giovedì 5 dicembre 2024

Quanti lanci fare in un singolo spot? Proviamo a rispondere alla "domanda delle domande" della pesca a spinning

 Cari lettori, care lettrici, eccoci ad affrontare una delle domande più complicate alle quali rispondere nella pesca a spinning: quanti lanci devo fare prima di abbandonare uno spot? Ovvero, detto in altro modo, quando posso essere sicuro di aver fatto passare l'esca di fronte agli occhi del pesce abbastanza volte da farlo abboccare, prima di arrendermi all'evidenza che il pesce in quel posto proprio non c'è?

Ebbene, come potrete facilmente immaginare, nella pesca non esistono teoremi certi e dimostrabili, ne si può affermare con assoluta certezza di aver fatto tutto il possibile affinché un pesce attacchi il nostro artificiale. Oltretutto, salvo lo si veda chiaramente, non è nemmeno possibile sapere con certezza se un pesce è presente al nostro cospetto o se stiamo semplicemente bagnando i nostri artificiali nel nulla cosmico.

Con un mare intero a disposizione, quanto dovremo lanciare?
Pertanto cercherò di dare alcuni consigli per aiutarvi a decidere quanto insistere in un posto e come farlo, fornendovi degli spunti su cui riflettere di volta in volta, a seconda dello spot, delle condizioni dell'acqua, dell'artificiale usato e naturalmente del nostro amico pinnato.
Per poter catturare, penso sia lapalissiano, il primo indispensabile requisito per il successo è far si che le capacità sensoriali del pesce intercettino la nostra esca, coscienti del fatto che se il pesce non riuscirà a vedere o perlomeno percepire il nostro artificiale, non riusciremo a farlo abboccare in nessun modo. Pensando al passato ed ai miei anni di spinning, mi sono reso conto che ho sensibilmente aumentato il numero di catture da quando ho cominciato seriamente ad analizzare questo concetto.

giovedì 29 agosto 2024

Fiume Fine: liquami alle stelle! Poveri pesci...

 Piena estate, solito caldo e soliti problemi di inquinamento. A farne le spese, come sempre, i nostri amici pesci, in questo specifico caso quelli abitanti nel fiume Fine, un corso d'acqua che attraversa alcuni comuni pisani e livornesi, per sfociare poi nelle famose (o per meglio dire "famigerate") spiagge bianche ubicate nel comune di Rosignano Marittimo. In questa occasione il problema è nato dallo sversamento di liquame proveniente da un azienda agricola della provincia di Pisa confinante con l'argine del fiume. L'ARPAT ha dichiarato: "Le concentrazioni di azoto ammoniacale e di sostanza organica sono tali da aver precluso la sopravvivenza della fauna acquatica in prossimità dello scarico". Ma le carcasse di pesci morti sono disseminate per un lungo tratto.
Insomma la situazione è davvero drammatica.

Spigoletta del fiume Fine

Il fiume Fine, benché il suo tratto finale scorra vicino alla Solvay Chimica, una volta era un corso d'acqua ricco di pesce, anche di pregio. Oltre ad ogni specie di ciprinide normalmente presente in acqua dolce, nota era la presenza di lucci italici nel corso superiore, poco a valle del lago di Santa Luce, così come era nota la presenza di notevoli esemplari di spigola nel tratto terminale ed in foce. Insomma un fiume in cui molti pescatori della provincia hanno raccolto grandi soddisfazioni.
Col trascorrere degli anni la situazione ambientale purtroppo è andata sempre di più a peggiorare ed i pesci sono via via andati diminuendo. I lucci già da anni si sono estinti e le spigole vengono catturate ormai molto raramente.

Ed ora questo disastro. Per noi pescatori di zona un altro duro colpo. Per la fauna ittica ancora di più.
L'articolo completo può essere letto sul sito de il Tirreno

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martedì 11 giugno 2024

Ritorno al passato: spinning al ciprinide in relax (anche detto, Aperispinning al cavedano)

 Eccomi qua, dopo eoni, a parlare finalmente di pesca praticata. Nelle prime settimane di maggio sono incredibilmente riuscito a ritagliarmi tre serate dopo l'ufficio per dedicarmi ad un amore da un po' sopito, cioè lo spinning al cavedano nell'orario prima di cena, ormai meglio conosciuto come Aperispinning! Era tanto tempo che non imbracciavo la mia canna da cavedani e bagnavo le esche a lui dedicate dentro le acque del mio fiume cittadino. Quest'anno, complici le piogge cadute proprio in maggio, il mitico fiume Cecina ci sta illudendo di essere tornato ai fasti di un tempo, con acque limpide e corrente sostenuta. Che bello!

Un discreto cavedano vittima di un minnow
Pertanto non potevo farmi sfuggire l'occasione di rispolverare le mie esche da ciprinide ormai da tempo dimenticate in fondo all'armadio. Anche perché era tantissimo tempo che non infastidivo il nostro amico cavedano, per anni compagno di pesca quasi giornaliero nella fase tarda primaverile in cui l'ora legale ci aiuta a vivere le giornate fino le 20.30 ed oltre in tutta tranquillità.

Ma bando ai convenevoli. Ecco come sono andate queste serate passate con gli stivali dentro la fresca acqua corrente (anche questa una sensazione che mi mancava da tempo).

lunedì 6 maggio 2024

ARPAT Toscana ha diramato la qualità dell'acqua della nostra regione per il 2024. Buone notizie per noi pescatori.

 Come ogni anno ARPAT ha pubblicato i dati sulla condizione delle acque della regione Toscana. Fortunatamente ci sono buone notizie per noi toscani perché le analisi risulterebbero buone, con molti prelievi che restituiscono una qualità delle acque eccellente. Ottima notizia per i bagnanti, ma anche un ottima notizia per noi pescatori perché significa avere più possibilità che la fauna acquatica si riproduca in loco e non migri verso acque più pulite.

Questo il link della reportistica di ARPAT.

Naturalmente esistono tutt'ora zone di divieto assoluto di balneazione e con l'arrivo dell'estate e le migliaia di turisti a soggiornare, anche le analisi potrebbero subire dei cambiamenti peggiorativi. Se si avesse intenzione di passare una giornata di mare nella nostra regione, il consiglio è quindi di buttare un occhio sulla situazione in tempo reale, giusto per non andare a fare il bagno dove nemmeno i rattoni (ratti grossi come porcelli) avrebbero il coraggio di bagnarsi le zampe. Per ora godiamocela.

Buona lettura!

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lunedì 15 aprile 2024

Il pescatore maleducato è un rischio per la salute degli animali

 Cari amici pescatori, scrivo questo breve articoletto per denunciare una brutta abitudine di alcuni di noi, anzi molti di noi: lasciare la spazzatura delle nostre battute di pesca sul luogo in cui abbiamo praticato la nostra passione. Aimè trovo sempre più spesso buste di gomme, rocchetti di filo, blister di esche, ed altre amenità (parlando specificamente di noi spinningofili) abbandonate nei luoghi di pesca, accompagnate spesso da rifiuti di vario genere gettati a terra da pescatori di altre tecniche che si sommano alla spazzatura classica da bivacco (lattine, bottiglie, stagnola, tovaglioli ecc.). Insomma un bel porcaio.

Ma sapete quale è il problema maggiore?

Questo articolo de Il Tirreno vi dovrebbe illuminare. I nostri amici a quattro zampe possono rimetterci la salute ed addirittura la vita. Sempre più spesso i cani sono vittime di involontarie ingestioni di ami e fili abbandonati da noi pescatori su scogli e spiagge, con le drammatiche conseguenze ben spiegate dall'articolo. Ma loro sono animali tutelati dai padroni. A quelli selvatici chi pensa? Nessuno. Quindi, in caso di ingestione di questa particolare "spazzatura", la loro sorte è segnata.

Cari miei, pensateci prima di abbandonare qualsiasi cosa nella natura. Oltre ad alimentare l'inquinamento, potreste causare atroci sofferenze a degli innocenti animali, mentre noi dovremmo essere i primi ad avere a cuore le sorti della natura, tutta.

Mettete nelle vostre tasche ogni rimasuglio della roba da buttare e gettatela nel bidone della spazzatura alla fine della sessione. Per voi sarà un piccolo sforzo, ma ne avrà un grande beneficio il mondo che vi circonda (e le vostre future pescate).

Grazie!

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venerdì 29 marzo 2024

Auguri di buona pesc... Pasqua a tutti

 

Cari pescatori di ogni tecnica, età e bravura, auguro a tutti voi Buona Pasqua!

Speriamo che l'uovo ci regali una bella sorpresa.

mercoledì 20 marzo 2024

Fiume Cecina: entro l'anno l'inizio dei lavori in foce (forse)

 Dopo anni dal primo intervento sull'argine sinistro e dopo ancor più anni dalla realizzazione del nuovo Porticciolo di Cecina, sembra che entro il 2024 avranno inizio i nuovi lavori per sistemare l'argine del fiume dal ponte di Via Volterra fino alla foce del fiume Cecina (almeno secondo l'articolo de Il Tirreno). Notizia buona? A livello di rischio idraulico sicuramente si, visto che le abitazioni di Marina di Cecina avranno maggiore protezione da eventuali (anche se ormai remote) piene distruttive. Ma per noi pescatori? Il dubbio viene.

Vista del ponte di Via Volterra verso la foce

Il precedente lotto di interventi nel tratto precedente ha sottratto ai pescatori la possibilità di accedere all'argine per poter praticare la pesca, visto che è stato eretto un muro con tanto di staccionata ad impedire l'accesso alla sponda (come si vede chiaramente dalla foto sopra). Una decisione incomprensibile, per non dire sciocca, visto che lo spazio appena oltre il muretto è diventato regno dell'incuria e della spazzatura, mentre fosse stato calpestabile avrebbe permesso una maggiore fruibilità dello spazio, anche per poter godere appieno del panorama fluviale.

Sara così anche per il lato a valle? La speranza ovviamene è per il no, anche perché quei trecento metri dal ponte alla foce sono ormai rimasti gli unici dove noi pescatori possiamo tranquillamente praticare la nostra passione, anche in orario serale. Sarebbe davvero un durissimo colpo per noi appassionati se ci venisse tolto anche questo ultimo spazio. Come avevo scritto poco tempo fa, a Cecina da un piccolo paradiso della pesca siamo oramai passati ad un contesto alquanto sfavorevole, tra l'altro in un momento storico in cui la pesca sembrerebbe rilanciarsi (grazie al web ed ai numerosi youtuber) e quindi tornare ad essere una buona opportunità da sfruttare a livello turistico.

Cara amministrazione, ti prego: non fare un altra cazzata!

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mercoledì 6 marzo 2024

Non tutte le pescate hanno un lieto fine. Ma si può vivere con il sorriso anche le sconfitte

 Eccomi qui finalmente a scrivere un report su una bella giornata di pesca dopo anni (e non scherzo) in cui più che altro mi sono dedicato a fugaci pescate nel pre cena. Però voglio subito togliervi il dubbio: il lieto fine questa volta non ci sarà. "E allora perché bella giornata di pesca", vi starete chiedendo, visto che non c'è un lieto fine? Tempo al tempo. Leggete e capirete, magari condividendo i miei pensieri (o considerandomi un bischero).

Antefatto: per puro caso mi sono ritrovato tutto (o quasi) un sabato a mia completa disposizione, nel quale poter fare tutto ciò che avevo in testa di fare. E quindi "Fishing. What else?!" direbbe Giorgino. Cosa fare se non una pescata di varie ore consecutive?


Così, dopo aver dato un occhiata alle previsioni meteo, ho deciso di pianificare una battuta di pesca alla spigola, uno dei pesci che amo di più da quando mi sono affacciato al mondo della pesca a spinning. Questo periodo è proprio quello giusto per trovare i pesci più grossi nell'immediato sotto riva, con la positiva aggiunta di vari giorni di pioggia che avevano ingrossato i corsi d'acqua della provincia di Livorno, oltretutto dopo un periodo di siccità prolungato. Insomma le condizioni "astrali" sembravano essere davvero propizie per il branzino ed il mio istinto di pescatore a spinning mi suggeriva di non lasciarmi sfuggire questa ghiotta occasione.

martedì 27 febbraio 2024

Se bene vuoi pescare, vestito devi stare! Guida pratica alla scelta del giusto giubbotto invernale

 Cari pescatori sgamati e non, spesso ci piace spendere tutti i nostri risparmi in luccicanti mulinelli, rigidissime canne o milioni di artificiali, trattando i complementi dell'attrezzatura come inutili spese accessorie. Sbagliato! Per far si che le nostre pescate siano davvero piacevoli, una componente assolutamente fondamentale da tenere in considerazione è l'abbigliamento. In questo breve articolo vi darò una serie di consigli per scegliere la giacca perfetta per affrontare le sessioni invernali, sottolineando soprattutto le caratteristiche imprescindibili di un perfetto giubbotto da pesca. Sedetevi comodi e leggete le prossime righe.

Bello essere alla moda, ma... Meglio ancora caldi ed asciutti

Okay, riconosco che gli inverni di ora non sono più freddi come quelli di una volta e che ormai siamo a fine febbraio, quindi un po' in ritardo per consigliare dei capi pesanti. Però siamo in periodo di sconti, quindi ci potrebbe scappare l'affarone con la possibilità di risparmiare tanti bei soldini da dedicare a luccicanti mulinelli, rigidissime canne o milioni di artificiali. E comunque un colpo di coda di un inverno mai veramente arrivato potrebbe rendere freddi più del solito i prossimi mesi di marzo ed aprile, quindi non si sa mai.
Partiamo subito a bomba.

giovedì 15 febbraio 2024

Ogni anno catturati fino a 2,2 trilioni di pesci selvatici. Ma la metà finisce... in pasto ai pesci

 Sapevate che la maggior parte del pesce catturato, ucciso e macellato non viene destinato alle nostre viziate pancine, ma... a quelle dei pesci stessi? Sembra una follia, ma invece è proprio così, perlomeno secondo lo studio delle organizzazioni Fishcount e Ciwf, riconosciute a livello mondiale, che hanno presentato delle precise statistiche a sostegno di questa (per me) sconvolgente verità.

Il Corriere della Sera riporta un interessantissimo articolo sulla questione, che consiglio a chiunque di leggere e che dimostra una volta in più quanto una seria educazione al rispetto degli esseri viventi del mare, pinnati (e non), sia diventata assolutamente indispensabile. Oltretutto il documento evidenzia come, nonostante sia noto che i pesci siano esseri senzienti, in grado di provare paura e dolore, quelli pescati vengono generalmente macellati senza essere stati precedentemente storditi e subiscano maltrattamenti durante e dopo la cattura (cit.). Solo a titolo d'esempio, si stima che siano necessari circa 440 pesci catturati in natura per nutrire un singolo salmone allevato. Vi sembra logico?

Milioni di quintali di pesci finiscono in bocca ai pesci stessi

Rendiamoci conto dell'inutile ed insensato spreco. E rendiamoci anche conto della sofferenza dei nostri amici pinnati, compagni di mille avventure di pesca. Da vero appassionato spero almeno che noi pescatori sportivi si abbiano a cuore le sorti degli abitanti del mare (e naturalmente dei fiumi, torrenti e laghi). Senza di loro la nostra passione non avrebbe alcuna possibilità di essere vissuta. Per questo non riesco a spiegarmi la reticenza di moltissimi pescatori verso il catch & release, ma questo è un altro discorso.

Allora che fare? Intanto potremmo, nel nostro piccolo, fare proseliti sulla necessità di una maggiore coscienza di quello che vuol dire pesca intensiva e cercare di favorire la diffusione, almeno sulle nostre tavole, di un pescato sostenibile. Evitiamo di favorire economicamente, attraverso la nostra spesa quotidiana, un industria della pesca insensata. Iniziamo invece ad orientare il nostro sguardo verso un consumismo cosciente e di coscienza. Se premiamo i prodotti etici, per le leggi di mercato i "non etici" dovranno scendere a più miti consigli.

Ne va del futuro del nostro pianeta e dei nostri figli.

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lunedì 29 gennaio 2024

Cecina, erosione della costa: «Il porto ha creato problemi enormi»

 Come recita un famoso detto popolare: "agli zoppi pedate negli stinchi". Speravo di scrivere il primo articolo del 2024 dedicandolo a qualche bella cattura, invece siamo qui ancora a parlare di ambiente. A più riprese ho scritto di come noi pescatori si risulti mal visti dalla pubblica amministrazione e di come ci vengano sempre più preclusi luoghi e sempre più limitate opportunità di pesca. Ebbene, il porto di Cecina sembrerebbe addirittura dannoso per le nostre coste, già vittime dell'erosione da anni.

Almeno questa è la convinzione di Legambiente come riportato da questo articolo de Il Tirreno

Quindi, non solo ai poveri pescatori cecinesi (e non solo a loro) è stato precluso l'accesso per pescare all'interno dell'area del "nuovo" porticciolo, luogo che prima era invece a disposizione di tutti. Oltre a questo i cecinesi (pescatori e non) dovranno rimetterci anche come semplici cittadini perché l'erosione sta mangiando la spiaggia libera e la pineta.
Si direbbe cornuti e mazziati. O no?
Speriamo che qualcuno prenda in mano la situazione e valuti con serietà ed accortezza massima quello che sta accadendo, prima che sia davvero troppo tardi.

E magari conceda nuovamente ai pescatori (e non solo a loro) di frequentare un luogo a loro ingiustamente sottratto, come ho scritto anche in questo mio accorato post.

Alla prossima.

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