Molto spesso si sottovalutano i complementi dell'attrezzatura da spinning, preferendo concentrarsi su artificiali, canne e mulinelli. E questo perché la soddisfazione nell'acquisto di questi elementi in particolare è sicuramente superiore a spendere i propri soldini in buffetteria o altri oggetti "di contorno" che riempiono meno le fantasie del pescatore. Ed invece questi ultimi sono fondamentali per riuscire a portare a compimento battute di pesca proficue. Un componente appartenete alla categoria degli oggetti che riempiono poco le fantasie dei pescatori è senza dubbio quello che ci permette di trasportare il necessario per pescare, ovvero quel contenitore utile a portarsi dietro le numerose scatole belle farcite di artificiali e tutto il resto degli ammennicoli più o meno utili di cui uno spinningofilo non può fare a meno. Ma quale forma deve avere questo componente? E quale delle forme è la migliore per il povero pescatore a spinning?
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| Borsa o gilè? Questo il dilemma |
In questo post cercherò di elencare pregi e difetti di due articoli che possono definirsi fondamentali per il pescatore a spinning, ma che appunto accendono poco la sua fantasia, ovvero la borsa ed il gilè per trasportare esche e minuteria, oggetti assolutamente indispensabili quando le battute di pesca sono affrontate a piedi. E lo farò in modo che il lettore possa farsi un idea più precisa sulla questione e sia poi in grado di decidere in autonomia quale delle due configurazioni sia per lui più adatta. Allerta spoiler: per me, avere entrambe le opzioni a propria disposizione non sarebbe una cattiva idea.
Quando iniziai a pescare io, ormai troppi anni fa, di borse specifiche per la pesca a spinning non se ne trovavano facilmente (almeno dalla mie parti) e si era costretti a rovistare nell'armadio di mamma, babbo, nonno, nonna ed altri parenti alla ricerca di un qualcosa da rubare e riadattare all'esigenza del pescatore. Poi, complice la voglia di omologarsi ai più fighi cacciatori e l'incazzatura del parente derubato, spesso si optava per l'acquisto e l'utilizzo di un classico gilè, magari in colorazione mimetica stile parà della Folgore. Ed in effetti io ho iniziato l'avventura nel mondo della pesca con esche artificiali proprio con un bel gilè indosso. Ma a dirla tutta non solo io avevo optato per tale capo. La compagnia di pescatori che frequentavo era praticamente tutta abbigliata così.
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| Il gilè mimetico mantiene una sua fighetteria anche oggi |
Avanti veloce ai giorni nostri, troviamo una realtà completamente differente, nella quale i giovani pescatori a spinning molto difficilmente indossano questo capo di abbigliamento, preferendo affidarsi a borse, borsine, borsette studiate appositamente per la pesca a spinning, con misure, scomparti ed aperture studiate espressamente per le esigenze del pescatore con esche artificiali. Decretiamo allora la fine di uno storico capo da indossare come il gilè? Ragioniamo con calma. La moda non sempre equivale a scelte razionali (basta vedere quanti ragazzi girano in ciabatte da piscina e calzini).
Partiamo dal gilè ed in particolare dai suoi principali pregi:
- distribuisce il peso equamente tra le spalle
- rimane più in sagoma con il corpo
- offre un accesso più veloce agli oggetti trasportati
Tre caratteristiche che possono tornare molto utili ad un pescatore a spinning che si muove molto, sta molto in piedi ed affronta itinerari impervi. Alle quali aggiungo altre tre positive caratteristiche, non sempre di valore assoluto, ma che mediamente superano quelle delle borse in genere: mimetismo, durata e prezzo. In quanto alla durata, il gilè della foto sopra lo possiedo (ed utilizzo) da oltre trenta anni. Nessuna borsa mi è durata integra tutto questo tempo. In quanto all'ultima caratteristica ho riscontrato che delle borse di livello, studiate appositamente per lo spinning, costano (ribadisco mediamente) qualche euro in più di un gilè di buona fattura. Sul mimetismo invece il discorso è semplice: avendo già il gilè in colorazioni neutre o mimetiche, uno può vestirsi sotto più o meno come capita.
Decretiamo allora la rivincita definitiva di questo capo vintage? Si, ma fino ad un certo punto. Passiamo alla borsa.
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| Anche la borsa dona al pescatore un certo stile |
Come ho detto anche prima, ormai i negozi di pesca offrono una scelta molto ampia di tracolle, borsetti e borsoni dedicati allo spinningofilo moderno. E come tutti gli articoli studiati appositamente per una specifica tecnica, presentano alcuni pregi indiscutibili:
- hanno misure standard compatibili con le scatole porta artificiali
- sono piuttosto capienti ed organizzati
- si possono indossare sopra qualsiasi capo d'abbigliamento
Aggiungo, ai tre pregi elencati sopra, la comodità del poter essere più velocemente posate a terra nei momenti di riposo o di stasi in un posto, e la praticità (essendo standardizzate) di velocissimi trasferimenti di scatole di artificiali, con passaggi immediati dalla pesca al black bass al pesce serra in un tempo inferiore alla lettura di questa frase. Insomma, anche le borse hanno una loro ragione d'esistere e giustamente i pescatori moderni le prendano in considerazione come primo acquisto per il completamento dell'attrezzatura.
I lettori più attenti si saranno accorti che i pregi dell'uno in linea di massima compensano i difetti dell'altro. Per questo ho anticipato che averli entrambi tutto sommato non è una cattiva scelta. Ma se invece uno dovesse scegliere obbligatoriamente tra uno dei due? Approfondiamo l'argomento.
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| Una borsa a tracolla può impicciare, ma un gilè sopra il piumino è impensabile |
Partendo dalla borsa, i difetti principali sono intuibili: tutto il peso grava su una spalla; si ha un ingombro notevole su un lato del corpo; si aumentano i rischi di incaglio con rami secchi, rovi ed ogni ostacolo che si può trovare sul proprio cammino; può essere più complicato trovare quello che si cerca dentro di essa. Di questi difetti il più rilevante è indubbiamente il primo. In una pescata prolungata, con lunghi spostamenti a piedi, l'avere tutto il peso delle scatole di artificiali su una singola spalla può creare notevoli disagi. A me personalmente, che soffro di cervicale, tale prolungato sforzo mi regala sempre un piacevolissimo mal di testa. Pertanto in quelle occasioni in cui la pescata programmata prevede più ore di pesca itinerante, opto sempre per il gilè.
Passiamo appunto al gilè. Anche per questo capo di abbigliamento i difetti principali sono intuibili: è più scomodo da infilare e togliere; difficilmente ha tasche standardizzate alla dimensione delle scatole di esche; è un altro capo d'abbigliamento da indossare. Concentrandosi sull'ultima questione, sia pensando a battute di pesca invernali con giubbotti imbottiti ed ingombranti, sia a quelle estive con quaranta gradi all'ombra, la scomodità di indossare un altro capo è palese. Ed in effetti, anche io, in occasione di pescate fugaci esposto a situazioni meteo sfavorevoli, utilizzo più volentieri le mie fidate borse, indubbiamente più veloci e comode da portarsi dietro.
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| Okay la comodità della borsa, ma qui un gilè mimetico sarebbe stato più opportuno |
Insomma, comunque la si guardi, la questione della scelta tra le due opzioni presenta pro e contro per entrambe le soluzioni. Si, lo so, alcuni più sgamati di voi diranno "oggi esistono gli zaini che risolvono tutti i problemi tipici delle borse", ai quali risponderanno in coro altri sgamati con "oggi esistono le giberne che risolvono tutti i problemi dei gilè". Okay, è vero, ma in realtà questi due oggetti mitigano solo alcuni dei problemi delle tracolle e dei classici gilè, senza comunque risolverne totalmente i difetti. E quindi?
E quindi, come al solito nella pesca, ognuno dovrà fare le proprie considerazioni e decidere in base alla proprie esigenze ed ai propri gusti, ma dovrà farlo in modo ragionato, sensato, non per partito preso o per moda. Io, come ho anticipato, mi affido alla tracolla od al gilè a seconda della battuta di pesca, privilegiando la prima per le uscite veloci o che prevedono pochi spostamenti (esempio tipico una pescata dedicata ai pesci serra), mentre preferisco il secondo quando metto in conto di percorrere parecchia strada a piedi durante battute di pesca prolungate (come ad esempio la trota torrente).
A voi la scelta!
Alla prossima.
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