mercoledì 24 marzo 2021

Tramontana, pesce in tana! Miti e leggende della pesca da sfatare

 Quando sul calendario si leggono i nomi dei mesi invernali, prima di uscire dal comodo tepore casalingo ed affrontare il destino canna alla mano, il buon pescatore si affaccia preventivamente alla finestra a valutare se soffia il vento ed infuria la bufera. E quando il vento gelido proviene dal nord, la prima cosa che si pianta nella testa del nostro eroe è il nefasto detto "tramontana, pesce in tana". Così chiude le tende, abbandona l'idea di epiche avventure ittiche ed inizia ad insidiare il lato femminile della coppia per capire se tale detto si possa concretizzare in altri modi altrettanto divertenti. Ottima alternativa.

Ma poiché quasi mai avrà la collaborazione del lato femminile nel far "intanare" il pesce, il buon pescatore potrà comunque gioire nell'apprendere che la possibilità di godere della pesca a spinning, anche sotto una sferzante tramontana, non è del tutto persa. Anzi, in alcune occasioni le condizioni atmosferiche appena descritte, cioè vento freddo dai quadranti nordici e mare calmo (parlo del mio lato occidentale della nostra penisola), potranno addirittura garantirci avventure di pesca molto divertenti, a patto di affrontarle con la giusta attrezzatura in mano e di viverle in particolar modo nelle ore serali, cioè da poco prima del tramonto a notte fonda.

Pesce serra con darter
Vento di terra, freddo, mare calmo... perfetto per i serra
Sono i momenti in cui vale la pena utilizzare il lato più leggero della nostra attrezzatura, scegliendo canne con potenze di lancio da 1/4 oz (7 grammi circa) od anche meno, con abbinati i giusti  mulinelli (ne parlerò dopo) ed i corretti trecciati di piccole dimensioni, utilissimi a lanciare lontano esche di pochi grammi di peso. In questo modo entreranno nel nostro range di cattura anche i pesci marini di taglie inferiori, uno su tutti il sugarello, uno dei più piccoli carangidi in circolazione, dotato comunque di un entusiasmante attacco sull'esca e capace di fughe molto divertenti se gestite con attrezzature leggere. Con il buio, sarà soprattutto lui il nostro principale antagonista.

Ma non è da sottovalutare nemmeno l'incontro con la spigola, che nel post frega si accosta a terra alla ricerca dei banchi di novellame per rifocillarsi dopo il periodo riproduttivo appena trascorso. E nelle giuste serate, quando i latterini saranno a portata della vostra canna, condividerà gli spazi e la cena con i su citati sugarelli, diventando un piacevole intermezzo tra l'attacco di un carangide ed un altro. Oltretutto con la ghiotta possibilità di catturare anche pezzi di notevole dimensione.

Dulcis in fundo, non dimentichiamo il rissoso pomatòmide, ormai stanziale amico dello spinner italico, sempre (o quasi) disponibile a lanciarsi sulle nostre esche recuperate nel limpido mare invernale, benché il pesce serra venga considerato dalla maggioranza dei pescatori (a sua insaputa) un pesce prettamente estivo. Anche con lui dovremo abbandonare l'idea di utilizzare le tipiche grandi esche che troneggiano nelle plano a lui dedicate, quindi ciao ciao jerk o needle lunghi venti centimetri ed oltre. Dovremo puntare invece su artificiali più piccoli e che si prestino a recuperi anche lenti, una cosa che renderà divertentissimo l'attacco ed il successivo combattimento.

Sugarello con minnow
Il sugarello, tipico amico d'inverno
Come si sarà già intuito, sarà proprio la leggerezza a fare la differenza. Alla canna tipica da light spinning (o addirittura ultra light spinning) andrà però abbinato un mulinello un poco più grande del dovuto, anche a rischio di sbilanciare la combo. Questo si rende indispensabile per affrontare con relativa tranquillità quei casi in cui ad attaccare la nostra "eschina" fosse un pesce davvero bello, come appunto un corpulento serra od una spigola oversize. Quindi la misura minima accettabile del mulinello dovrà essere almeno una taglia 2000, caricata esclusivamente (per fare tanti metri di riserva in bobina) con un ottimo trecciato dello 0.8 o 0.10 valido per lanciare i nostri piccoli artificiali il più lontano possibile, spesso una condizione indispensabile per avere successo in pesca. Naturalmente si rende obbligatorio l'uso di un finale in fluorocarbon di almeno un metro di lunghezza, in modo tale che i nostri amici pinnati si concentrino sull'esca e non sul trecciato.

Capitolo esche: libertà alla fantasia personale rimanendo però nel campo delle dimensioni contenute. Non esageriamo nel microscopico con robette da trout area o da light rock fishing, ma rimaniamo comunque nel campo delle lunghezze intorno ai 9 cm massimo, sia che si parli di gomme, sia che si parli di hard bait.
Relativamente al mondo soft la regola fondamentale sarà: meno piombo possibile. Nei periodi invernali, con l'acqua generalmente molto limpida ed il mare piatto, la sinuosità dei movimenti delle nostre gomme potrebbe fare davvero la differenza ed un esca ingessata da una testina piombata troppo grande e pesante ci farebbe rischiare solo il cappotto.
Solito discorso per minnow e jerk, che dovranno avere una forma tale da permettergli si serpeggiare allegramente, anche a velocità medie, senza la necessità di continue e violente jerkate, privilegiando la formula dell'artificiale suspending perché molto spesso saranno gli stop a decretare il successo di un recupero.
Non escludiamo comunque il metallo, ovvero i piccoli metal jig da 5 a 7 grammi, che nelle serate di grande attività predatoria, con il pesce quindi in frenesia alimentare e magari un po' più lontano da riva, potrebbero essere "l'arma definitiva" e farvi vivere momenti di pesca molto divertenti.
Spigola
Tra un sugarello e l'altro arriva anche la spigolotta
E' chiaro che il freddo, il vento gelido di terra, il mare limpido e calmo rimangono comunque condizioni meteo complicate per il pescatore ed il cappotto sarà quindi sempre dietro l'angolo. Però con un po' di coraggio, un minimo di esperienza e sfruttando quello che le case produttrici mettono a disposizione del pescatore contemporaneo, quelle serate che i nostri nonni avrebbero battezzato come assolutamente improduttive potrebbero invece riservare grandi sorprese.

Sarà fondamentale per il successo valutare con molta attenzione gli spot che vorremo affrontare, selezionando quelli che ci daranno l'opportunità di avere più ambienti a portata di mano, garantendoci così la possibilità di effettuare brevi spostamenti per trovare condizioni differenti. Tipico esempio i porticcioli, nei quali sarà possibile pescare nel buio pesto o sotto la luce dei riflettori, dentro la calma darsena o verso il mare aperto, lungo le mura dei moli o tra gli scogli, a galla o sul fondo e così via. Più l'ambiente sarà variegato e più l'opportunità di incontro con differenti forme di vita pinnate sarà elevata, con conseguenti maggiori possibilità di cattura per noi. E quindi con rientri a casa così felici e rilassati che ci potrebbero garantire un altro tipo di "intanamento pescifero".

Provare, per credere!

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Per un nuovo articolo, ci rileggiamo mercoledì prossimo!

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