Per chi ha un lavoro d'ufficio, il fine settimana rappresenta generalmente il momento di massima libidine alieutica, l'appuntamento agognato nei lunghi giorni di sofferenza trascorsi dietro ad una scrivania e davanti ad un monitor lcd. Ormai avere un lavoro è una benedizione divina, su questo non ci sono dubbi, ma il gusto di godersi la propria passione non può essere annullato da questa consapevolezza.
E così le speranze montano, montano montano... Fino a diventare sogni di catture incredibili, speranze di battaglie epocali vissute al ritmo dello stridere della frizione e dello sciacquio del mostro pinnuto attaccato all'altro capo della lenza. Avventure che farebbero apparire Sampei un misero mestierante della pesca del crognolo.
Poi il momento della pesca arriva. E la realtà supera la fantasia, contorcendosi a tal punto da rendere ogni speranza vana. Ogni intuizione banale bischerata. Ogni lancio inutile fatica. Non lo si può più sfuggire. La realtà diventa cappotto.
Ma i "puri" sanno trarre spunti e vantaggi anche da queste situazioni, incasellando nella propria memoria luoghi, orari e condizioni che hanno portato a ciò, restringendo il campo dei possibili insuccessi nelle future uscite di pesca.
E soprattutto, dopo la dura settimana lavorativa, sapranno godere di quanto la natura sa donare in alcuni meravigliosi istanti.
E tutti (gli altri...) vissero pescando contenti
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