lunedì 12 novembre 2012

Mai sbeffeggiare un altro pescatore

Visto che il fine settimana inclemente non mi ha permesso l’impegno alieutico sul campo, racconterò una storia di pesca recente dalla morale sempre valida. Ma che con Cenerentola, Biancaneve e le belle eroine delle varie fiabe non ha niente a che vedere (ci speravate, he?!?).

Era una afosa serata di fine giugno, di quelle che incutono timore al solo pensiero di passarle chiusi in casa. Così, tradendo all'ultimo minuto il solito rito dell’AperiSpinning Cavedanoso causa caldo asfissiante e zanzarismo assassino, il Vostro eroe si diresse a fare una battuta di pesca in un piccolo laghetto situato al fresco degli alberi e della montagna, confidando in un po’ di refrigerio e sperando di testare le nuove eschette rigide autocostruite.

Arrivato sul luogo prescelto, trovò già due ragazzi impegnatissimi in pesca, armati di tutto punto e ben avviati alle catture. Anche bravi, visto che stavano prendendo diversi bass con gomme di varie dimensioni e vari colori. “Pazienza – si disse Darth Waders - è vero che la frega è ormai finita, ma in realtà saremmo ancora in periodo di chiusura legale, quindi una pesca intensiva ai pinelli meglio lasciarla agli altri”.
Così il nostro eroe proseguì con il suo intento di provare semplicemente gli autocostruiti per controllare se nuotassero e funzionassero a dovere.

Scelto un posticino tranquillo, si fermò, aprì le scatoline ed iniziò a lanciare testando il nuoto dei suoi nuovi crankettini: “Questo nuota bene… questo va meglio jerkato… questo sbanda leggermente… questo mi è venuto proprio figo…” ecc. ecc.
Passata un oretta circa nella quale provò varie soluzioni per vedere se le creazioni fossero riuscite a stimolare la curiosità di qualche pesce, non riuscì a percepire il benché minimo interesse da parte dei pinnuti del luogo. I due ragazzi invece continuavano a catturare con discreta frequenza, benché fossero pesci di dimensioni piuttosto contenute. Anche se l'obiettivo principale del vostro eroe non era pescare “veramente”, la vista degli gli altri pescatori costantemente alle prese con catture iniziava a farlo inquietare…
Il lago poi era piccolo piccolo, quindi si riusciva a vedere e si sentire tutto. E così accadde l’alieutica tragedia: vide che uno dei due aveva agganciato un bass di tutto rispetto.

E da li iniziò la vera avventura…

Cacchio, è bello, è proprio bello, bada lì che lavori…” esclamò il primo pescatore. “No, bada che bello, diobono” gli rispose il secondo. Ed il Vostro Eroe era lì, dopo quasi due ore di test nel solito posto, a provare quella strana sensazione che deriva dal giramento vorticoso di coglioni mischiato alla voglia di “ora vi faccio vedere io” urlata dal proprio ego.
Così decise di mettere da parte le sue innocue intenzioni e provare a se stesso ed ai due pescatori che l’esimio Darth Waders sapeva levare il fumo alle schiacciate.

Ma l’esimio Darth Waders sapeva anche di essere una fava con la F maiuscola, visto che si era portato dietro solo l’attrezzatura da cavedano, proprio perché le intenzioni iniziali erano ben diverse. Capirete… cannina low cost da 7 grammi, mulinellino del 1000 e filo anziano del 0,25 in bobina… Era messo veramente bene.

Pazienza” si disse, “Ora studio inneschi furbi per la gomma così da ferrare con più facilità e parto alla ricerca del pesce serio”. Al secondo lancio un pinellino si fece subito sentire, ma nonostante la buona volontà non riuscì comunque a ferrarlo. Imprecò sotto voce e continuò speranzoso per svariati minuti, ma senza alcun successo. Nulla. Decise allora di spostarsi, cercando qualche buon accesso al acqua, ma quasi tutti gli spot del laghetto erano già stati battuti dagli altri due e perciò la questione si faceva veramente dura. Niente, niente, niente.

Ricordate che il lago era piccolo? Si? Bene, infatti si sentiva quasi tutto ciò che si dicevano, da una sponda a l’altra dello specchio d’acqua. Ebbene, l’atteggiamento dei due sembrava essere cambiato, virando verso un velato perculeggiamento al povero Darth Waders. Forse si sarà sbagliato, magari era il caldo che gli aveva dato alla testa o il giramento di scatole a dagli le allucinazioni, ma la sensazione che aveva a pelle era proprio quella li…


Fate molto male a irridere gli altri pescatori” pensava “Per vendetta mi impegnerò a prendere qualcosa di eclatante. Una cattura col botto”. Decise così per le carpe, numerose e ben presenti, con esemplari di tutto rispetto. Iniziò a lanciare con grande maestria, assumendo pose plastiche da copertina e recuperando le esche con consumata esperienza, facendo vivere gli artificiali con pulsazioni, scatti, virgole e salti degni del miglior artista della pesca con artificiali. Era in stato di grazia! O meglio, pensava di esserlo, visto che non stava ottenendo il ben che minimo risultato... mentre l’ombra della sera avanzava inesorabile.

E questo mentre la sensazione di perculeggiamento dalla sponda opposta continuava ingombrante e si faceva sempre più pesante. “Oh Dea della pesca” invocò Darth Waders “punisci questi irriverenti pescatori donandomi la forza di stupirli!” E così…



All’ennesimo lancio Darth Waders vide il filo fermarsi, poi prendere tensione, piano, piano, fino a tendersi del tutto. Ferrò come se accendesse una motozappa! La prima sensazione fu quella di aver preso il fondale. La seconda di aver attaccato un sommergibile. La frizione partì a tutta birra e si sbobinarono metri e metri di filo. "Ce l’ho!!! E’ una carpona!?! Forse… Forse, no". La sua cannina fece quel che poteva, così come il mulinellino del 1000. “Spero che l’una e l’altro reggano. Spero che il palomar sia stato fatto a regola d’arte e che il 25 non sia così vecchio da logorarsi”.
Combatté per vari minuti a canna incredibilmente piegata e frizione cantante, poi lo vide. Non era una carpa, ma un bel gattone, probabilmente un baffuto americano. Il pesce lottò come un ossesso, ma lui si sentiva guidato dalla Dea della pesca e con la tranquillità che questo pensiero gli dava alla fine ebbe la meglio. E così...

Ragazzi?!? Ci siete ancora? Avete per caso un guadino o un boga! Ho preso un pesce gatto grosso, grosso davvero… voi ve ne intendete? Sarà un siluro?” e con un po’ di simpatica guasconaggine da pescatore disse “Vengo da voi per farvelo vedere, così mi dite cos’è, voi che ve ne intendete!” Prese il gattone in bocca (perdonate il cencio, ma non avevo altro) e andò da loro a “pavoneggiarsi un po’”, chiedendogli, visto che ormai era lì, se gli facevano anche la foto.

Quindi ricordate: mai prendere in giro gli altri pescatori. Potreste avere una brutta sorpresa.

Grazie Dea della pesca! Continua a favorire gli onesti e a punire gli impuri!

Darth Waders in posa con un bel channel catfish

E tutti vissero pescando contenti..

- ANALISI TECNICA -


La cattura a spinning del channel catfish o pesce gatto americano che dir si voglia è avvenuta poco dopo il tramonto, anche se con luce ancora vivida, in acqua piuttosto chiara e con totale assenza di vento. L’esca utilizzata era un tube jig di colore bianco glitterato, di misura pari a cm. 9 circa (3”), innescato con testina piombata da 7 gr.
Il recupero che effettuavo era molto lento, a strusciare sul fondo, con frequenti stop anche di vari secondi, intervallati però da qualche vettatina per far saltellare l’esca. Anche perché la speranza era quella di incuriosire una bella carpa, portandola magari ad aspirare la gomma. Quindi cercavo di tenere il jig il più possibile a contatto con il fondo.

L’attacco (subdolo) è avvenuto in una fase di stop dopo la vettata, quando l’esca era in discesa verso il fondo.



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