giovedì 19 novembre 2015

Chi si accontenta, gode! Almeno nei ritagli di tempo... Scorfani e cernie a spinning

E' tornata la famigerata ora solare! Così, di punto in bianco, le giornate che sembravano lunghe e ci illudevano ancora sulla possibilità di godere delle nostre passioni alla luce del sole ci hanno abbandonato, lasciandoci nell'oscurità più tetra e sinistra. Quali terribili mostri si nasconderanno nell'ombra? Molti. Ma avvicinandoci timorosi, ci accorgeremmo che sono ingobbiti, infreddoliti e brandenti un attrezzo lucido ed affusolato impreziosito da curiosi anelli... Si, sono solo poveri (bischeri) pescatori che dopo una giornata tremenda di lavoro cercano sicuro rifugio nella loro sana passione: la pesca.
After Hours Spinning, l'avventura in notturna continua
In perfetto stile AperiSpinning (per chi può ritagliarsi un po' di tempo prima di cena) oppure in After Hours Spinning (per chi preferisce le ore notturne prima di andare a dormire) coloro che hanno la fortuna di abitare vicino al mare, come il sottoscritto, possono dedicarsi ad un oretta o anche più di tranquilla pescata serale alla ricerca di qualche predatore marino. Naturalmente l'obiettivo primario rimane sempre Lei, la cara ed amata spigola, ma coloro che frequentano le acque salmastre sanno bene che non sempre si hanno a disposizione le condizioni ideali per il suo incontro. Anzi, quando si ha il tempo di pescare, praticamente mai. Ed in questi casi il pescatore si trova di fronte al dubbio amletico: continuare a cercarla con il rischio di cappottare o provare nuove vie alla ricerca di qualcosa di diverso?

Ognuno risponderà a proprio modo, come è giusto che sia, ma essendo un blog scritto da me, vi dico sinceramente che molto spesso cambio obiettivo nella speranza di avere quell'emozione che solo una "toccata", grande o piccola che sia, può regalare.
E così ho fatto anche in questa occasione, nonostante non avessi in mano un attrezzatura specifica per gli altri predatori marini, in questo caso rivelatisi quelli tipici del light rock fishing. Come ho detto in un altro post dedicato alla spigola (chi è curioso vada a leggere "Un estate... spigolosa"), in occasione di queste battute mi porto dietro sempre una selezione di esche in gomma, artificiali molto duttili a disposizione del "pescatore furbo" (o almeno che si crede tale...).

Se ne abbiamo una buona selezione al seguito, senza intendere con ciò un carrello della spesa pieno, si riesce sempre a trovare qualcosa che possa fare al caso nostro in occasioni dove i pinnuti più blasonati sono scioperanti o in ferie alle Maldive. In realtà non è nemmeno necessario variare radicalmente la tecnica di pesca, ma basta semplicemente variare la modalità di recupero ed i luoghi di interesse.

Una gomma classica da spigola ha attirato un bel esemplare di scorfano
In un ambiente come il porto, protagonista di questa battuta, gli spot validi sono gli stessi della spigola, ma va dedicata una particolare attenzione ai pennelli di scogli ed alle banchine in muratura verticali, zone perfette per le tane dei predatori grandi e piccoli. Se vogliamo mantenere qualche speranza di cattura per la spigola e compari più corpulenti, possiamo continuare ad effettuare recuperi classici (quindi non i tipici saltellamenti sul posto del rock fishing), avendo la semplice accortezza di farlo più lentamente, anche mooolto più lentamente, in modo tale che la nostra esca artificiale rimanga sempre a contatto con il fondo.

Una delle prede più facilmente rinvenibili nello spinning portuale è lo scorfano, molto sensibile al sinuoso movimento di artificiali in gomma recuperati "a strusciare". Oltretutto, in caso di cattura con questo tipo di tecnica, la taglia del soggetto sarà mediamente maggiore rispetto alla modalità di pesca tipica del light rock fishing. Come si vede chiaramene dalla foto sopra, l'esca catturante (ed i più esperti capiranno al volo quale è) è un artificiale tipico da spigola, anche per dimensione. Ma il paffuto scorfanetto non si è fatto minimamente intimidire, attaccando con decisione e difendendosi con grinta.

La cernia, un altro nobile predatore che frequenta le zone portuali
Il ragionamento si può estendere anche ad altre famiglie di predatori che popolano le nostre acque e possono essere trovati in aree portuali altrettanto facilmente agli scorfani (per come si possa intendere facile la pesca, naturalmente...). Nell'esperienza serale in questione, il secondo pesce goloso è risultato essere una piccola cernia, anch'essa caduta nella trappola dell'esca in gomma recuperata lentamente in prossimità del fondale. Una piacevole sorpresa, che merita sempre una foto ed un accurato rilascio, visto che la specie è da anni in sofferenza nei nostri mari maltrattati.

In conclusione, se non si è integralisti nel modo di pescare, durante una battuta di pesca a spinning si può anche variare i propri obiettivi, cercando di trasformare quell'oretta faticosamente ritagliata nell'arco della giornata in un momento piacevole e divertente. L'importante è adattarsi alle diverse prede modificando il proprio modo di pescare, utilizzando determinate esche in modi leggermente differenti da quanto si farebbe normalmente.

In questo caso le protagoniste sono state delle gomme molto morbide, dentellate ed a coda timonata, innescate su una testina piombata piuttosto leggera (3g.), in modo da arrivare sul fondo velocemente, però "galleggiandoci" sopra, cioè permettendo all'esca un movimento più sinuoso anche se susseguente ad una delicata vettata.

Occhio agli attacchi! Saranno secchi e decisi e richiederanno un recupero fulmineo, prima che il pesce tipico da agguato si intani. Ed a quel punto, addio esca, addio calamento, ma soprattutto addio pesce, nel senso che avrà un tragico destino assegnato.

E tutti vissero pescando contenti
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