venerdì 16 novembre 2012

Lago di Santa Luce, uno sconcertante disastro

Come distruggere un ecosistema lacustre in pochi giorni... Il Lago di Santa Luce non esiste più.
Un immagine desolante dello sterminio di pesci


Il lago si Santa Luce ormai senza acqua
La dimostrazione che i pescatori sono dei veri e propri eroi è avvalorata dalla situazione ambientale con la quale si debbono confrontare ogni qual volta vogliano praticare la loro grande passione. Inquinamento, cementificazione, imbrigliamento, pompaggio indiscriminato, sono "normali" situazioni che coinvolgono le risorse idriche della penisola e con le quali il pescatore è purtroppo costretto a convivere quotidianamente.
Ma tale forzata convivenza si trasforma in desolante impotenza quando la risorsa idrica viene addirittura annientata.

Questo incubo è diventato realtà ad Agosto di quest’anno, quando il Lago di Santa Luce, situato nel territorio dell’omonimo comune, è stato completamente prosciugato. Le conseguenze di questo atto sono facilmente immaginabili. Parlando solo di fauna ittica, questa è stata letteralmente annientata. E non dico annientata solo per spettacolarizzare il problema. Dico ANNIENTATA proprio perché i pesci non esistano più! 

Questa era l’oasi con i suoi folti canneti quando il lago si presentava in salute
Una foto del Lago di Santa Luce con il giusto livello idrico
Questa è una della tante denunce presentate sui quotidiani con le immagini del lago a fine Agosto 2012
Un filmato per chiarire le idee
Quintali di pesce pregiato sono stati letteralmente spazzati via. Carpe, tinche, cavedani, persici trota, lucci, anguille tutte le specie che popolavano il lago hanno trovato la morte senza alcuna possibilità di salvezza.

Alla luce di questo dramma, sorgono spontanee almeno due domande: era proprio necessario prosciugare interamente il lago?  E se ciò fosse stato effettivamente inevitabile, i soggetti coinvolti avrebbero potuto adottare misure di salvaguardia della fauna ittica, magari con un semplice prelevamento e trasferimento altrove? Le risposte sono retoriche come le domande stesse.
L’unica certezza è che nessuno si è curato della terribile ed ingiusta fine che hanno fatto le migliaia di pesci ed un intero ecosistema lacustre.

La tristezza per questa vicenda è acuita dal fatto che, a distanza di alcuni mesi dall'accaduto, l’indignazione popolare si è del tutto spenta e non si sa più nulla delle indagini sul misfatto. Oltretutto con le copiose piogge autunnali l’acqua è tornata nell'invaso e con essa anche i vari uccelli migratori, donando quindi al luogo una parvenza di assoluta normalità. Ma questa è solo un illusione! Sotto la superficie non c’è più alcuna forma di vita. E solo a noi pescatori ciò sembra interessare.

Ecco perché ho scritto queste poche righe. Io spero che questo post rimanga come testimonianza di una vera e propria tragedia che poteva e doveva essere evitata.
Un altra drammatica immagine dello sterminio di carpe ed anguille
A margine vorrei condividere con voi un personale triste pensiero. Questa faccenda è stata giustamente pubblicizzata sul web, anche attraverso vari post nei maggiori forum di pesca. L’indignazione manifestata dagli appassionati è stata incredibilmente inferiore a quella che ci si sarebbe potuto aspettare. Qualche risposta di routine, molte considerazioni sull'ineluttabilità dell'accaduto o sul destino cinico e beffardo, ma soprattutto molta, troppa indifferenza. Sembra (tristemente) che faccia molto più scalpore ed indignazione un solo capo trattenuto da un extracomunitario o da un vecchio pescatore padellaro piuttosto che quintali (Q-U-I-N-T-A-L-I) di pesce annientati in pochi giorni.

Allora mi domando: non è che il maltrattato ambiente in cui peschiamo e che da sempre ne critichiamo la gestione, molto semplicemente ce lo siamo meritato?

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