mercoledì 16 marzo 2022

Un rifugio sicuro per il pescatore invernale: il light rock fishing

 Eccomi nuovamente sul blog a scrivere qualche riga. Purtroppo sono stati mesi molto complicati, per la pesca intendo. Sinceramente, a ricordanza, erano davvero tanti anni che il mare e l'acqua dolce non erano così avari di catture come quest'anno. Da fine dicembre ad oggi non sono riuscito a pescare un pesce che possa definirsi decente. Anzi, a dirla proprio tutta da inizio gennaio a tutto febbraio non sono proprio riuscito a sentire un pesce, dico un pesce in canna.

D'accordo che sono andato a pesca pochissime volte e per tempi molto ridotti, ma negli anni scorsi con un dispendio di tempo simile a questo, ero sempre riuscito a pescare qualcosa, che fosse un serra o un persico trota. Quest'anno nulla. Sarà la paura del covid? Sarà la paura della guerra? Sarà il terrore di una prossima recessione? Chissà.

Scorfani al freddo
Ma credo che la causa principale della scomparsa del pesce nelle mie acque sia essenzialmente dovuta ad un anno assolutamente anomalo da un punto di vista atmosferico. I gelatai sorridono perché il freddo (salvo la prima settimana di Marzo) non è mai arrivato. Gli ombrellai piangono perché la pioggia non si fa vedere da inizio anno. Il vento dominante è di terra, da molto tempo, con il conseguente risultato che un pescatore si affaccia sulla battigia con l'illusione di vedere nuotare delle trote fario sul basso fondale, visto che l'acqua di mare è limpida come quella di un torrente appenninico. Insomma non c'è nulla che corrisponda alla normalità di un inverno tirrenico. Senza considerare che si viene da un estate (ed autunno) 2020 anomali anche loro. E questo deve avere scombussolato parecchio i poveri pinnati che vivono nel mare e nelle acque dolci della mia provincia. Di conseguenza la disperazione dei pescatori aumenta.
E allora come ci difendiamo?

Ma con la pesca "leggerissima" naturalmente. E pertanto L.R.F. a go go. Ecco come mi sono salvato dal solito cappotto alla moda autunno-inverno 2022, cioè dedicandomi ai pescetti di tana del sotto costa, ovvero scorfani, ghiozzi, cerniette, bavose e compagnia cantante. Canna solid tip con peso gestibile intorno ai 3 grammi, mulinello del 1000, trecciatino stile capello e tante piccole eschine in gomma da far saltellare sul fondo, tra gli scogli, lungo i moli ed in ogni dove valga la pena tentare.
Spigola spigola delle mie brame...   
Naturalmente, mentre uno è lì intento a titillare i piccoli pesciolini di scoglio, ogni tanto vale la pena tentare anche qualche lancio un pochino più lungo, perché si sa che in mare nuotano tanti tipi di pesce e sarebbe un grande peccato precludersi delle chances.
Ecco che così entrano in gioco anche le spigole ed i sugarelli, comuni abitanti del sotto costa anche negli anni più difficili e avari di catture. Piacevoli intermezzi tra le beccate degli irruenti scorfani. Insomma è la ricetta perfetta per passare qualche serata lontani dal televisore di casa e dalle angosce familiari. Vi sembra poco?!

In conclusione però vi chiedo, se avete voglia di scrivermi pubblicamente o in privato: perché secondo voi gira meno pesce in anni come quello attuale? Io mi sono fatto questa semplice idea: visto che il mare è praticamente sempre calmo e limpido, i pesci predatori concentrano la propria attività nelle ore centrali notturne (per loro maggior sicurezza) e contemporaneamente, visto che percepiscono una situazione di tranquillità tale per cui non si devono preoccupare di rimanere digiuni per persistenti condizioni avverse, non si spingono fino alla prossimità delle coste per ricercare il cibo; cibo che possono trovare con più tranquillità e comodità nelle zone con maggior fondale. Vi torna?

Fatemi sapere. Alla prossima.
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