Eccomi qua ancora una volta a scrivere qualche bischerata sulla pesca dopo qualche mese di astensione. Siamo in autunno (anche se non sembra assolutamente) ed ottobre sta per finire. Nel periodo trascorso le solite pescate fugaci di sempre, con fortuna altalenante ed impegno piuttosto scarso. La passione, quando effettivamente c'è, non rimane quasi mai silente e ci spinge sempre a fare qualche pescata nei ritagli di tempo, anche minimi, a costo di fare delle vere e proprie corse tra una commissione e l'altra, tra il lavoro e la cena, tra il caffè e la ninna nanna.
A questo giro voglio scrivere proprio di una di queste pescate fugaci, pescata che mi ha riservato una piacevole sorpresa, di quelle che fanno svoltare la serata e fanno andare a letto soddisfatti, con il proprio ego di pescatore gonfio e la voglia di tornare a pescare quanto prima.
Sabbia e bikini arrivederci! |
Ma bando alle ciance. Ecco il report.
"Era una notte buia e tempestosa", scriverebbero quelli bravi davvero nel raccontare le cose. Io, nella mia modestia, partirò con un più semplice "era una serata noiosa di fine settembre dopo l'ancor più noioso pomeriggio passato in ufficio" nella quale, tanto per risollevare un po' il morale, ho preso l'attrezzatura leggera da spigola e mi sono diretto verso il vicino mare di Marina di Cecina. Ho parcheggiato l'auto, ho raggiunto il più vicino pennello di scogli ed ho iniziato a lanciare l'esca selezionata per prima, che per la cronaca era un piccolo minnow dai colori naturali visto che il mare era calmissimo, il vento era forza zero e l'acqua aveva quella limpidezza tipica di un periodo molto lungo di bonaccia.
Dopo un quarto d'ora di utilizzo infruttuoso del minnow, ho deciso di cambiare approccio, puntando ad un recupero più lento in prossimità del fondo. Frugando nella scatola delle esche (in queste pescate rapide me ne porto dietro solo una con una selezione di una decina di artificiali) ho trovato una gomma che la sera prima avevo creato unendo due esche ormai consunte, in quel mio cercare di riciclare il più possibile l'attrezzatura usata in vista di future uscite di pesca con lanci a perdere. Quindi l'ho innescata su una piccola testina piombata ed ho iniziato un recupero lento a strusciare sul fondo.
Dopo una decina di minuti di recuperi ho sentito una decisa botta e prontamente ho ferrato. "Ecco una spigoletta!" ho pensato, ma subito dopo la prima fuga la difesa del pesce mi ha fatto pensare a qualcosa di diverso. La lotta è durata nella mia testa un tempo infinito (pari ad un minuto scarso reale) con la mano destra intenta a governare il pesce e la sinistra ad aprire il guadino, in quella confusione organizzata che da fuori può essere vista come di un pescatore tarantolato. Ma il pesce era ben allamato e la mia cannetta da 1/8 caricata col trecciatino dello 0,10 ha compiuto egregiamente il suo mestiere. Pesce guadinato e... Sorpresa! Una bellissima corvina aveva deciso di farmi visita.
"Autocostruito" con l'accendino |
Cari lettori pensateci: prima di buttare qualsiasi cosa riguardi la pesca a spinning, cercate di spremere le meningi e provate a pensare ad un secondo utilizzo di tutto ciò che altrimenti sarebbe destinato al secchio della spazzatura. Soprattutto gli artificiali in gomma si possono prestare a "frankensteinizzazioni" divertenti ed efficaci che a volte possono far svoltare una serata di pesca come è successo a me, permettendomi di catturare un pesce tra i più belli presenti nei nostri mari e non proprio usuale per un pescatore a spinning.
Alla prossima!
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