mercoledì 2 gennaio 2013

Pesca e festività, della serie: chiudere l'ufficio con grandi speranze e riaprirlo con grandi delusioni (spigola di foce a parte)

Natale, tempo di festività e di sospirate ferie. Tempo anche per sognare un sacco di uscite di pesca, all'insegna delle più disparate prede e degli itinerari più agognati durante le ore passate in ufficio, sbirciando fugacemente i report di pesca pubblicati sui vari forum. Grandi pescate di spigole, catture di enormi lucci, lotte con pasciuti bass nel gelido inverno...
E tempo anche di grandi delusioni... Già... Perché prede catturate dagli altri a parte, i nostri sogni spesso si infrangono contro la realtà che ci vede costretti a girare come trottole impazzite tra un negozio ed un centro commerciale, tra un banchetto di mercatino ed un fioraio, alla ricerca e conquista degli ultimi e più complicati regali di Natale. E se ne vanno così antivigilia e vigilia...
Tutto fatto? Magari.
Le leggere libagioni natalizie
Natale e Santo Stefano sono i giorni dei parenti e degli amici, degli aperitivi e dei brindisi d'auguri, dei pranzi in famiglia e delle pantagrueliche cene, di quelle terribili rimpinzate di pancia da dodici portate che ti fanno venir voglia di svenire sul divano.
Ed altri due giorni sono andati...
Facciamo un totale di cinque includendo le ventiquattro ore necessarie a riprendersi da questo annuale marasma e ci si accorge che buona parte dei giorni di ferie sono ormai alle spalle.

Solo al sesto giorno ci si può organizzare per una pescata come si deve, quella che ti impegna almeno tre ore tonde di tempo della tua giornata e che ti permette finalmente di godere di un "meritato riposo". Ed è bene non lamentarsi troppo con mogli o compagne perché l'evento è da fortunati, visto che il Signore riuscì a riposarsi solo il settimo (e le mogli, compagne e fidanzate lo sanno benissimo e te lo possono far pesare).

Il giorno buono però poi arriva... il momento della riscossa...


Decisi quindi di dedicare quel pomeriggio libero alla ricerca della spigola natalizia, per salutare il 2012 con almeno un ultimo pesce in canna. Le condizioni meteo marine sembravano buone, ma non ottimali per una battuta di spinning direttamente in acqua salsa. Così la scelta cadde sulla foce di un fiume ed il suo tratto terminale. L'acqua era ancora velata per le recenti piogge, con quel colore verdognolo che negli anni si impara a riconoscere come buon presagio.
Attività superficiale non se ne vedeva, ma con le spigole non si può mai dire. Prima esca scelta, primo lancio e via. Nella prima ora di pesca alternai vari tipi di gomma, con recuperi lenti, spesso a lambire il fondo o addirittura a strusciarci, in virtù della totale assenza di attività predatoria visibile. La prima ora se ne andò così, dedicata "alla via della gomma" e dei suoi vari inneschi, ma purtroppo senza alcun successo.

Allo scoccare dell'ora e mezzo di pesca, nel risalire dalla bocca all'interno del fiume, mi ritrovai in una "selva oscura, che la diritta via era smarrita" penserete... Invece no! Trovai una zona ben popolata di minutaglia, con miriadi di avannotti a pelo d'acqua che vagavano da una parte all'altra della superficie, stazionando principalmente in una zona a basso fondale quasi sotto riva. "Questo è il punto buono" pensai immediatamente. "Se una spigola entrasse in fiume con tanta fame, vuoi che non si gusti questi succolenti cioccolatini sberluccicanti?!?".
Così mi piazzai in quel posto con grandi speranze, attendendo le prime cacciate superficiali su quelle nuvole di minutaglia. E nell'attesa del lieto evento, decisi di provare qualche eschetta che si adattasse alla situazione in cui mi trovano, così da non perdere la chance in caso si fossero materializzate veramente le regine.

Fortunatamente trovai il jerk adatto quasi subito e ci volle poco perché notassi che qualcosa era cambiato. Gli avannotti si muovevano più frenetici, con movimenti erratici e guizzi in superficie. Poi una bollata, poi un altra, le spigole erano entrate!
Aprì l'archetto ed aspettai di vedere una bollata a tiro di canna. Poi il lancio, ad un metro da una bella cacciata superficiale. Due giri veloci di manovella con il cuore in gola e... BAM! La botta si fece sentire distintamente, facendo cantare la frizione per un istante e poi il combattimento. Tre, quattro capocciate, un po' di vibrazioni e poi eccola. Non grande, ma fiera e lucente, segno evidente di un ingresso recente dal mare.


Dopo l'accurato rilascio ebbi il piacere di sentire altri due decisi attacchi al medesimo artificiale, ma aimè senza successo. Maledetta pigrizia che ostacola sempre il cambio di ancorette... Queste erano un po' spuntate. Passati i quindici minuti di frenesia, tornò a regnare la calma assoluta e si fece l'ora di tornare a casa. Però il pesce era venuto a trovarmi e tanto era bastato per farmi divertire di gusto dopo mesi a digiuno di catture.

Speriamo che questa fine di 2012 sia di buon auspicio per un gustoso 2013.

E vissero pescando contenti...

ANALISI TECNICA

In situazioni di pesce attivo ed in caccia, la scelta che paga di più è quella di un artificiale che sia simile, ma non troppo, alla minutaglia presente. Un esca che abbia "un qualcosa" di ciò che sta nuotando in acqua, ma magari sia più corpulenta, più colorata o più tozza e che abbia soprattutto un bel movimento su un recupero allegro, proprio come se fosse un pesce foraggio che scappa indiavolato.
Poi non rimane che attendere le bollate e cercare di lanciare a poca distanza dalla stesse, confidando nella frenesia alimentare del predatore e nella sua reazione alla vista di un pesciolotto più attraente in difficoltà.
Questa è stata l'esca magica:

Praticamente un jerketto low cost (molto low cost), modificato nella dimensione della paletta per tararne il nuoto in velocità, con dimensioni 5cm. per 5g. di peso. Artificiale banale, ma dalla sicura efficacia in situazioni simili. Sempre che abbia le ancorette affilate...


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