mercoledì 8 marzo 2017

Cinque cose che un pescatore a spinning non deve mai dimenticare a casa

In questa prolungata astinenza dalla pesca attiva, in testa mi frulla un turbinio di variegati pensieri sulle situazioni affrontate in tutti questi lunghi anni di attività con la canna in mano e gli artificiali in tasca. E mi tornano a mente tutte quelle occasioni in cui ho sottovalutato la necessità di avere una determina "cosa" insieme a me.

Ebbene, affinché i posteri possano imparare dagli errori dei contemporanei, mi accingo a vergare di nero inchiostro elettronico una specie di hit parade di quello che è sempre bene portarsi dietro quando si parte per affrontare una piacevole giornata di pesca in luoghi ricchi di pesci e lontani da casa e che proprio a causa della mancanza di una di queste fondamentali "cose" potrebbe trasformarsi in tragica avventura...


5° posto: un coriaceo impermeabile
Non importa che sia estate, primavera, autunno od inverno. Fedeli alla fantozziana regola che la nuvola da impiegato può attendere anche quattordici mesi per manifestarsi proprio l'unico giorno delle vostre agognate ferie, i furbi pescatori devono essere pronti ad affrontare la peggiore delle tempeste mai abbattutesi sulla terra, anche se il mitico Colonnello Bernacca avesse previsto un sole da spaccare pietre. Non abbiate alcun dubbio: partire da casa con il cielo azzurro ed il sole splendente equivale ad arrivare sul luogo di pesca sotto il diluvio universale!
Keeway, ponci, giacche tecniche, scegliete voi, ma portatevi dietro sempre qualcosa che vi possa proteggere con cura dall'acqua perché ad inzupparsi fino alle ossa ci vuole veramente poco.


4° posto: un completo cambio di abiti
Non pensiate di viaggiare in mimetica ed avere sotto lo smoking stile James Bond per essere sempre pronti ad un eventuale incontro galante con la figona di turno. Qui si parla di un semplice ricambio di abiti, anche consunti, da tenere ben custodito in bauliera perché esiste il famoso detto: esistono due categorie di pescatori, chi ha fatto il bagno e chi lo farà! E non solo quello descritto nel punto precedente, ma anche il più gustoso bagno imprevisto per scivolamento in mare/fiume/lago/torrente tra l'ilarità generale. Fidatevi: rimanere a farsi perculeggiare dai compagni di pesca, zuppi fino al midollo, non è cosa buona in nessuna stagione.


3° posto: una scorta d'acqua sufficiente
Chi sottovaluta la necessità di avere sempre dietro una bella bottiglia d'acqua non ha mai provato ad andare a pescare in una torrida domenica mattina estiva dopo un sabato sera passato insieme agli amici a mangiare piccante e bere alcolici, con tanto di discoteca a chiusura serata. Le sfide stile isola dei famosi vi sembreranno semplici briscole giocate al circolo di paese, mentre vi sembrerà una passeggiata in una valle verde una partecipazione allo spietato reality nudi e crudi. E non correte il rischio di sottovalutare l'inverno: il freddo pungente che secca la gola può avere il medesimo risultato di carta vetrata del 10 ingoiata a forza. Alla fame si resiste, al bere no!


2° posto: un attrezzatura da due soldi di scorta
O come è bello fare centinaia di chilometri per raggiungere un luogo incantato e ricco di pesce in frenetica attività, scendere dall'auto con la sensazione che sarà la giornata di pesca della vita e... sentire il crack tipico del fusto della canna curiosamente rimasto tra la tua mano, il sedile dell'auto e la portiera che si è chiusa improvvisamente per una dolce brezza. Se qualcosa dovesse andare storto, partire con un singolo esemplare per ogni componente dell'attrezzatura ci può mettere solo in condizione di recitare ore di rosari seduti sulle rive a vedere gli altri pescatori intenti in innumerevoli catture. Bastano una canna ed un mulinello, da battaglia naturalmente, giusto per avere qualcosa da utilizzare nei casi disperati, ma che non ingolosisca il pezzo di merda dalle mani lunghe di turno.


1° posto: la carta igienica!
Mi credete impazzito? Magari... Il famigerato cagotto, annoverato come l'ottava piaga, ha la subdola abitudine di nascondersi malvagio, mimetizzandosi abilmente come semplice pesantezza di stomaco o lieve puzzetta da ragioniere, ma quando meno te lo aspetti si scatena in uno tzunami devastante che piega alla propria volontà viscere e deretano, lasciandoti inerme a pantaloni calati e culo nudo. E poi... La terribile rivelazione del non avere dietro niente per pulirsi arriva imponente e folgorante come l'angelo del giudizio. Queste sono le vere esperienze che formano il carattere. Episodi di vita che possono cambiare profondamente le persone. Sembra infatti che Hitler invase l'Austria proprio perché in una caffetteria di Vienna si ritrovò merdoso a causa della mancanza di salviette nel cesso del locale. Fate voi.

Spero che questo mio scritto rimanga a disposizione di tutti affinché errori simili non siano più commessi. Ora vi saluto. Ho il rotolo in mano, un ottimo stimolo e la voglia di comporre un ouverture sulla ritirata.

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In attesa del prossimo post leggi gli ultimi articoli "da pescatori"

2 commenti:

  1. È stupendo leggere la tua goliardia. Oltre la saggezza di chi ha esperienza.
    Leggo con qualche anno di ritardo ma il tuo desiderio è stato esaudito: I tuoi scritti sono rimasti.
    Grazie.

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