Estate! Finalmente le giornate si sono allungate e le ferie si stanno avvicinando, il che vuol dire più tempo da dedicare alla nostra passione. La pesca al black bass sta per riaprire e finalmente entrerà nel vivo. I cavedani ormai si sono messi alle spalle la delicata frega e diventa possibile pescare le ultime cheppie. I serra si stanno avvicinando alla costa e non è improbabile trovare già qualche leccia in caccia nelle prossimità della foce o delle scogliere portuali, mentre le spigole continuano ad esserci come nei mesi precedenti. Evviva!
Ma... Nelle zone prossime alla ridente cittadina di Cecina, meta turistica di molti italiani e tanti stranieri, per noi pescatori non sono proprio rose e fiori, anzi.
Andando avanti veloce nel tempo arriviamo ai giorni nostri con una situazione purtroppo diametralmente opposta. La zona di foce, pesantemente alterata dalla costruzione (tra l'altro mai finita) del porticciolo turistico, è stata completamente stravolta ed oltretutto definitivamente interdetta ai pescatori, perlomeno sulla sponda nord ovvero quella potenzialmente più proficua per la pesca, cioè l'area del vero e proprio porticciolo. In più due famosi laghetti di proprietà di una nota azienda chimica, conosciuti come "laghi della Magona" o "cave di Magona", che sono i più vecchi e (un tempo almeno) i più popolati di pesce, da alcuni anni sono stati definitivamente interdetti alla pesca, mentre prima l'ingresso dei pescatori sportivi era tranquillamente tollerato. In aggiunta a tutto questo, una triste novità di questi ultimi mesi: in località "la Steccaia" sul fiume Cecina, da sempre ottimo spot per la pesca al cavedano e non solo, le forze dell'ordine sconsigliano di andare a pescare (e svolgere qualsiasi altra attività) perché divenuta ormai nota zona di spaccio, frequentata perciò dal malaffare, tanto è vero che nell'occasione in cui ho provato ad andarci, ignaro di tutto ciò, mi sono visto inseguire dai Carabinieri per un approfondito controllo su quello che stavo facendo (e poi, per non correre inutili rischi, ho preso canne e bagagli e me ne sono venuto via senza nemmeno bagnare le esche).
Il fiume Cecina al ponte della ferrovia quando anni fa l'acqua scorreva |
L'aspetto del fiume Cecina nei mesi estivi |
E' il famoso cane che si morde la coda: meno pescatori, meno cura degli ambienti, meno controlli, più prelevamenti, meno pesce, meno pescatori e quindi meno cura degli ambienti, meno controlli, più prelevamenti, meno pesce, meno pescatori ecc. ecc. Così dal paradiso siamo passati all'anticamera dell'inferno.
Giusto ieri sera vi confesso che ho avuto notevole difficoltà nell'organizzare un veloce aperispinning in solitaria. Vado al mare? No, non si può fino le 20.00 e comunque ci sono i bagnanti anche dopo tale orario. Vado sul fiume? No, ormai molti spot sono in secca, non ci sono più accessi per gli spot buoni e poi ci girano spesso loschi figuri. Vado in foce? No, ormai una sponda non può più essere frequentata, nell'altra ci sono le barche ormeggiate e le alghe hanno fatto pappone in quei pochi punti dove si potrebbe pescare. Vado alla cavetta? No, ultimamente ci vanno a scaricare calcinacci, materiali edili vari ed altri troiai e non si può mai sapere chi li porta e come reagirebbe ad essere scoperto.
Alla fine, lo ammetto con grande rammarico, ho desistito rimandando la veloce pescata a data da destinarsi.
Questa è l'odierna triste situazione per la pesca ricreativa in quel di Cecina, un posto che un tempo era davvero un piccolo paradiso del pescatore che richiamava appassionati da tutta la Toscana. Ora invece siamo al punto che i pescatori cecinesi sono costretti ad emigrare per poter praticare la loro passione.
Poveri noi.
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