue (non uso più Autan o similari perché mi sono convinto che alla fine incidono come scent puzzolente sulle esche...). Ma ormai l'arrapamento era ad un tale livello stellare che ci aveva reso insensibili al salasso delle zanzare di stazza prossima a passerotti, tanto che abbiamo continuato imperterriti la nostra battuta.

Con l'imbrunire l'attività superficiale si stava via via esaurendo e quindi ho scelto di passare alla gomma, cercando il pesce sul fondale e negli anfratti del canneto. Una beccata decisa, ma la ferrata tardiva non mi aveva permesso di vedere chi avesse osato ciucciare il saporito vermone a forma di sigaro. I tentativi di lancio con recupero a strusciare il fondale si susseguivano, ma l'unico risultato che ho avuto è stato quello di perdere amo ed esca su qualche ramo sommerso, nonostante l'innesco anti incaglio con amo off set.

Il rischio è però l'unica via per stanare il pezzo bello. Così ho cercato un nuovo verme in gomma, questa volta più sottile, più morbido e con aromi più forti, per provare a sondare proprio l'interno del canneto. Ho calibrato il lancio in modo da far entrare il vermetto proprio dentro i primi centimetri delle canne, in quello spazio che spesso nasconde il massimo godimento. Al primo tentativo non ho percepito alcuna reazione. Al secondo ho invece sentito distintamente una trillatina. Piccolo? Grande? Difficile dirlo in quel frangete. Così ho messo in tensione il filo e la trillatina era ancora percepibile, quindi...
FERRATA-COME-SE-NON-CI-FOSSE-UN-DOMANI!

"Ho ferrato il fondo" è stato il primo pensiero, ma poi uno scarto sulla destra, una decisa sfrizionata ed ho sentito qualcosa di muscoloso ed arrabbiato all'altro capo della lenza. La lotta è stata lunga e divertente, con la sagoma del pesce che faceva capolino nell'avanzato crepuscolo. "Sembra proprio bello!" ho pensato. Con l'aiuto di Ciospatito (eroico di fronte al rischio di essere divorato dal famelico mostro del lago, appostato sul fondo in attesa dello sventurato pescatore a fare da pasto... il buio può mettere in testa anche queste strane idee) sono riuscito ad avere la meglio sull'indiavolato torello
Il black bass di tutto rispetto appena estratto dall'acqua
Un meritato "selfish" con la codona in primo piano

Serata sicuramente da incorniciare. Un apertura al black bass coi fiocchi, con due pezzi soli catturati, ma veramente combattivi e di taglia soddisfacente. La classica serata che alimenta ancora di più la passione, spronandoti a proseguire senza mai cedere allo scoraggiamento, perché il bello può sempre arrivare.
Un ultima foto al persico trota prima del giusto rilascio
E tutti vissero pescando contenti...

Nessun commento:

Posta un commento