mercoledì 10 marzo 2021

Spinning al LUCCIO: un primo approccio alla tecnica

 Cari lettori è giunto il momento di confrontarsi con la preda per antonomasia del pescatore a spinning d'acqua dolce: sua Maestà il Luccio. Ebbene si, anche io ho un debole per questo meraviglioso pesce dalla bocca dentuta, dalla livrea mimetica e dal corpo affusolato. Posso dire che sono diventato un pescatore a spinning proprio grazie a lui perché venni iniziato alla sua pesca da mio zio, quando ero ancora un bambino. Lui pescava a spinning già da tempo, mentre io ero ancora dedito alla canna fissa con galleggiante. Vedere la sua scatola piena di cucchiaini luccicanti fu per me una scoperta meravigliosa ed affascinante, quasi come l'aver trovato un forziere dei pirati pieno di splendenti dobloni. Le esche artificiali mi conquistarono immediatamente. Ed immediatamente mi conquistò questo predatore d'acqua dolce aggressivo e sfuggente, un formidabile ed enorme divoratore di esseri viventi nato solo per diffondere il terrore nei fiumi e nei laghi italiani (o almeno questa era la folle idea che avevo in testa da bimbo dotato di fantasia).

Il luccio in tutta la sua bellezza

Già solo osservando la foto sopra, con quell'inconfondibile silhouette idrodinamica, non si può che apprezzare la bellezza di questo pesce. E le prime catture effettuate con il cucchiaino, anche se di piccoli esemplari sotto i 50 centimetri, per un ragazzino abituato a salpe, castagnole, saraghetti, occhiatelle pescati con la pastella, sembrarono estenuanti combattimenti con mostri acquatici di dimensioni gigantesche. Certamente su tali sensazioni influirono anche le mie povere dotazioni del tempo, visto che utilizzavo un mulinello economico (che i cuscinetti a sfera non sapeva nemmeno cosa fossero) con in bobina un banale nylon 0,25 (rubato al nonno) abbinato ad una canna telescopica di 180 centimetri fatta in vetroresina, da 15 grammi di potenza, con anelli in plastica dura, che si piegava anche solo con il vento. Quanta ingenua follia e quanti bei ricordi mi tornano alla mente... 

Ma bando alle ciance. Volete effettuare la prima cattura a spinning di un esocide? Siete disperati perché non sapete come orientarvi in questo vasto universo e cercate un piccolo aiuto per fare vostra la tecnica di pesca al luccio? Fortunatamente per voi c'è l'eroico Darth Waders a soddisfare le vostre richieste.

Come ho fatto per altri pesci tipici dello spinning (in fondo all'articolo metterò i link) anche in questo post dedicato specificamente a coloro che non hanno mai tentato la sorte con sua maestà Esox Lucius, affronterò l'argomento pesca all'esocide partendo dall'attrezzatura, per arrivare poi alla tecnica vera e propria, sempre con l'intento di fornire le coordinate fondamentali per un primo approccio proficuo alla pesca del mitico luccio, naturalmente con le esche artificiali. Sia chiaro che per comprendere appieno i suggerimenti seguenti, benché semplici, occorrerà sapere già cosa sia la pesca a spinning e magari si stia già esercitando tale tecnica. Se così non fosse vi rimando alla lettura di questo post sulla pesca con esche artificiali che chiarirà i concetti di base. Inoltre, trattandosi di "primo approccio", i suggerimenti saranno validi soprattutto per coloro che intendono cimentarsi con il luccio da riva, quindi a piedi.

L'attrezzatura

Come sempre partiamo da qui: canna e mulinello. Mentre per altre specie da spinning si può iniziare l'avventura con attrezzature poco impegnative, piuttosto leggere, anche di fattura modesta, con l'esocide è bene sin dall'inizio non scherzare. Vi confesso che il mio primo incontro ravvicinato con un luccio di taglia finì male, anzi malissimo perché lo sfortunato pesce, dopo qualche minuto di battaglia (ricordate? Io avevo una cannettina in vetroresina, con un mulinelletto scrauso ed un filo del 0,25 in bobina e zero esperienza), all'ennesima ripartenza strappò tutto lasciandomi sulla sponda del lago triste, deluso ed arrabbiato. Sembrò che il mondo mi fosse caduto addosso, che il pesce più grande di tutto il creato mi fosse ormai sfuggito e che la pesca avesse perso ogni senso ed ogni attrattiva. Epilogo che va assolutamente scongiurato, non tanto per il pescatore (superai la tragedia nell'arco di poche ore, giusto il tempo di raggiungere il negozio di pesca ed acquistare un nuovo cucchiaino) quanto piuttosto per rispetto verso il pesce in questione che rischierebbe di morire per un esca conficcata in bocca a causa della nostra imperizia.

Pertanto il mio consiglio è di orientarsi inizialmente su una canna che abbia una potenza di lancio di 2 oz. (circa 56 grammi) effettivi, robusta nell'assemblaggio, ma non troppo rigida nell'azione, questo per facilitare un novizio nelle fasi di combattimento e di gestione dell'esca. Grammature inferiori o superiori saranno da prendere in considerazione solo quando si sarà acquisita la giusta esperienza sul campo. Della lunghezza preoccupatevi poco perché sarà correlata alle caratteristiche di lancio e potenza. Monopezzo, due pezzi, con manico in sughero o in eva, sono tutte qualità che riguardano essenzialmente i gusti personali, quindi assoluta libertà di scelta.
Il mulinello dovrà avere una taglia 3000 (indice di grandezza su base Shimano), dovrà essere fluido, robusto, contenere almeno 125/150 metri di nylon 0,30 ed avere una manopola che garantisca una pronta e ferma presa nel recupero. Naturalmente dovrà essere di un peso utile a bilanciarsi con la canna. Anche qui, per azzardare taglie più piccole o per salire ad oggetti più importanti, ci sarà tempo in futuro.
Come filo da imbobinare, che sia nylon o trecciato, meglio mantenersi su carichi di rottura non inferiori alle 18 libbre (circa 9 chilogrammi), quindi nylon almeno dello 0,30 o trecciati dello 0,15 circa, a seconda di cosa si preferisca utilizzare. Se non si è pescatori a spinning abituali, io consiglio sempre di partire dal nylon, che ha il limite della gittata nei lanci, ma il vantaggio di essere più economico e soprattutto più resistente agli sfregamenti sugli ostacoli e sul fondale. E generalmente si imparrucca di meno. E se malauguratamente si imparruccasse, si riuscirà a sbrogliarlo con più facilità. Non lo dico, ma va da se che la qualità deve essere top, senza cercare il risparmio proprio su questo specifico componente.
In una bocca così ci entra qualsiasi esca 


Gli artificiali

Come per ogni branca dello spinning, anche per la pesca del luccio esistono innumerevoli tipologie di esche in commercio. Personalmente ho fatto le mie prime esperienze con l'esca classica che più classica non si può, cioè l'immarcescibile cucchiaino, anche perché quando ero piccolo era l'unica esca facilmente reperibile nei negozi del mio paese. Comunque è un artificiale che ha mantenuto un ottima efficacia nonostante gli anni trascorsi e pertanto è un acquisto da tenere sempre in considerazione. E se  aveste voglia di utilizzarlo e di scoprire una tecnica di recupero valida con il luccio, vi rimando alla lettura del post dedicato proprio al cucchiaino.
Poi naturalmente c'è tutto l'universo di esche artificiali rimanente, cioè i minnow, i jerk, gli spinnerbait, i jig, gli ondulanti e via e via, tutte nate e progettate proprio per questo splendido pesce. Così come tutta quella serie di grandi aggeggi in gomma presenti in tutti i cataloghi dei maggiori produttori del settore, non quello a luci rosse riservato alle pornostar, ma quello della pesca. E sarà proprio quest'ultima la tipologia di esche sulla quale mi concentrerò in questo post dedicato ad un primo approccio.

Per fare una netta selezione nella primissima scelta di esche da acquistare dobbiamo considerare innanzitutto la dimensione: qualsiasi esca vi interessi acquistare andrà scelta grande. Certo, il limite dovrà essere rappresentato dal peso lanciabile dalla canna, ma in fatto di misure si può tranquillamente esagerare. Anzi consiglio proprio di farlo, scegliendo lunghezze o volumi notevoli perché il luccio non si pone molti problemi nell'attaccare artificiali da 15 o 20 centimetri o più ancora. Capisco che "aggeggi" simili possano spaventare un novello pescatore al luccio, magari abituato a cercare trote e cavedani con rotanti non più grandi del 2, ma la realtà è che l'esocide preferisce bocconi voluminosi. Questo non esclude che attacchi anche piccoli rotantini, ma per un pescatore inesperto è bene confrontarsi subito con artificiali almeno di taglia L, in modo da scongiurare che il luccio "esofaghi" (termine orribile per indicare un allamatura molto profonda) l'esca minuta.

Ma come ho anticipato poche righe sopra, tra le varie specie di esche in commercio mi concentrerò sulla gomma, una tipologia di artificiali che mi sento di consigliare caldamente ad un neofita. E per restringere ulteriormente il campo e facilitare ancora di più la scelta, la categoria delle gomme che ritengo migliori per avere un primo approccio allo spinning dedicato al luccio è quella degli shad con coda timonata (o a martello che dir si voglia), cioè paddle tail se volete il termine anglosassone, e vi spiegherò nel paragrafo della tecnica il perché.
Un classico shad in gomma
Che sia pre assemblato con piombo ed amo (come ad esempio quello della foto sopra) o che sia da innescare con una classica testina piombata è indifferente, basta che assolva il suo compito nel modo corretto, cioè che nel recupero la coda scodinzoli molto, emettendo molte vibrazioni, ed il suo affondamento non sia come quello di un sasso. Per pescare il luccio in modo proficuo occorre che l'artificiale nuoti frenetico anche nei recuperi lenti ed in fase di rilascio scenda verso il fondale continuando a farlo, senza puntare il fondo come un inteccherito pezzetto di piombo. Quindi orientatevi su gomme molto morbide. E se l'esca selezionata, acquistata ed armata, lavorerà come ho illustrato, sarete già a metà del cammino verso l'agognata cattura.
Colori? Come mia abitudine consiglio di avere dietro almeno tre tipologie di colorazione: una naturale che simuli un pesce reale; una molto accesa, come il bianco o il chartreuse; una dai toni scuri, essenzialmente dal marrone al nero. Ci garantiremo così la possibilità di pescare in ogni condizione di acqua e di luce ed avremo contemporaneamente delle variazioni sul tema da presentare al nostro amato pesce.

Minuteria e complementi di attrezzatura

Benissimo. Abbiamo acquistato la canna, il mulinello e la giusta selezione di esche. Prima però di uscire dal vostro negozio di fiducia è necessario acquistare qualcos'altro. In virtù della famigerata dentatura tipica del luccio, nella sua pesca sarà indispensabile l'uso del cavetto d'acciaio, che misuri almeno 20 centimetri di lunghezza e che naturalmente abbia resistenza pari a quella del nylon o trecciato imbobinato, al quale andrà collegato tramite un nodo fatto a regola d'arte.
Andranno acquistate anche delle pinze a becchi lunghi, per permetterci di slamare in tutta sicurezza il pesce anche in quei casi in cui l'esca dovesse piantarsi molto profonda. Se poi siete dei pescatori oltremodo rispettosi, allora anche un buon paio di tenaglie per troncare l'amo o l'ancorotto nelle situazioni disperate è uno strumento da tenere assolutamente in considerazione. Inoltre consiglio vivamente, anzi vi obbligo ad acquistare un capiente guadino con rete in silicone per salpare in tutta tranquillità la catturaIl boga o attrezzi simili possono tornare utili, ma con il luccio sono difficili da utilizzare e possono addirittura provocare danni irreversibili all'apparato boccale. Non parliamo poi del salpaggio a mani nude facendo la classica presa opercolare molto in voga tra i lucciari, che però è di complicata attuazione anche per i pescatori sgamati. Figuriamoci per un neofita al quale, alla prima cattura, tremeranno le gambe come Elvis The Pelvis nella indimenticabile Hound Dog. Quindi datemi retta: un bel guadino vi aiuterà a levare le castagne dal fuoco in tempi rapidi ed in estrema sicurezza.
Luccio
Il boga può aiutare, ma va usato con estrema cautela

Gli hot spot del luccio

Benissimo. Ora abbiamo tutto l'occorrente per andare a pescare il nostro amico esocide. Ma dove si potrà effettivamente trovare? Ecco, qui la situazione si complica. Purtroppo questo magnifico predatore, un tempo molto diffuso nelle nostre acque tanto da essere considerato dai vecchi pescatori sportivi una delle cause del depauperamento degli altri pesci d'acqua dolce come cavedani, barbi, tinche ecc. (basta leggere le riviste di pesca dei primi anni ottanta), nel tempo ha subito la terribile concorrenza di specie invasive aliene, queste si veramente pericolose (leggasi siluro), e quindi la sua popolazione è in forte sofferenza, perlomeno nelle acque libere. Perciò è già piuttosto complicato trovare laghi e fiumi nei quali la sua presenza sia effettiva o almeno abbastanza numerosa da permetterci di pescarlo con buone chance di cattura.

Comunque, sperando che voi sappiate dove trovarlo, magari dopo aver visto qualche filmato su "iùtub", arrivati di fronte all'acqua spunterà nella vostra mente sempre la medesima domanda: dove sarà nascosto? Come sempre è necessario ragionare partendo dall'assunto che è un pesce predatore e quindi come tale cercherà di sferrare attacchi alle sue prede da luoghi sicuri per la sua incolumità, ma al contempo prossimi a zone di passaggio di pesce foraggio o altri animali acquatici. Quindi, che si parli di un lago, di un canale o di un fiume, usando il famoso occhio indagatore del pescatore dovrete partire proprio da quei punti nei quali riscontrerete le caratteristiche suddette, come: rami sommersi; salti di fondale; ostacoli sul fondo; banchi d'alghe; canneti; sbarramenti; dighe; assembramenti di minutaglia ed ogni altro luogo in cui il luccio possa sferrare il suo poderoso attacco con successo.

Quasi dimenticavo. Il momento d'oro del luccio è l'autunno, quindi se volete avere più opportunità ritagliatevi qualche uscita di pesca da fine settembre a tutto dicembre perché è il momento dell'anno in cui l'esocide è più attivo. Poi arriverà il periodo della frega e quindi anche lo stop normativo alla sua pesca - ad esempio in Toscana dal 1° Gennaio al 1° di Aprile - pertanto sarà opportuno lasciarlo assolutamente in pace.
La primavera e l'estate invece saranno stagioni in cui il luccio vi metterà a dura prova perché avrà finestre di attività molto ristrette (anche se ripetute durante la giornata) e quindi per il pescatore non sarà semplicissimo sfruttarle se effettuerà delle veloci pescate stile aperispinning (salvo avere un culo grosso da fare provincia). Pertanto il mio consiglio, in queste stagioni, è quello di organizzare una giornata intera di pesca o comunque fare uscite da più ore consecutive, in modo da aumentare le probabilità di incappare in quei rari momenti proficui.
Infine, per definire il quadro completo, il luccio ama le giornate grigie, nuvolose, anche piovose, mentre odierà quelle con il sole caldo, il cielo azzurro ed il vento assente. Insomma, lui gradirà sempre le condizioni contrarie alla comodità del pescatore.
Luccio a testina
Il luccio rende felici tutti i pescatori

La tecnica

Eccoci al punto cruciale. Benché il luccio, quando è in attività, si faccia poche remore ad attaccare le possibili prede che gli nuotano davanti agli occhi, nella maggioranza dei casi sarà invece necessario stimolarlo opportunamente per indurlo all'attacco anche nelle più frequenti fasi di stanca, invitandolo a banchettare con succulenti bocconi correttamente presentati o puntando a stimolazioni differenti, come ho cercato di chiarire in questo post. E qui, soprattutto per un neofita, viene in soccorso la nostra esca in gomma.

Innanzitutto offre un vantaggio economico, perché generalmente il costo di uno shad in gomma inclusa la testina piombata è ben inferiore ad una qualsiasi hard bait. E poiché dovremo effettuare recuperi in ambienti complicati, cioè dentro le "strutture" come dicono i veri pro, il rischio di perdita sarà sempre molto elevato. Inoltre l'amo singolo offre indubbi vantaggi in termini di tenuta nel combattimento e successivamente nelle operazioni di slamatura. E per finire sono esche molto versatili in quanto potranno essere recuperate efficacemente in ogni strato della colonna d'acqua, cioè da un recupero allegro in superficie ad un recupero lento strusciando sul fondo. L'importante, come ho sottolineato poco sopra, è che l'esca continui a scodinzolare allegramente, senza derivare lateralmente, qualsiasi sia la velocità di recupero alla quale la sottoporremo. Dovrà farlo anche in rilascio, cioè quando stopperemo il recupero e l'esca si metterà ad affondare.
Assicuratavi pertanto che l'artificiale da voi selezionato, di qualsiasi marca esso sia, si comporti come ho descritto sopra. Se lo farà, mi ripeto, sarete già a metà dell'opera ed avrete la strada spianata verso la prima cattura.

Per un corretto approccio all'acqua, sempre parlando di spinning fatto a piedi, rimane valida la regola generale dei primi lanci sotto riva, mantenendosi furbescamente distanti dalla postazione, per poi via via allungare la gittata del lancio. Insistete anche con lanci a filo di sponda, sia con recuperi veloci a galla facendo "ploppare" sulla superficie la coda dello shad, sia con recuperi lenti con l'esca che picchietta di testa sul basso fondale. Solo dopo avere scandagliato progressivamente ogni anfratto, magari anche con qualche lancio ripetuto, varrà la pena cambiare postazione. Se il luccio è in caccia attaccherà subito, ma se non lo fosse potrebbero occorrere più recuperi di fronte ai suoi occhi per infastidirlo al punto tale da fargli decidere di mordere.

Non fate solo recuperi lineari, monotoni, ma cercate di animare l'esca il più possibile, jerkando lo shad in modo tale che spanci vistosamente, per poi lasciarlo cadere sul fondo. A volte il luccio attacca proprio sulla discesa dell'esca, attirato da quello strano oggetto arrendevole. E poi, nonostante sia dotato di uno scatto fulmineo, non sempre i recuperi veloci pagano, ma anzi, molto spesso il luccio gradisce recuperi piuttosto lenti, anche a mezz'acqua, nonostante abbia in questo modo tempo e maniera di leggere marca e modello dell'artificiale. A questo proposito, vi consiglio caldamente di rimanere concentrati durante tutto il tempo necessario al recupero dell'esca perché può accadere che l'esocide  insegua svogliatamente l'artificiale per molti metri e poi decida di sferrare l'attacco sotto ai vostri piedi, pochi centimetri prima che leviate l'esca dall'acqua per fare il lancio successivo.
Luccio a shad
Prima pescata dopo la zona rossa
L'attacco sarà comunque sempre ben percepibile. A galla vi farà venire un infarto, quindi l'unico rischio sarà quello di non sopravvivere al colpo al cuore, mentre un attacco sul recupero sotto la superficie potrebbe essere interpretato, sull'istante, come un secco incaglio su qualcosa. Salvo poi sentire che quel qualcosa si muove, eccome. Naturalmente la prima reazione in entrambi i casi dovrà essere una potente ferrata, per scongiurare un allamatura solo superficiale con il conseguente rischio di perdita del pesce durante il combattimento. La seconda sarà valutare immediatamente la taratura della frizione nella malaugurata ipotesi che non sia stata fatta prima di iniziare a pescare, questo perché il luccio tenterà sicuramente la fuga dritto per dritto e non solo una sola volta. Anche quando sarà a tiro di guadino potrebbe sorprendervi ripartendo furiosamente. Quindi sin dall'inizio è meglio concedergli un po' di lenza, se naturalmente non ci sono pericolosi ostacoli nelle immediate vicinanze, tanto per farlo stancare quel tanto da renderlo più arrendevole, ma senza esagerare per non farlo arrivare a terra esanime. Nel combattimento cercate di tenere la canna piuttosto bassa, in modo tale che il luccio non emerga mettendosi a scuotere la testa per liberarsi. E poi foto di rito, con un veloce rilascio fatto con le dovute cautele.

Conclusioni

Un pescatore a spinning non si può definire tale finché non si è confrontato con Sua Maestà il Luccio.  Questo è uno degli assunti della tecnica. Non a caso, dopo il passaggio della Toscana in zona arancione, ho effettuato la mia prima uscita di pesca dedicandola proprio all'esocide. Mancandomi terribilmente lo spinning durante le interminabili giornate di reclusione casalinga per la zona rossa, ho infatti deciso di ripartire dalla cattura per antonomasia, ricercando quelle piacevoli sensazioni che mi riportano sempre alla gioventù, cioè quelle reminiscenze che evocano i begli anni in cui iniziai ad usare i cucchiaini in quelle prime pescate dedicate proprio al nostro dentuto amico.
Ma come ho già detto, il nostro amico dentuto è anche oggetto di una competizione impari con altri predatori alieni, come il pesce gatto americano ed il siluro, che gli hanno sottratto tanto, troppo spazio nelle nostre acque e l'anno detronizzato dal vertice della catena alimentare. Pertanto è un pesce che va trattato con assoluto rispetto e se per altre specie il catch & release è una pratica consigliata, per l'esocide è assolutamente obbligatoria.
Quindi dedicatevi tranquillamente alla sua cattura, ma fatelo con intelligenza, evitando al nostro amico verde mimetico inutili stress e garantendogli rilasci veloci. Ci assicureremo la pesca del domani e la presenza di un pesce bello, combattivo e stimolante da catturare nelle future avventure da spinner.

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Per un nuovo articolo, ci rileggiamo mercoledì prossimo!

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