martedì 12 febbraio 2013

Avremmo a disposizione il paradiso, invece ci accontentiamo del purgatorio

Dopo varie settimane a digiuno di pesca, domenica mattina sono riuscito a riprendere una canna in mano, destinazione spigola al mare. Le intenzioni c'erano tutte e la voglia era tanta, ma appena arrivato sullo spot mi sono subito reso conto che qualcosa non quadrava. "Ci sono circa 5°, una leggera scaduta di libeccio ed un vento freddo e teso di tramontana" mi sono detto. "Ho un cappello da militare sovietico, due maglioni di pile e sto perdendo la sensibilità alle dita delle mani. Quindi..." mi sono domandato "come cavolo è possibile che ci siano cinque arzilli settantenni in costume a fare il bagno?"
La risposta che mi sono dato è stata identica a ad un altra domanda che mi sono posto a fine mattinata, ovvero: "come mai non ho preso una cippa manco oggi? Eppure le condizioni sembravano esserci...".

Volete sapere quale è?
Trote così se ne vedono sempre meno in Italia
Prima di dirvela, vi racconto un aneddoto.
A Settembre dello scorso anno mi ritrovai in un capoluogo del nord Italia per questioni di lavoro, con relative rotture di scatole annesse. Durante la breve pausa pranzo, onde evitare l'insostenibile abbiocco pomeridiano, feci qualche passo per il centro città, dirigendomi in una piazza con tanto di fontana, panchine e verde pubblico. Al limitare della stessa sentii distintamente scorrere l'acqua dentro un fossetto, una calamita irresistibile per qualsiasi pescatore appassionato.
"Chi sa se ci sarà qualche pesce a nuotare, magari qualche bel pesciolone rosso buttato dai ragazzini o qualche strano pinnuto esotico liberato dagli acquari di casa...".
E così mi affacciai.
Un insignificante fossetto cittadino che invece...

Questo era il fossetto, praticamente un canale di scolo largo poco più di due metri e profondo una quindicina di centimetri, con inizio sotto ad un palazzo e fine sotto ad un altro. Nelle città toscane che frequento sarebbe stata definita una classica "fogna". Attraversando un piccolo ponticello mi sporsi con l'intento di contare la spazzatura adagiata sul fondo e magari cercare finalmente di individuare quel cazzo di tappo di bottiglia del succo di frutta con la bandiera degli USA che non ebbi mai la fortuna di trovare da ragazzino. Uno di quei crucci mai sanati della mia gioventù da collezionista.

Ed invece venni attratto da qualcosa d'altro...

Aguzza la vista!
Avete visto anche voi?
Avete abbastanza aguzzato la vista?
Se non ci siete riusciti, vi agevolo volentieri. Ma sappiate che allora non siete dei "veri" pescatori se effettivamente non siete riusciti ad individuare quello che c'era da notare.
Il mimetismo della trota
Stupore e meraviglia. Ma sono proprio quelle? Si, sono proprio loro: trote fario! Alcune anche belle. La gioia di ogni pescatore con esche artificiali. Spinto dallo stupore ed attanagliato dalla curiosità, percorsi parte del tratto scoperto per vedere di individuare qualche altro esemplare. Ebbene...
Trote nella corrente
Questa non era per niente male. Una bella fario in corrente a bollare sulle effimere in schiusa pomeridiana. Che spettacolo! Rimasi ad ammirare il salmonide per alcuni minuti, pensando a come avrei potuto pescarlo se avessi avuto modo e possibilità. I miei pensieri vennero però interrotti da un secco "clock" pochi metri più avanti. "Caspita che bollata!" pensai.
Con lo sguardo arrapatissimo da tali visioni cercai il luogo di provenienza dello schiocco e mi avvicinai ingrifato come una scimmia.
Una bellissima fario attende di bollare sulle effimere
Eccola li. Bella e ticcia come poche. Vista l'altezza dalla quale la vedevo la stimai sui 40 cm. Un bel pezzo veramente. Che meraviglia.
Allora pensai ai corsi d'acqua cittadini che abitualmente vedo, rendendomi conto di quanto abbiamo alterato la natura e sciupato le risorse ittiche, visto che sarebbe ancora possibile vederci pinneggiare allegramente esemplari di quella stazza, come in questo incredibile esempio.
Che grande amarezza.... La nostra regione non si è dimostrata all'altezza di preservare il proprio (anzi, il nostro) ambiente.

Ma torniamo all'argomento principale: perché non sarò riuscito a prendere niente? Forse perché di pesci non ce ne sono più? Forse perché anche il mare avrà subito le medesime sorti dei corsi d'acqua toscani? La situazione negli anni è sicuramente peggiorata e molto potremmo fare per migliorare una natura ormai violentata. Su questo non ci sono dubbi. Anzi sarebbe l'ora di darsi una svegliata, perché avremmo a portata di mano un paradiso alieutico ed invece ci accontentiamo di un misero purgatorio.
Però la risposta alla domanda iniziale della storia è un altra, molto più semplice e lampante nella sua essenza: non ho pescato nulla perché sono una fava!

Come lo erano i cinque settantenni che facevano il bagno in una gelida mattina di Febbraio... 

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