martedì 13 maggio 2025

Artificiali e come legarli. Moschettone vs nodo diretto: un aspra diatriba che si trascina da anni

 Care lettrici (pochissime, sigh!), cari lettori, con questo post mi accingo ad affrontare un argomento che accende da sempre le discussioni dei pescatori a spinning di tutto il mondo: per collegare l'esca al nostro filo è meglio utilizzare un moschettone (snap) o è meglio legare direttamente il nylon/fluoro all'esca? Per alcuni la risposta è scontata, per altri non lo è affatto, per altri ancora è solo una semplice questione di gusti. E siccome "de gustibus non disputandum est", questi ultimi fanno spallucce e non si pongono problemi perché tanto è uguale. Ma è affettivamente così?

Proviamo a parlarne in libertà

Per alcune esche il moschettone e la girella aiutano
Su internet se ne leggono e sentono di ogni su questo argomento e quindi è chiaramente una di quelle questioni che non ha una risposta valida in assoluto - come spesso accade nella pesca - ma si presta ad essere considerata da vari punti di vista, in base alla situazione, alla tecnica, all'esca e naturalmente al pescatore medesimo. E siccome non mi piace imporre un pensiero unico, nelle prossime righe cercherò semplicemente di illustrare i vantaggi e gli svantaggi (secondo la mia esperienza) di un metodo rispetto ad un altro, sottolineando al contempo i punti di forza e di debolezza di una convinzione piuttosto dell'altra. Così ognuno dei lettori potrà farsi un idea un po' più chiara delle implicazioni e valutare secondo la propria coscienza.

Partiamo

Nodo diretto

I sostenitori più accaniti del nodo diretto sull'esca sono i "pro", cioè i pescatori professionisti che partecipano a gare e competizioni di pesca sportiva, coloro che generalmente utilizzano uno stuolo di canne e mulinelli, posizionate in modo organizzato su barche, kayak o belly boat. Non solo loro, naturalmente, ma solitamente chi ha la possibilità di preparare più canne per più tecniche, innesca gli artificiali con un nodo diretto. Se lo fanno i pro allora è il miglior metodo di sicuro, penserà l'attento lettore.
Procediamo con calma. In linea di massima i maggiori vantaggi di una presentazione "diretta" sono i seguenti:
  1. si elimina un possibile punto di rottura
  2. si utilizza l'esca con la galleggiabilità studiata in progettazione (per le hard bait)
  3. si ottiene maggiore sensibilità sull'esca
  4. si evita di raccogliere più sporco in acqua
  5. si evita di acquistare un altro componente
Cinque punti che effettivamente appaiono inattaccabili. Però è giusto valutarne concretamente la rilevanza mettendone in dubbio la fondatezza per alimentare una critica costruttiva, la base indispensabile per una decisione presa con cognizione di causa.
Su esche minute, meglio essere diretti
Al punto1 si può obiettare che oggigiorno gli snap (specifici per la pesca a spinning) sono costruiti con una tale accuratezza che è praticamente impossibile una rottura del metallo. E' vero, si possono aprire (a me in passato è successo), ma se succede è perché il pescatore ha semplicemente sbagliato la taglia del moschettone (come appunto accaduto a me).
Al punto 2 si può obiettare che per mantenere la solita galleggiabilità dell'esca e quindi il suo assetto in pesca, basta eliminare lo split ring in dotazione, utilizzando poi un moschettone di dimensione simile, tanto sono di misura standard sia gli split che gli snap.
Al punto 3 si può obiettare che tra legare il filo allo split in dotazione o ad uno snap, la sensibilità non può certo cambiare in modo determinante.
Al punto 4 si può obiettare che le alghe o i filamenti che possono rimanere attaccati ad un moschettone sono paragonabili a quelli che si possono attaccare allo split in cui si è legato il monofilo od al nodo stesso.
Al punto 5 si può obiettare che il costo di una busta di snap tutto sommato viene assorbito dalla quantità di filo che va tagliato ogni volta che dobbiamo cambiare un esca.

In fin dei conti, per ogni punto a favore del nodo diretto, si possono trovare obiezioni sensate che non fanno pendere così tanto la bilancia verso la posizione "addio al moschettone".
Passiamo al moschettone.

Moschettone (snap)

Chiunque abbia iniziato a pescare a spinning ha dovuto fare i conti con l'acquisto della prima busta di moschettoni. Un tempo erano in ottone (o almeno così si diceva), con una girellona in bella vista, un peso specifico di mezzo chilo e non tenevano una sega. Praticamente degli aggeggi dorati (che poi diventavano verdi alla prima pescata) che oggi farebbero accapponare la pelle anche del pescatore più inesperto ed incapace.
Ora la situazione è cambiata radicalmente ed in commercio si trovano snap specificamente studiati per la nostra tecnica.
Vediamo i maggiori vantaggi:
  1. si prestano a cambi veloci di esca
  2. si evita di tagliare svariati centimetri di lenza ad ogni cambio artificiale
  3. si lascia più libera l'esca di nuotare (soprattutto le hard bait palettate)
  4. si evita la possibile usura del filo logorato dai bordi dello split ring
  5. si ha maggiore comodità negli spostamenti agganciando lo snap ad un occhiello sulla canna (specifico o di un anello)
Anche in questo caso sembrano essere cinque punti davvero inattaccabili. Ma come prima facciamogli le pulci e vediamo di fare obiezioni sensate.
L'egi ha una girella incorporata. Tanto vale andare di nodo diretto
Al punto 1 si potrebbe tranquillamente obiettare che per fare un nodo, con un po' di pratica, occorrono davvero pochi istanti, quindi ogni scusa trovata è solo questione di pigrizia.
Al punto 2 si potrebbe obiettare che con un adeguato finale il disagio di un taglio è minimo e tutto sommato rinnovare un finale in nylon o fluoro più spesso non può che essere un bene per evitare spiacevoli rotture in fase di combattimento.
Al punto 3 si potrebbe obiettare che il tondo dello split è del tutto simile alla curvatura di un moschettone e quindi non ci sono sensibili cambiamenti.
Al punto 4 si potrebbe obiettare che se il nodo sullo split ring viene fatto nel punto giusto, difficilmente il filo può scorrere fino ad usurarsi perché intaccante ripetutamente sulle spaccature dell'anello.
Al punto 5 si potrebbe obiettare che nell'eventuale trasferimento con canna alla mano si può agganciare direttamente l'amo o l'ancorotto dell'esca all'occhiello sulla canna, facendo semplicemente attenzione a non bucarsi.

Per quanto detto nelle righe sopra sembrerebbe evidente una sostanziale parità tra i due metodi di innesco o meglio di connessione tra il nostro finale e l'occhiello del nostro artificiale. Ed in effetti, tutto sommato, la verità sembrerebbe essere proprio questa. Non me no vogliano i puristi, non sto prendendo posizione, ma mettendo di fronte pregi e difetti dell'uno o dell'altro metodo è indubbio che effettivi vantaggi non ce ne siano.

Detto questo, scendendo un poco più nella tecnica sopraffina, vi dico che invece esistono due situazioni in cui effettivamente un metodo sopravanza l'altro, una a favore del nodo diretto ed una a favore dello snap.

Partiamo dal nodo diretto: la connessione effettuata su un amo off-set, ma anche (anzi meglio) a gambo dritto come si sta preferendo ora, con innescata una gomma. Non parlo di un nodo banale sull'occhiello, ma di un nodo fatto a regola d'arte che si ancora al gambo dell'amo e poi passa attraverso l'occhiello dell'amo medesimo (vedi l'immagine di esempio sotto). 
Un nodo che mantiene perfettamente l'allineamento con il gambo dell'amo
In questo caso la sensibilità, nonché l'allineamento in fase di ferrata, tra l'amo e la lenza, è inarrivabile da uno snap. Che stiate pescato a texas rig a split shot o spiombati, qui il nodo diretto batte l'amico moschettone sotto tutti i punti di vista. Provate a fare degli inneschi in questo modo pescando con gamberi in gomma alla ricerca del black bass o morbidi shad per la spigola. Alle prime ferrate e successive catture capirete perfettamente cosa intendo. Uno a zero per il nodo diretto.

Ma anche il moschettone ha un punto di forza. Ed è il suo famoso "punto 1" già citato poco sopra: si, è vero, con la manualità ed un po' di pratica rifare un nodo ad ogni cambio di artificiale è un operazione piuttosto veloce, ma nella febbricitante frenesia di una mangianza, nella assai scomoda posizione di equilibrio precario su uno scivoloso scoglio, immersi nella notte nera come la pece, nei momenti di gelido freddo che intorpidiscono le mani, nonché quando la presbiopia inizia a farci bestemmiare, il poter cambiare un artificiale in tempo zero può fare davvero la differenza.

E quindi? Pareggio!
Lo so già che i puristi diranno con quel tono saccente "no, il nodo diretto è migliore, punto. Lo snap è da sfigati". Personalmente non me la sento di propendere per l'uno o l'altra metodologia, salvo appunto i due casi specifici di superiorità affrontati poche righe sopra. Alla fine è davvero una questione soggettiva del pescatore che dovrà decidere in base alle proprie esigenze, alla praticità ricercata o al gusto di effettuare determinate tipologie di innesco, la scelta tra le due. La pesca è essenzialmente libertà.

Alla prossima!

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