Pochi giorni fa ho affrontato l'argomento relativo ai bei momenti di pesca (che può essere letto a questo link), cioè a quegli indimenticabili episodi che danno grande soddisfazione al pescatore e rimangono nel bagaglio dei godimenti raccolti nelle varie avventure vissute canna alla mano. Ebbene, visto che ormai è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho postato un report su un uscita di pesca, questa volta voglio parlare proprio di una serata trascorsa sul fiume, a fine Aprile scorso, dedicata alla ricerca dell'amata spigola.
Catturare una spigola è sempre un piacere |
Chi mi legge sa che amo particolarmente questo pesce e spesso, nelle mie fugaci uscite, mi dedico proprio alla sua ricerca, ma confesso che nonostante abbia maturato negli anni (un minimo di) esperienza, non sempre riesco ad averne la meglio e qualche cappotto ancora mi tocca indossarlo.
I mie piccoli tessSSssori |
Dopo due lanci per riprendere confidenza con l'artificiale in questione, facendo attenzione a percepire la corretta vibrazione tipica del suo nuoto, ho iniziato a lavorarlo come si conviene, anche semplicemente trattenendolo fermo, in trazione, nel flusso più forte della corrente, arricchendo il tutto con qualche decisa jerkata per farlo spanciare nel modo "giusto", come un pescetto in difficoltà nella risalita. Ed infatti i predatori presenti non si sono fatti attendere e dopo pochi lanci il primo deciso attacco di una spigola mi ha definitivamente destato dal torpore, donandomi una piacevole sferzata di adrenalina.
Il mio pesciolino aveva fatto egregiamente il suo lavoro. Ed ha continuato a svolgerlo per il resto della serata, permettendomi di catturare in totale sei spigole di dimensioni divertenti (tutte naturalmente catch & release) ed un cavedano tra i più belli degli ultimi anni che, visto il periodo delicato in cui si trovano i ciprinidi, ho slamato direttamente in acqua senza nemmeno guadinarlo, giusto per farlo soffrire il meno possibile. E la serata, potenzialmente da pive nel sacco, è svoltata di centottanta gradi, portandomi dal negozio dei cappotti a piazza delle vittorie.
E questo perché? Perché nelle mie tasche avevo l'artificiale vincente, quello che avevo amorevolmente progettato e realizzato.
Una bella spigoletta ingolosita dal mio cioccolatino |
Queste sono soddisfazioni! Con un artificiale progettato e creato da me sono riuscito far svoltare una serata fino a quel momento negativa. E' la meraviglia dell'autocostruzione, cioè il poter realizzare un esca secondo le proprie idee e le proprie esigenze. Come ho fatto io con questi miei shaddini in balsa, semplicissimi nella realizzazione, con livree poco più che basiche, ma con quella forma e quel nuoto perfettamente calibrato per la situazione (la cosa più importante).
Confesso che per arrivare al prodotto definitivo un po' di tempo ce l'ho dovuto spendere, sia nei disegni che nell'assemblaggio ed alcuni prototipi hanno preso la via del bidone della spazzatura, ma alla fine, con un po' di pazienza e qualche moccolo, sono riuscito a trovare il giusto mix di forma/dimensione/nuoto che avevo in testa. E che ha avuto il battesimo più importante di tutti, cioè quello del pesce.
Se ad un pescatore a spinning non da soddisfazione una cosa così, ditemi voi cosa la da!?
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Ci rileggiamo mercoledì prossimo!
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