Non sempre si ha la fortuna di trovare immortalata la propria "prima volta". No, non pensate subito alla telecamera nascosta che ha filmato qualcosa di scandaloso, ma pensate alla pesca a spinning. In questo caso, grazie all'amico Zurca, il vostro eroe Darth Waders si è ritrovato tra le mani un impietoso video sulla sua prima volta a bordo del suo fantastico belly boat, esperienza ormai risalente ad un mucchio di anni fa (meglio non pensare a quanta acqua è passata sotto i ponti).
Che fortuna! O magari sfortuna visto l'impietoso varo, al quale mancava solo la presenza della Contessina Serbelloni Mazzanti Viendalmare per rendere l'evento tragicomico perfetto. Siete curiosi? A voi la visione del video.
Leggo dal diario della giornata (in realtà un post scritto sul forum Apostoli dello Spinning):
Il ritrovo è stato da veri Svizzeri: tutti in perfetto orario, nemmeno ci aspettassero le fihe. Presentazioni di rito, cazzeggio di rito, sfottò di rito... arrivo al lago.
E qui inizia la mia iniziazione (scusate il gioco di parole). Parcheggio della macchina a circa 6 km di distanza dall'acqua. E' la mia prima volta in assoluto con un belly, in tutti i sensi (praticamente non lo avevo nemmeno mai visto dal vivo) e già ho la consapevolezza che mi dovrò fare un bel po' di strada con tutto l'armamentario in spalla. Manco le truppe cammellate in cammino verso Addis Abeba...
Ma intanto lo scoglio grosso è montare e gonfiare il tutto. E se non fosse per l'aiuto dei ragazzi sarei ancora li, in mezzo alle pecore, a capire quale era il davanti, il dietro, il sopra ed il sotto... Nel frattempo Madimi, che vedeva il proprio belly sempre troppo sgonfio, continuava a pompare fino a strappare metà delle cuciture, ottenendo un belly della forma di una boa segnaletica da petroliere.
Vabbè... Partiamo. Dopo quelle due mezz’ore circa di cammino arriviamo sull’acqua e con somma soddisfazione vengo informato che dovrò pinneggiare per altre 6 miglia circa prima di arrivare sullo spot, naturalmente il posto del lago più lontano da dove variamo i belly e giustamente anche contro vento. Mentre gli altri sono già in acqua in assetto da guerra, io faccio la figura del tipico italiano con la Duna stracarica di ogni busta e vario valigiame per affrontare il primo maggio.
Si parte. Rimango a galla (già una grandissima conquista) ed inizio la traversata. Dopo la prima mezz’ora inizio a fantasticare sulla presenza di mostri marini rimasti intrappolati nelle profondità del lago che mi mordicchiano le pinne... Dopo un ora inizio a temere l’incontro con qualche iceberg che mi tagli la fiancata e mi faccia colare a picco (e senza nemmeno la soddisfazione di essermi trombato prima la Kate Winslet). All’ora e mezzo di traversata, vado in estasi mistica (stile Fantozzi) ed inizio a vedere Mosè che a spregio mi divide le acque e che mi apostrofa: “bene-bene, allo spot con i pesci non ci arriverai mai! Bene-bene”.
Dopo due ore abbondanti di traversata, mi risveglio dai miraggi e realizzo con terrore che ho lasciato i panini (pagati un botto all’autogrill) a prua, senza averli messi nella borsa impermeabile. Il mio pranzo si è trasformato così in una splendida pastura per carpe, al sapore di pecorino, coppa, salame toscano e altre bontà incredibili che mai avrò il piacere di gustare.
Ma non voglio tediarvi oltre. In conclusione: andate a pescare sempre con qualcuno! Perché troverete sempre la disponibilità ad un aiuto, un panino di scorta in più da mangiare (grazie Zurca), un po’ di vino da bere e tanta allegria che vi saprà sollevare anche dalle giornate un po’ così (cioè, da fave).
Il primo belly raduno toscano è stato fatto.
Ora non ci possiamo più fermare.
E qui inizia la mia iniziazione (scusate il gioco di parole). Parcheggio della macchina a circa 6 km di distanza dall'acqua. E' la mia prima volta in assoluto con un belly, in tutti i sensi (praticamente non lo avevo nemmeno mai visto dal vivo) e già ho la consapevolezza che mi dovrò fare un bel po' di strada con tutto l'armamentario in spalla. Manco le truppe cammellate in cammino verso Addis Abeba...
Ma intanto lo scoglio grosso è montare e gonfiare il tutto. E se non fosse per l'aiuto dei ragazzi sarei ancora li, in mezzo alle pecore, a capire quale era il davanti, il dietro, il sopra ed il sotto... Nel frattempo Madimi, che vedeva il proprio belly sempre troppo sgonfio, continuava a pompare fino a strappare metà delle cuciture, ottenendo un belly della forma di una boa segnaletica da petroliere.
Vabbè... Partiamo. Dopo quelle due mezz’ore circa di cammino arriviamo sull’acqua e con somma soddisfazione vengo informato che dovrò pinneggiare per altre 6 miglia circa prima di arrivare sullo spot, naturalmente il posto del lago più lontano da dove variamo i belly e giustamente anche contro vento. Mentre gli altri sono già in acqua in assetto da guerra, io faccio la figura del tipico italiano con la Duna stracarica di ogni busta e vario valigiame per affrontare il primo maggio.
Si parte. Rimango a galla (già una grandissima conquista) ed inizio la traversata. Dopo la prima mezz’ora inizio a fantasticare sulla presenza di mostri marini rimasti intrappolati nelle profondità del lago che mi mordicchiano le pinne... Dopo un ora inizio a temere l’incontro con qualche iceberg che mi tagli la fiancata e mi faccia colare a picco (e senza nemmeno la soddisfazione di essermi trombato prima la Kate Winslet). All’ora e mezzo di traversata, vado in estasi mistica (stile Fantozzi) ed inizio a vedere Mosè che a spregio mi divide le acque e che mi apostrofa: “bene-bene, allo spot con i pesci non ci arriverai mai! Bene-bene”.
Dopo due ore abbondanti di traversata, mi risveglio dai miraggi e realizzo con terrore che ho lasciato i panini (pagati un botto all’autogrill) a prua, senza averli messi nella borsa impermeabile. Il mio pranzo si è trasformato così in una splendida pastura per carpe, al sapore di pecorino, coppa, salame toscano e altre bontà incredibili che mai avrò il piacere di gustare.
Ma non voglio tediarvi oltre. In conclusione: andate a pescare sempre con qualcuno! Perché troverete sempre la disponibilità ad un aiuto, un panino di scorta in più da mangiare (grazie Zurca), un po’ di vino da bere e tanta allegria che vi saprà sollevare anche dalle giornate un po’ così (cioè, da fave).
Il primo belly raduno toscano è stato fatto.
Ora non ci possiamo più fermare.
Bei ricordi.
Nessun commento:
Posta un commento