Non è un mistero per nessuno che la situazione dei nostri bacini idrici sia piuttosto allarmante dopo due anni anomali in quanto a precipitazioni e temperature. Chi sperava in un 2023 più piovoso per rientrare nella soglia della normalità purtroppo è rimasto deluso. Per averne l'inconfutabile prova basta affacciarsi da un qualsiasi ponte per rendersi immediatamente conto che i nostri corsi d'acqua sono molto più bassi di quello che dovrebbero essere. E così, semplicemente con i nostri occhi, togliamo subito dalle scatole i fantasiosi pensieri su fantomatici allarmismi infondati creati ad arte dai soliti "potenti" col fine ultimo del controllo di massa (purtroppo mi è toccato sentire anche queste bischerate).
Molti corsi d'acqua presentano questo aspetto |
secondo i dati del Servizio idrogeologico regionale, l'annualità 2022 si è chiusa con un deficit pluviometrico in Toscana. Negli ultimi 12 mesi il deficit a livello regionale è stato di circa -11% (-107 mm di pioggia), con particolare criticità nella Toscana nord-occidentale e deficit medi compresi tra il -32% e il -37% nelle valli del Magra, del Serchio e nella zona Versilia-Apuane (fonte ANSA)
Insomma c'è poco da stare allegri.
Questa premessa serve a chiarire il perché vi chiederò di seguire alcune regole nelle righe successive, riallacciandomi tra l'altro ad un post che avevo pubblicato non molto tempo fa con focus il catch & release. Il succo del discorso sarà chiaro: se la natura sta già soffrendo, non partecipiamo attivamente alla sua sofferenza aggravandone la situazione.
Molti altri con questo |
- limitare al massimo l'ingresso in acqua, preferendo quindi le sessioni a piede asciutto;
- utilizzo esclusivo di ami od ancorette senza ardiglione;
- rilascio categorico di ogni pesce pescato;
- tempi di slamatura fulminei (abbandonando foto di rito in mille pose, filmati da figo youtuber, pesci malamente appoggiati a terra ecc.)
- darsi un limite di pesci catturati a sessione (tipo, nelle giornate fortunate, smettere dopo un tot di pesci slamati)
Meglio evitare scempi del genere |
Ed è qui che appunto vi chiedo di fare il grosso sforzo. Se la giornata di pesca vi ha già fatto divertire con numerose catture, sarà molto più nobile fermarsi che continuare a sfruttare la situazione prorogando l'orario di rientro a casa. Se si è già catturato il pesce da sogno o magari abbiamo già incannato dieci trote, diventa più sensato riporre l'attrezzatura ed andarsene con la consapevolezza che la nostra pescata è stata molto fruttuosa piuttosto che continuare a bucare un pesce dietro l'altro. Se invece proprio non si riuscisse a smettere nemmeno fossimo dei drogati persi, allora varrà la pena aumentate la dimensione dell'esca in modo da selezionare maggiormente gli attacchi, puntando solo a prede da dimensione guinnes piuttosto che ad incannare pinelli su pinelli puntando sul record nel numero di catture.
Una simile idea per un simile risultato si otterrebbe altresì diminuendo le nostre uscite di pesca, concentrandosi su poche (ma buone) sessioni alla ricerca del nonno pesce, evitando di andare tre/quattro/cinque volte a settimana disturbando acque e pinnati ripetutamente. E quando il prurito si farà troppo forte per resistere, sarà opportuno privilegiare qualche uscita nei laghetti a pagamento o cambiare proprio obiettivo delle nostre uscite, magari puntando verso il mare che fortunatamente non risente, in quanto a volume, delle scarse piogge.
Meno acqua, meno pesci da pescare |
In futuro, sperando che il clima torni a comportarsi in modo "canonico", potremo tornare alle nostre vecchie abitudini. Ora è il momento di pescare responsabilmente.
Mettetevi una mano sulla coscienza.
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