Sulla scia dell'articolo di due settimane fa dedicato all'importanza delle dimensioni (delle esche), riprendo in mano l'argomento del light rock fishing per riparlare di un nostro caro amico pinnato dalle fattezze "un po' così", cioè non bello, ma un tipo, visto che possiede un suo innegabile fascino. Ed effettivamente in foto viene sempre molto bene: lo scorfano. Ne parlai specificamente in questo post proprio a lui dedicato scritto qualche anno fa, quando avevo conosciuto questa tecnica leggera da poco tempo, post nel quale diedi delle semplici indicazioni per riuscire a spuntarla nelle prime avventure con un pesce che lo spinning non aveva mai considerato prima. Tutti i consigli rimangono assolutamente validi, ma negli anni l'esperienza sul campo mi ha fatto ampliare gli orizzonti o per meglio dire la dimensione delle esche.
Uno scorfano belloccio vittima di uno shad in gomma |
Oltre ad i classici mini grub, mini creature e mini aggeggi vari, mi sono reso conto che il nostro amico scorfano è sensibile anche ad esche ben più consistenti e che dimensionalmente non accuserebbero complessi di inferiorità rispetto a gomme dedicate a pesci marini di stazza ben superiore, come spigole e pesci serra. Infatti il nostro piccolo predatore da agguato, forte della notevole dimensione della sua boccuccia, non si fa molte remore ad azzannare grub, shad ed esche similari di lunghezza ben superiore alle microscopiche gommine tipiche del light. Sempre che siano presentate nel modo corretto, naturalmente.
Guardate la foto sopra: lo shad con coda timonata misura la bellezza di 9 cm. ed è innescato su una testina piombata da 7 grammi, un artificiale che nessuno annovererebbe tra le esche specifiche per il light rock fishing. E questo perché effettivamente non lo è. Eppure l'amico spinoso non si è fatto sfuggire l'occasione di attaccarla (e quindi il pescatore di guadinarlo). Incredibile vero? Fedele al detto che "non esiste esca abbastanza grande per un predatore", in una serata di un po' di tempo fa dedicata alla ricerca della spigolona, naturalmente non trovata, per tornare a casa senza indossare l'ennesimo cappotto ho iniziato a variare tecnica di recupero puntando proprio ad un pesce da LRF, cioè lo scorfano. Ebbene l'esperimento ha avuto successo e da quella sera qualche volta sono partito da casa proprio con la precisa idea di pescare ad Hard Rock Fishing.
Logicamente i numeri delle catture saranno inferiori rispetto all'utilizzo di artificiali specifici della tecnica madre, ma le taglie dei pesci saranno decisamente superiori. Ed alla fine, almeno per come la vedo io, è sempre meglio catturare un singolo esemplare belloccio piuttosto che dieci piccoli pesciolini, anche ai fini di scattare una foto da tenere sul proprio cellulare come ricordo, da sfoggiare su un forum di pesca o come prova a giustificazione dell'aver lasciato la moglie sola a casa. E comunque, se la canna scelta è tra quelle dedicate ad uno spinning leggero, la difesa immediata di uno scorfano paffutello è anche divertente da contrastare. Tutto però andrà fatto nel modo corretto e soprattutto da spinningofili furbi, al fine di non perdere un'esca dietro l'altra, magari in bocca al povero pesce.
Un pasciuto scorfano su un esca da 9 cm. |
Il consiglio che vi do è quindi quello di puntare su una canna da 1/4 d'oncia (circa 7 grammi) che sia piuttosto rigida di fusto, accompagnata da un mulinello di piccola taglia a bilanciare il tutto, caricato con un trecciato da almeno 10 libbre (circa 4,5 chilogrammi) ed un finale in fluorocarbon o nylon rapportati al solito carico di rottura. L'accoppiata fusto rigido/trecciato ci faciliterà nel compito di impedire all'impaurito scorfano allamato l'intanamento sotto al primo scoglio utile, con la conseguente perdita di pesce, esca ed aplomb da pescatore navigato, dato che si scatenerà un inferno di moccoli ed imprecazioni per l'accaduto.
La tecnica è similare a quella classica da light rock fishing, soprattutto se si pesca in verticale da un molo od una scogliera, con un lancio a poca distanza dai propri piedi per far arrivare sul fondale la nostra esca, che andrà poi fatta saltellare sul posto. Però, se il fondale è composto da sassi, ciottoli, scogli, rende molto di più un lancio lungo seguito da un recupero lento, con la testina piombata a strusciare sul fondo, intervallato da stop prolungati e qualche vettata verso l'alto, tanto per far risalire di qualche centimetro la nostra esca che poi tornerà a picchiare sul fondo. Un richiamo irresistibile per lo scorfano che si getterà con foga sulla nostra gomma.
Come artificiali consiglio degli shad di lunghezza intorno ai 10 centimetri (circa 4"), diciamo da un minimo di 7 centimetri ad un massimo di 12, innescati con testine piombate da 5 a 7 grammi, con un amo che arrivi almeno ad un terzo dell'esca. Se il fondale fosse particolarmente accidentato, diventano fondamentali ami off-set piombati innescati anti incaglio, così da evitare il più possibile le perdite accidentali dell'esca.
Uno scorfano che da soddisfazione |
Se con una classica testina piombata l'amo è ben scoperto e per il 99% delle volte il pesce fa tutto da solo rimanendo allamato, con una gomma innescata anti incaglio dovremo invece dare una robusta ferrata, stile black bass, in modo che l'amo penetri bene nella bocca dello scorfano. E qui la canna fast unita al trecciato ci verrà in soccorso. Come colorazioni consiglio colori chiari in notturna (bianco, giallo, arancione) e colori scuri con il pieno sole (nero, grigio, blu), con colore jolly il marrone, magari arricchito da glitter, che mantiene un ottima efficacia più o meno in tutte le condizioni.
Per concludere l'articolo dico che questa evoluzione del light rock fishing da al pescatore l'opportunità di divertirsi anche in quelle occasioni in cui, indecisi sull'andare a pesca o no, si darebbe per scontato il cappotto rimanendo così chiusi in casa, magari perché spigole e serra non si fanno vedere da diversi giorni. Naturalmente non è tutto oro quello che luccica perché, puntando a scorfani di taglia, non sarà comunque scontato avere la meglio con lo spinoso pesce, nel senso che il rischio di non beccare nulla sarà sempre dietro l'angolo ad attendervi. Però la foto che potreste scattare con un preda degna di questo nome avrà un valore molto più elevato.
Occhio però: lo scorfano è dotato di veleno potenzialmente mortale per soggetti sensibili. Aiutatevi con un guadino, delle comode pinze ed eventualmente guanti per fare la foto di rito e praticare il giusto catch & release. Non trasformiamo il divertimento in una pericolosa lotteria con la propria salute. Mi raccomando!
Nessun commento:
Posta un commento