giovedì 13 aprile 2023

Censimento obbligatorio pescatori marini: una vera puttanata!

 Cari lettori, perdonatemi il francesismo del titolo, ma quando ci vuole ci vuole. Penso che già sappiate dell'arrivo di questo nuovo onere scaturito dalla fantasia contorta di qualche simpatico politico che dalla sua comoda poltrona romana, profumatamente pagata dalle nostre tasche (non scordiamocelo mai), decide le sorti di noi poveri contribuenti senza comprendere appieno conseguenze e implicazioni. Ed ecco che nel 2023 arriva questo obbligo di registrazione sul portale del ministero fatto ESCLUSIVAMENTE per via telematica.

Sappiamo tutti dell'esistenza del censimento obbligatorio per i pescatori marini, istituito nel lontano 2011 con lo scopo (al quale nessuno ha mai creduto) di "contarci per contare", cioè far sapere in concreto quanti pescatori esercitano la pesca marina per avere peso verso le istituzioni. Una presa per il culo bella e buona. E vabbè, era ridicolo già a quel tempo questo censimento, ma alla fine la procedura era piuttosto semplice, sembrava potesse servire e quindi abbiamo chinato la testa ed abbiamo adempiuto all'obbligo, anche se malvolentieri.

Adesso invece abbiamo proprio travalicato il limite di sopportazione. E quindi voglio sfogarmi dicendo cosa penso di questa coscrizione obbligatoria ideata ed imposta a noi comuni cittadini.

E dico subito che un tale censimento è assurdo, ridicolo, sbagliato, aberrante, irragionevole, insensato, sbeffeggiante sotto almeno due punti di vista. Il primo e più importante è logicamente connesso all'idea che io debba necessariamente comunicare allo stato ciò che voglio fare nel mio tempo libero, visto che dovrebbero essere cazzi miei. Non essendo - la pesca in mare - un attività che ha un impatto diretto sul territorio, ne sugli altri cittadini, perché mai lo stato dovrebbe ingerirsi? I pesci del mare sono tutti italiani? Ma quando mai. Esercitandola limito la libertà altrui? Ma dove! Semmai è proprio l'esatto contrario. Quindi ogni tipologia di scusa "istituzionale" crolla miseramente, lasciando trasparire ciò che questo censimento rappresenta veramente: un ulteriore modalità di controllo su noi poveri cristi, controllo di un attività che altrimenti non sarebbe tracciabile. Ed in un mondo in cui anche le scorregge piano piano non passeranno più inosservate, un ulteriore limitazione della privacy proprio non ci voleva.


La seconda assurdità è che si obbligano le persone a farla solo ed esclusivamente con un riconoscimento dell'identità elettronico, come ad esempio lo SPID. Anche qui ci sarebbe da dire molte cose sull'idea malsana alla base di tale stupido obbligo. Come si può decidere di rendere valida un iscrizione solo fatta con ausili elettronici quando esistono ancora e sono perfettamente in corso di validità documenti di identità in formato cartaceo? Se la mia Carta di Identità stampata dal comune di residenza vale ad un qualsiasi controllo delle forze dell'ordine, perché non dovrebbe valere per una banale iscrizione ad un censimento?
E poi, essendo un libero censimento e non una licenza a pagamento, una firma di un mutuo o magari di un contratto di compravendita, perché dovrei fornire addirittura un documento di identità? Che rischi potrei correre se "dichiarassi" di essere pescatore marino e poi non lo fossi? Oppure se iscrivessi mio figlio, mio fratello o mia moglie tanto per fargli un favore? Che valenza legale ha un censimento del genere tanto da richiedere addirittura la necessità di una firma digitale?
Ci rendiamo conto dell'assurdità di questo precetto oppure no?

Ma siccome sbagliare è umano e perseverare è diabolico (e qui di diabolico vedo molto), non solo devo fare questa iscrizione ridicola, ma addirittura devo rinnovarla tutti gli anni!!! Come a dire che non basta semplicemente "confessare" una volta nella vita di essere stato e di voler essere un pescatore marino, ma ogni dodici mesi bisogna comunicare alle autorità che abbiamo intenzione di continuare a "delinquere" di anno in anno. Insomma non saremo più liberi di organizzare al volo una serata tra amici sulla spiaggia, in estate, portando le nostre canne a fondo per passare qualche ora in riva al mare, ne saremo più liberi di organizzare con nostro nipote (o con nostro nonno) quel pomeriggio rubato agli impegni quotidiani per passare qualche ora insieme pescando boghe con il galleggiante, scambiando due affettuose chiacchiere. Ne saremo più liberi di fuggire dalla nostra moglie sdraiata sotto il sole cocente di agosto per correre sul molo vicino e fare due lanci con la nostra attrezzatura ultralight. Da ora in poi dovremo programmare tutto prima e rompersi i coglioni tutti gli anni con questa procedura di iscrizione del cazzo.
Non suona un po' come una limitazione alla nostra libertà?
E poi pensiamo agli anziani che non hanno ancora molta dimestichezza con la tecnologia, ma hanno invece moltissima dimestichezza con le tecniche di pesca classiche ed amano farsi dei rilassanti pomeriggi con canna alla mano: c'era proprio bisogno di rompergli i coglioni con questa cosa?

Sono consapevole che i problemi dei giorni nostri sono ben altri e (apparentemente) ben più gravi, ma se iniziamo a cedere anche sul nostro tempo libero, concedendo a qualche papavero di decidere di incasellarci in un elenco di nuove vacche da mungere impunemente, gli daremo modo un domani di controllarci su ogni più piccola nostra attività di vita. Ami pedalare con gli amici nel fine settimana? Patentino obbligatorio per i cicloamatori che percorrono le vie provinciali con limitazione al sabato, domenica e festivi. Ami correre dopo l'orario d'ufficio? Licenza obbligatoria per lavoratori con la fregola della corsa da esercitare dopo le 18, ma prima delle 20, con pausa del venerdì per consumazione di aperitivi. Ami fare la scampagnata al mare con la tua famiglia? Censimento obbligatorio per nuclei famigliari con vivande al seguito, con giornaliera dichiarazione del menù e della presenza di conigli fritti o cinghiali in umido. Ami scopare sul divano di casa? Permesso obbligatorio speciale illimitato provvisorio alla copulazione su poltrone e sofà, con termine la domenica.
Tutto rigorosamente a pagamento, naturalmente.
Ma vi rendete conto?

Cari miei, quando si raggiunge il culmine, è ora di dire basta!

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