lunedì 1 ottobre 2018

Quando il mare è bello blu, la LAMPUGA fa per... tu! Report veloce sullo spinning alla lampuga in terra sarda

Ebbene si, dopo un estate passata piuttosto lontano dalla pesca (salvo un fugace ritorno al bass di metà luglio) in questo settembre mi sono riavvicinato con molta passione allo spinning, soprattutto marino. Una sera qui, una sera li, una sera giù, una sera su e poi è nata l'idea dell'avventura in terra sarda per fare un po' di spinning dalla barca alla ricerca di qualche bel pesciolotto raro da incontrare nella canonica pesca da terra.
Il meraviglioso blu cobalto del mare al largo

Così, caricati i bagagli in auto, io ed il solo lato maschile della famiglia, in un perfetto stile "zingaro" di Monicelliana memoria, siamo partiti alla volta della meravigliosa Sardegna, carichi di fiducia e speranza nell'affrontare il limpido mare che la circonda, bevendo Icnusa e mangiando papassini e  naturalmente tutte le altre leccornie che abbondano in questa regione (da visitare anche solo per la culinaria).
E così abbiamo passato due giorni da ricordare, praticando bolentino, trainetta e naturalmente spinning dalla barca su un gozzo molto comodo e molto "marino" nell'affrontare i perigliosi flutti del mare. Ma la Dea della Pesca ci ha dato in verità una grande mano, visto che ci ha offerto due giorni di mare forza 0, un bel sole caldo ed una quasi totale assenza di vento. In sintesi, delle condizioni magnifiche per stare in mare.

Risultato? Grande godimento con uno dei pesci più belli e divertenti da pescare del mediterraneo: la lampuga. Cari lettori, vi consiglio almeno una volta nella vita di organizzarvi per andare a pescare questo bellissimo pesce perché oltre ad essere magnifico esteticamente con la sua livrea tra il dorato ed il celeste metallizzato, è un notevole combattente ed un prelibato piatto da portata se fatto alla griglia a regola d'arte. Fidatevi.

Ceto non è semplice da incontrare, ma quando individuate il branco è una festa, anche solo per gli occhi (i vostri nel vederlo sfrecciare sotto il pelo dell'acqua mentre lanciate compulsivamente senza successo). Il segreto per trovarlo senza segnali in superficie? Bhe... ecco... io lo so, ma non ve lo dirò! Bene, bene, bene... Rosicate!
In posa felice e contento

No, via, ve lo dico: tenere una canna leggera da traina in acqua ed aspettare il primo strike. Dopo, quando avrete agganciato la prima lampuga e la starete portando sotto barca, preparatevi al vero delirio perché nove volte su dieci il branco inseguirà l'esemplare catturato e li inizierà la festa dello spinning.
Quali esche? Semplice: metal jig e cucchiaini. Scegliete voi quelli che vi piacciono di più, l'importante è che siano colorati e vi agevolino nel lancio (e naturalmente nella ferrata). Altro consiglio: montate un amo singolo! Una scelta obbligata se si intende rilasciare il pesce, ma anche una scelta furba perché la lampuga mangia decisa è non è raro che con l'ancorotto sia molto difficile procedere alla successiva slamatura in tempi rapidi. Visto che si gioca tutto in pochissimi minuti assicuratevi di avere comunque una buona scorta di esche già disponibili (se il vostro obiettivo è trattenere il pescato) perché può essere più proficuo sganciare l'esca e montarne un altra piuttosto che stare li a tentare una slamatura molto difficile.
Uno splendido pesce per una giornata divertentissima

Cari lettori, un po' di dritte ve le ho date. Datevi da fare e provate anche voi. Per uno spinningofilo catturare una lampuga è davvero un grande godimento. Ma badate, se avete la fortuna di incontrare un bel branco nutrito o anche più di uno (nel caso aveste un culo grosso come una portaerei) e siete intenzionati a trattenere il pescato, fatelo il modo sostenibile e coscienzioso: inutile fare delle mattanze! Trattenete qualche capo (il mio consiglio è non più di due a testa) ed il resto rilasciatelo con cura. La pesca del domani dipende da come ci comportiamo noi oggi, ricordatelo.

Buona pes... permanenza sul blog (cit. Black Bass e Co.)
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