Eccomi qui per un veloce report su questa estate di pesca, che di pesca in realtà non è proprio stata... Non per colpa del tempo o della stagione, si intenda, ma per colpa del sottoscritto che ha preferito dedicarsi ad altre attività, tipo cazzeggiare allegramente in riva al mare (senza canna al seguito) godendo di queste splendide giornate di sole. Ogni tanto fare il fankazzista da ombrellone aiuta a vivere meglio.
Così ho avuto l'occasione di andare solo due volte a pesca ed entrambe nell'orario classico dell'aperispinning, con obiettivo il black bass, il pesciolone verdastro che fa tanto divertire noi pescatori a spinning e che per due mesi abbiamo lasciato giustamente (e legalmente) in pace.
In verità le pescate sarebbero state tre, ma la prima volta che mi sono riaffacciato sul lago sono dovuto fuggire a gambe levate quasi immediatamente, per sfuggire dall'assalto delle zanzare assassine succhiatrici insaziabili della mia linfa vitale. Dopo due minuti mi avevano già pinzato sulle mani, dopo cinque sul collo e sulle braccia, dopo quindici sulla schiena e sulle gambe. Prima che arrivassero a succhiarmi la fa... famosa zona cesarini, sono scappato come Usain Bolt in una finale olimpica.
Un bel bass degno dell'apertura. |
Alla seconda pescata, dopo un bel bagno nella citronella, l'obiettivo principale era rinnovare una splendida canna travel regalatami da un carissimo amico (di cui non rivelerò il nome per non scatenare strane gelosie ed illazioni). Dopo aver catturato il primo pesce, non grande, ma combattivo (con sommo gaudio) ed aver quindi rinnovato adeguatamente la nuova canna, sono comunque scappato.
Si perché la carissime zanzarine avevano fatto la bocca al gusto citronella e quindi avevano iniziato ad essere un po' troppo insistenti con le mie succulente zone venose. Durata della pescata, quaranta minuti scarsi (parcheggio, vestizione, svestizione, ripartenza, inclusi).
Quindi arriviamo alla terza sera, cioè ieri, che ho affrontato con una bella camicia di jeans a manica lunga, bella spessa e protettiva. Ma anche dannatamente calda. Però tale abbigliamento mi ha permesso di pescare con un po' più di tranquillità e di mirare a qualche bersaglio un pochino più consistente senza dovermi preoccupare dell'assalto delle truppe zanzaresche.
Così, lasciando perdere i vari persichetti che si trastullavano con le mie esche (lenti polarizzate, che grande risorsa!) ho individuato un bel pezzo di bass in prossimità di un ramo semi sommerso. Ho innescato una bella gomma con amo off-set anti incaglio (se vi interessasse sapere quale esca di preciso leggete qui) ed ho lanciato nelle prossimità del pinnuto. Con l'acqua limpida mi sono goduto tutta la scena, con il bass che si è avvicinato repentinamente, ha risucchiato l'esca e si è girato per tornare nel riparo. In quel momento avevo già messo in tensione il filo e BAAAM! ho ferrato a martello.
Una bella lotta, durata vari secondi e con il pesce che è saltato fuori dall'acqua almeno tre volte, poi l'avvicinarsi a riva di una bocca spalancata ha sancito la mia vittoria finale. Foto di rito veloce e via, per la prossima sfida.
Ammesso che mi torni la scimmia della pesca sulle spalle e dalle stesse scendano le maledette zanzare...
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Ti interessa leggere articoli sul black bass?
Allora leggi anche ottobre tempo di persici trota!
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