Eccomi finalmente a scrivere un nuovo post sulla pesca a spinning e lo faccio dedicandolo ad un esca, o per meglio dire ad una categoria di esche in particolare: i
POPPER! Dopo gli articoli dedicati agli intramontabili
cucchiaini ed agli stilosissimi
spinnerbait (clikkate sui relativi nomi per l'indispensabile lettura), in questo scritto mi dedicherò ad un esca davvero divertente da usare e che per alcune specie, con le giuste condizioni, è tra le più efficaci in assoluto nella pesca a spinning.
Vi devo confessare che all'inizio della mia carriera da sbarbato spinningofilo non l'avevo molto capita, tanto che in pesca la usavo con il contagocce. Ed anche oggi mi accorgo che molti appassionati, come me a quei tempi, non la usano ancora con la necessaria costanza perché non del tutto convinti della sua efficacia, trovando strano che un simile "aggeggio" esclusivamente galleggiante, imbalsamato in un eterno sbadiglio, che sputa l'acqua peggio di alcoolista convinto di aver messo in bocca un bicchiere di grappa, possa avere successo con i furbi e sfuggenti pescioloni che sdegnano esche ben più simili ad esseri viventi. Invece io vi garantisco che è un esca validissima e che lo è con quasi tutte le specie catturabili nella pesca a spinning, sia in acqua dolce che in acqua salata. Non ci credete? Proverò a convincervi nelle prossime righe.
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Un popper tra i più famosi |
E' un dato di fatto che la maggior parte dei pescatori ritenga che il pesce stazioni a pochi centimetri dalla superficie solo in rare occasioni, cioè che non sia una consolidata abitudine dei nostri amici pinnuti trovarsi a pelo d'acqua in attesa della malcapitata forma di vita a tiro della bocca. E quindi costoro preferiscono mantenere un approccio alla battuta di pesca con esche che lavorano sotto la superficie, anche perché magari non vedono alcuna attività visibile a galla. Perfetto. E' una scelta giusta che segue una precisa logica, spesso corretta.
Però... C'è sempre un però. Non è infatti detto che l'assenza di bollate indichi in assoluto un pesce lontano dall'essere attivo, reattivo ed in caccia, cioè pronto a sferrare l'attacco in superficie sul nostro strano amico popper. Pensando ad esempio al black bass, da sempre uno dei più sensibili all'utilizzo di questa esca, potrebbe essere che in quel determinato momento non ci siano branchi di minutaglia in movimento a pelo d'acqua o rane che saltellano allegramente lungo le sponde o libellule che svolazzano tranquillamente a pochi centimetri dalla superficie e quindi il nostro boccalone non si conceda a quelle fragorose bollate che tanto arrapano il povero pescatore. Cioè non è detto che sia il predatore ad essere fermo e lontano dai primi strati d'acqua, ma magari che siano le sue potenziali vittime ad esserlo.
Una situazione che, naturalmente con le dovute differenze, vale anche per tutti gli altri predatori di acqua dolce ed anche per gli ambienti marini ed i pesci che li abitano.
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Schema di un classico recupero |
Inoltre non è detto che il popper non dia risultati perché poco valida come esca. Quando viene utilizzato, molto spesso (per non dire quasi sempre) viene effettuato il medesimo, più conosciuto e banale schema di recupero, cioè un lungo lancio con qualche "poppata", qualche giro di manovella, un breve stop, altre poppate ecc. ecc. fino a completo recupero. In linea di massima è un valido modo di recuperare l'esca ed in effetti è quello più praticato e conosciuto, ma potrebbe anche non essere, in quel determinato momento, quello più corretto da eseguire. Così dopo due o tre lanci infruttuosi effettuati nel solito modo, il pigro pescatore si scoraggia, battezza l'esperienza come "un altro giorno senza alcuna attività a galla" e passa ad altro.
Se uniamo insieme queste semplici considerazioni si capisce il perché in molti non credano ancora fermamente in questa simpatica esca. Senza attività visibile od immediate catture, si pensa che tutto sia fermo o che l'esca sia sbagliata e ci si affida ad artificiali differenti.
Iniziamo allora a sviscerare la questione. Logicamente il popper, essendo un esca galleggiante, non può che essere recuperato a galla, ma l'esistenza di questo limite non significa che le modalità di movimento sulla superficie non possano essere molteplici. E non sempre bisogna pensare a questa esca come ad un artificiale da lanciare lontanissimo per poi recuperare metri e metri di trecciato.
Partiamo da questa ultima considerazione. In realtà (e questo vale per quasi tutte le esche) non si deve sempre iniziare con lanci a catapulta alla ricerca di distanze siderali perché in molte occasioni vale invece la pena lanciare molto vicino alla riva, che sia di un lago, che sia di un fiume o che sia la battigia di una lunghissima spiaggia sul mare. Infatti non è raro che il predatore si apposti in zone d'ombra come quelle dei canneti lungo le sponde di un laghetto o in zone di basso fondale come quelle derivanti dalle secche lungo gli arenili. E quindi un lancio calibrato non troppo lontano dai vostri piedi potrebbe essere la scelta più giusta per il fatidico primo lancio e per un proficuo approccio all'acqua, salata o dolce che sia. Insomma è sempre meglio partire da vicino e dallo strato superficiale della colonna d'acqua e poi via via andare più lontani o più in profondità e scandagliare gli strati più bassi piuttosto che lanciare subito un esca pesante da fondale con il rischio di spaventare il pesce appostato a pochi centimetri dalla superficie.
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Un bel cavedano vittima di un popper fatto "cerchiare"
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L'esca in questione assume tutta un altra potenzialità già solo con questa accortezza. Iniziate ad interessarvi? Bene. Allora mi chiederete: come e quando la si può utilizzare proficuamente? Quale attrezzatura mi conviene possedere? Quale posso comprare?
La corretta attrezzatura
Ogni pescatore matura una sua idea relativamente a determinati gruppi di esche artificiali ed all'attrezzatura più indicata per gestirli. Naturalmente anche io ho maturato le mie convinzioni e relativamente ai popper la prima, basilare, regola che osservo è: non prescindere dall'utilizzo del trecciato.
Infatti una delle caratteristiche principali per avere successo con questa esca è di effettuare ferrate al fulmicotone e quindi la rigidità tipica del trecciato può davvero fare la differenza. Proprio grazie alla sua quasi totale assenza di elasticità, solo lui trasferisce tutta (o quasi) la potenza dell'incoccio sull'esca ed agli ancorotti di cui è dotata, facendoli così penetrare più facilmente nella bocca del pesce. Questa regola è valida soprattutto sulle lunghe distanze, quelle che generalmente affrontiamo se stiamo pescando in mare alla ricerca di serra, lecce, barracuda ed altri bestioni vari con i quali una slamata accidentale causerebbe l'armageddon a suon di moccoli tirati.
In considerazione di questo la canna deve avere caratteristiche tali da assecondare perfettamente questa necessità. Quindi sarebbero indicate canne molto rapide, ma non necessariamente eccessivamente rigide, perché in fase di combattimento un po' di morbidezza non guasta mai, soprattutto se la preda è un pesce che ama saltare fuori dall'acqua durante il recupero. Un fusto in carbonio accondiscendente permette di gestire tali fasi con più tranquillità (ricordate che il trecciato è anelastico), accompagnando le sfuriate con le necessarie flessioni, riducendo così il rischio di una slamata accidentale mentre il pinnuto si esibisce nell'ennesimo doppio salto mortale carpiato con avvitamento di valore olimpionico.
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Il popper piace al pesce che piace, anche in posti lontani. |
A livello di mulinelli non ho indicazioni particolari. Alla fine non sono richieste caratteristiche speciali, salvo che abbiano molta riserva di lenza se si sta cercando roba grossa (come il tonno sopra, ma anche qualcosa di meno...) o grandi distanze di lancio e che posseggano un rapporto di recupero veloce se si volesse affrontare le cosiddette mangianze, soprattutto quelle marine, occasioni nelle quali un popper recuperato a fiamma (cioè velocissimo) potrebbe essere la mossa vincente.
Un ultimo piccolo consiglio è di ricercare moschettoni che non siano troppo lunghi e stretti perché vista la conformazione del popper, un moschettone non tondeggiante potrebbe rendervi difficile l'innesco, visto che l'occhiello dell'esca (in alcuni modelli) è molto dentro la curvatura della "bocca" del popper e quindi ci sarebbe da smanettare un po' per fare un cambio di artificiale.
Modelli e forme
Come per ogni altra esca in commercio, sotto la voce popper rientrano migliaia di milioni di miliardi modelli differenti, per taglia, colore, forma, materiale, peso, galleggiamento, assetto ecc. ecc. Insomma ce ne sono per tutti i gusti ed anche qualcosa in più. Non farò citazioni in particolare (a parte il modello di apertura conosciutissimo) perché personalmente ne ho provati di marchi blasonati e costosi, di marchi sconosciuti ed iper economici, nonché gli autocostruiti miei e di altri, avendo lusinghieri risultati un po' con tutti.
Logicamente ci sono alcune caratteristiche che possono influire sul buon esito di una pescata per lo spinningofilo e su queste mi concentrerò nelle prossime righe. Innanzitutto devono essere ben bilanciati, nel senso che in acqua, quando recuperati, non devono assolutamente tirare da una parte come dei pneumatici da auto senza convergenza. Pena il rischiare di perdere un popper dietro l'altro nei recuperi a filo di qualche ostacolo visibile in acqua, che sia un canneto, i rami di un tronco sommerso, le fronde lungo sponda, i cavi di ormeggio delle barche, un molo di un porticciolo ecc., tutti spot d'acqua dolce e salata nei quali i popper possono essere micidiali. Attenzione: il bilanciamento va inteso nel senso appena descritto, non nel suo galleggiamento da fermo perché alcuni modelli prevedono che la parte posteriore affondi e l'esca si posizioni quasi in verticale, come un galleggiante da pesca alla bolognese.
Ed a proposito dell'assetto sbilanciato, vi dico che possibilmente dovrebbero proprio avere il peso spostato sulla coda, per facilitarci nei lanci lunghissimi (tipo quelli oltre il frangente d'onda), ma anche nei lanci più corti ma molto precisi, soprattutto se tira un po' di vento contrario o laterale, sempre nell'ottica di utilizzarli in spot contrassegnati da ostacoli di varia natura, da sempre potenziali luoghi di incontro con il pesce di taglia.
A seconda della preda che vorrete catturare, valutate anche che abbiano una buona resistenza meccanica nell'affrontare lotte con pesci di taglia, quindi preferite modelli di comprovata robustezza, magari con armatura passante, soprattutto se gli obiettivi saranno i siluri dell'Arno o le ricciole del Mediterraneo.
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L'attacco ad un popper nella pesca top water è sempre un momento magico
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Come colorazione vale la regola generale di tutte le esche da spinning ovvero è bene avere almeno un colore che simula qualcosa di reale ed un colore molto acceso, anche fluorescente, che nulla ha a che vedere con le forme di vita terrestri. E relativamente alla forma vale il medesimo ragionamento, cercando di avere un artificiale un po' cicciottello ed uno più asciutto, rapportandoli naturalmente (relativamente alle dimensioni assolute) ai pesci che vogliamo insidiare.
Inoltre più avrà la bocca larga e generalmente più il POP! sarà fragoroso, la quantità di acqua spostata maggiore e lo spruzzo più consistente. Più avrà la bocca stretta, meno effetto sonoro e visivo riuscirà a produrre, questo sempre in linea di massima (esistono però delle eccezioni). Quindi un furbo pescatore che vorrà utilizzare i popper con continuità dovrà dotarsi di artificiali che soddisfino più situazioni possibile, combinando colori, dimensioni e potenza di POP! o per meglio dire di intensità di rumore e di vibrazioni che emetterà nel recupero.
Quando e come utilizzarlo
Come anticipato ad inizio articolo, il popper è un esca che può essere utilizzata con praticamente quasi tutti i predatori dolci e salati ed in moltissime situazioni differenti, adattando le modalità di recupero al momento ed al luogo che si sta affrontando. E' ormai cosa risaputa che nelle afose serate d'estate sia una delle migliori esche per il black bass; come lo sia per i piccoli tunnidi quando viene utilizzata sulle mangianze; e nei pomeriggi di tarda primavera per stanare i cavedanonni dalla comodità del fiume di fondo valle. Ma le esperienze di catture con i popper riguardano anche siluri, lucci, trote, serra, spigole, lecce, barracuda e tutta una serie di altri protagonisti che potrebbero rappresentare delle eccezioni per il tipo di pesca, ma che magari con un uso più intensivo di questo particolare artificiale potrebbero diventare normalità.
Il top dell'efficacia si ha, come da tradizione, nei momenti di massima attività del pesce essendo essenzialmente un esca di reazione. Pertanto, a seconda delle stagioni, i pesci potranno reagire in modo differente: i pinnuti che amano il freddo saranno più ingolositi nei mesi autunnali ed invernali; mentre quelli che amano il caldo in quelli primaverili ed estivi. Quelli che non hanno ne caldo ne freddo, tutto l'anno. E da questo assunto dovremo partire per usare intelligentemente questa esca, senza incorrere in prolungate sessioni senza successo.
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Apra la bocca e faccia AAAAHHhhhhhh
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Importante è non fossilizzarsi nel recupero classico descritto poco sopra, cioè lancio-pop-stop recupero-stop-pop recupero-stop-pop e via discorrendo. Infatti in alcune occasioni il popper deve essere animato in maniera quasi impercettibile, simulando una forma di vita in fase di annaspamento e annegamento, facendo semplicemente cerchiare l'acqua attorno all'esca invece di fargli fare il solito fragoroso POP! con schizzi e spruzzi.
In altre deve essere recuperato a velocità supersoniche, facendolo letteralmente pattinare sull'acqua come fosse un pesce che si è calato un acido dopo aver fatto una flebo di adrenalina. In altre ancora deve essere recuperato come un qualsiasi WTD, facendogli compiere uno slalom più o meno ampio simulando Alberto Tomba tra i paletti ai tempi d'oro.
E naturalmente si possono effettuare mix delle varie tecniche, dando ad esempio grandi vettate per fargli fare grandi pop e tuffi, per poi fermarsi, lasciare acquietare l'acqua, far tremolare l'esca, recuperare un po' di trecciato e poi farlo partire a velocità supersonica per un metro o due, rifermandosi e ripetendo le fasi sopra. Cioè alternare intelligentemente la frenesia alla quiete.
Mi raccomando: anche nelle fasi di stasi è bene mantenere il trecciato sempre in tensione per essere pronti ad una fulminea ferrata.
Insomma, come sempre nello spinning la fantasia è al potere ed al classico recupero praticato da tutti i pescatori si possono affiancare altre modalità di gestione dell'esca, con variazioni sul tema utili a stimolare i pesci in modi sempre differenti tra loro. E non dimenticatevi degli stop! Infatti con il popper assumono molta importanza i momenti di stasi dell'esca, cioè quei secondi senza alcun movimento nei quali l'acqua attorno all'artificiale torna ad acquietarsi. Anzi, spesso gli stop sono fondamentali per la riuscita della stimolazione perché un fermo anche prolungato dell'esca permette di far avvicinare all'artificiale il pesce curioso e golosone, facendolo poi scatenare al successivo movimento od alla successiva ripartenza.
Quindi non limitatevi agli stop & go di pochi decimi, ma lasciate fermo il popper anche per uno o più secondi e per più volte durante il medesimo recupero. Essendo un esca di reazione, ma con la caratteristica di poter stare ferma, la sua marcia in più è proprio quella del poter stare sullo spot molto più a lungo di un qualsiasi minnow, crank o jerk, questo a patto di farlo lavorare nella corretta modalità. Quindi il furbo pescatore a spinning dovrà sfruttare al meglio questa sua peculiare caratteristica.
E quando avverrà l'attacco, poche esche vi regaleranno una emozione paragonabile.
Poppate gente, poppate!
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