lunedì 28 agosto 2017

Obiettivo zero cappotti: il mimetismo. Mai sottovalutare i sensi del pesce.

Con ormai diversi anni di pesca alle spalle, da solo ed in compagnia, con esiti molto proficui ed anche clamorosi cappotti, vi propongo un approfondimento tecnico sulla pesca a spinning, comunque valido più in generale per tutte quelle tecniche non statiche che richiedono il movimento del pescatore: il mimetismo.
Ebbene, nonostante sia universalmente riconosciuto che il pesce non deve vedere il pescatore per essere fregato (mentre è il pescatore ad essere fregato se vede "una pesciolona" come quella della foto sotto), molti spinningofili continuano a sottovalutare la necessità di passare assolutamente inosservati durante la loro azione di pesca.

Per avere successo nella pesca a spinning, sembrerà banale, ma uno dei segreti è proprio questo: non farsi vedere dal pesce! Naturalmente non intendo il diventare invisibili, come accadeva in un famoso ed imperdibile episodio di Sampei, ma di essere i più cauti possibile nell'azione di pesca.
L'adeguato abbigliamento mimetico

Innanzitutto, per chiarire meglio il concetto nella seguente trattazione, distinguerò due tipi di mimetismo: quello visivo e quello uditivo. Il primo è legato al vestiario indossato (ma come vedremo più avanti, non solo a quello), mentre il secondo al nostro modo di muoverci nell'ambiente circostante. Partendo da questa duplicità sensoriale, cercherò di sottolineare qualche errore comune a molti pescatori e di conseguenza suggerirò qualche accorgimento per migliorare il nostro approccio all'ambiente di pesca per aumentare così le chance di cattura.

Il mimetismo uditivo

Nei vari anni di carriera con canna in mano (carriera si fa per dire..) mi è capitato di vedere e sentire di tutto: gruppi di pescatori che ridono e ululano a bordo riva nemmeno fossero allo stadio ad inveire contro l'arbitro; sedicenti "pro" arrivare sullo spot con la solita delicatezza di un cinghiale in precipitosa fuga nella macchia; spinningofili saltellanti da un sasso all'altro come giulivi stambecchi tarantolati; ragazzotti preda della febbre del sabato sera con cellulari emettenti musica tecno a tutto volume e via e via. Insomma, sintetizzando, non c'è mai fine al peggio.

E tutti questi personaggi sono accomunati dal medesimo destino: un bel cappotto carpiato doppio con avvitamento. Bene per noi e male per loro. E qui mi potrei anche fermare e dire appunto "cavoli loro, più pesci per me". Ma siccome mi è sempre piaciuto condividere quanto ho imparato nel tempo, cercherò di mettervi sulla buona strada.
Però, lo confesso, non sono un così disinteressato altruista: lo farò anche e soprattutto perché in un prossimo futuro vorrei evitare di arrivare secondo in uno spot per rendermi conto che è già stato visitato da Attila il Flagello di Dio. E rassegnarmi all'idea che difficilmente potrò portare a casa un benché minimo risultato. Insomma, cari miei, bisogna avere rispetto anche per gli altri pescatori.

Il pesce gatto, molto sensibile alle vibrazioni dell'ambiente
Sembrerà banale dirlo, ma la pesca è fatta di silenzio e tranquillità, oltre che di concentrazione. Più si arriverà silenziosi sullo spot e molte più possibilità di effettuare catture avremo. Non solo: anche le dimensioni delle catture avranno una sensibile impennata perché i pesci più furbi sono anche quelli con più esperienza e guarda caso sono anche quelli più vecchi, quindi più grossi.

Attenzione a dove mettete i vostri piedi quindi. Valutate attentamente il fondo che state calpestando e la possibilità che esso produca rumore (acciottolato, rami secchi, ecc.) o vibrazioni (sabbia, pontili galleggianti, ecc.). Evitate di salire sopra a rami o canne che hanno appendici in acqua perché inizieranno ad ondeggiare mettendo in allarme tutti i pinnuti in zona. Procedete con cautela su rive molto ripide e franose, perché si potrebbe innescare quello scivolamento di sassi molto dannoso per la quiete del luogo. Prediligete un approccio allo spot senza camminare lungo riva, ma arrivandoci in modo perpendicolare, affacciandovi sull'acqua solo per effettuare il lancio. Se siete in belly o in barca, arrivate sullo spot spinti dalla corrente, salendo sopra vento ed arrivandoci in scarroccio, quindi senza motore acceso o gamba pedalante. Cercate di mantenere un passo leggero, magari aritmico, senza camminare con lunghi passi pesanti o saltando, indipendentemente dal fondo che state calpestando. Se avete le gambe in acqua, cercate di produrre meno onde possibile (anche pedalando sul vostro comodo ciambellone) e di sollevare poca fanghiglia.

Oltre ai suggerimenti di buon senso espressi sopra, anche banali, ma fondamentali e che spessissimo vengono trascurati per pigrizia, iniziate a lasciare il vostro bello smartphone spento o silenziato, dando il benservito a questo malefico oggetto ormai troppo presente nelle nostre vite, anche quando dovremmo essere rilassati a pescare. Ascoltare musica house dall'altoparlante del telefono, lasciarlo squillare con suonerie dal volume apocalittico o farlo emettere continuamente suoni di notifica per le mille chat alle quali partecipate non sarà certo il miglior modo di passare inosservati nell'ambiente (oltre a distrarvi senza soluzione di continuità).

E dulcis in fundo, prendete in considerazione il terribile sacrificio dell'esca. In che senso? Ve lo spiego. Non pensiate a riti vudu propiziatori con la messa al rogo dei vostri costosi jerk. Se lo spot è buono, ma buono veramente o addirittura avete visto il pescione della vita in agguato e la vostra esca, lanciata con mano tremante dall'emozione, sia andata ad incagliarsi in qualche ostacolo nelle vicinanze invece che a bersaglio, non vi mettete a strattonare canna e lenza come disperati nel tentativo di disincagliarla. Meglio tagliare ed innescare un nuovo artificiale pensando alla cattura. Se sarete in belly o in barca, basterà arrivare sul luogo del misfatto per recuperare l'artificiale successivamente alla cattura. Se invece sarete a piedi e non sarà possibile recuperare l'esca dopo, beh.. valutate voi il costo della sicura perdita in rapporto alla soddisfazione della probabile cattura.

Pantalone verde, maglia verde, cappello marrone, passo felpato... Bravo Darth!
Attenzione. Nella malaugurata ipotesi di aver fatto franare mezzo argine in acqua ed aver creato uno tzunami o anche solo di non essere riusciti a muovervi silenziosi come volevate, non abbandonate immediatamente lo spot imprecando. Se lo giudicate proficuo, date il tempo alla natura di acquietarsi. Mettetevi comodi, riposatevi un attimo magari cogliendo l'occasione per rifare il nodo al moschettone e rassettare la vostra plano ed attendete vari minuti. Oppure, ancora meglio, procedete avanti e poi riprovate successivamente tornando dopo un po' di tempo.
Passato il momento del casino, il pesce potrebbe tornare ad essere tranquillo e quindi ad abboccare alla vostra bella esca.

Il mimetismo visivo

Mettiamo che siete arrivati sullo spot prescelto con modi stupendamente leggeri e fantasticamente silenziosi, tanto che nemmeno le lucertole e le rane vi hanno sentito arrivare. Scorgete nell'acqua la sagoma del pesce della vita, innescate con grazia e professionalità l'esca, vi sporgete leggermente per effettuare il lancio e... Swishhh!!! Il pesce schizza via alla velocità della luce. Non capite, vi abbacchiate e poi vi rendete conto che avete indosso la felpa rossa Ferrari utilizzata per fare il figo all'autoscontro, i pantaloni arancio fosforescente molto in voga nelle sere da aperitivo preferite ed il cappellino con la scritta BASS! catarifrangente. Bravi. Ottimo modo per passare inosservati.

Nella pesca "in caccia", tipica delle tecniche come lo spinning, è fondamentale, oltre al silenzio, la capacità di camuffarsi il più possibile con l'ambiente circostante. Se si è in barca od in bellyboat il problema è sicuramente inferiore, ma se si pesca nella tradizionale modalità del piede a terra, il mimetismo diventa fondamentale. Non importa trasformarsi in navy seals naturalmente, ma occorre avere un occhio di riguardo al proprio abbigliamento. Non solo: va sempre considerata la propria sagoma in rapporto all'ambiente circostante, alla luce, all'ombra, ai colori ed a tutto quello che potrebbe sottolineare la nostra presenza invece di nasconderla.

Sera, buio, maglia nera. Altro che Diabolik!
Affrontiamo un argomento alla volta. Come mi vesto? In generale si potrebbe dire che un abbigliamento di colore neutro tendente al verde o al marrone, magari nelle classiche livree mimetiche, è perfetto per affrontare una battuta di pesca. Evitate quindi di andare in pesca con magliette o cappellini sgargianti ed anche di avere a tracolla borse di colori eccessivamente visibili che alimentino il contrasto cromatico.
Questo ultimo concetto è molto importante perché ogni ambiente (estremizzando il concetto) potrebbe richiedere soluzioni di colore differente. Mi spiego: se state pescando in un laghetto contornato da cespugli ed arbusti, la classica tenuta mimetica sarebbe perfetta; se invece la sponda del lago fosse di origine calcarea o fosse un manufatto in muratura di colore grigio chiaro, la vostra tenuta mimetica avrebbe l'effetto opposto, cioè vi farebbe apparire molto distintamente agli occhi del pesce, proprio a causa del contrasto cromatico con l'ambiente circostante (scuro su chiaro). Detta così sembra una bischerata, ma in verità molti pescatori sottovalutano questo aspetto. Ed il loro carniere ne risente.

Oltre naturalmente al vestiario e quindi al camuffamento dovuto al colore, molto spesso non prestiamo attenzione a come ci stiamo avvicinando alla riva nella nostra azione di pesca, sottovalutando il movimento della nostra sagoma in campo aperto. Per chiarire il concetto: se state guardando una strada con traffico intenso, il flusso continuo di auto non attrarrà la vostra attenzione risultando semplice sfondo nel paesaggio; se la strada invece fosse deserta ed apparisse una sola auto, questa richiamerebbe immediatamente la vostra attenzione.

Percorrendo i vostri passi verso lo spot state quindi dovrete stare attenti a far si che la vostra sagoma sia confusa nell'ambiente circostante, evitando di apparire repentinamente dal nulla e di fare movimenti troppo ampi con le braccia. Non salite su massi o zone rialzate come delle piccole vedette lombarde, ma cercate di tenervi il più possibile rasenti alla vegetazione o al bordo del fiume, lago o torrente.
Anche in questo caso, più saremo cauti, magari addirittura lenti nel giungere sullo spot e più chance di cattura avremo.
Maglietta chiara? Certo, se si pesca tra le canne secche
Finita qui? No. Un altra fondamentale attenzione che deve prestare il pescatore è quella della sorte che va a fare la propria ombra. Anche in questo caso ricordarlo può sembrare una banalità, invece molti non considerano (o fanno finta di non farlo) l'ombra del proprio corpo un vero problema, quella cosa scura che spesso va a finire nell'immediato sotto riva e non solo. Soprattutto in condizioni di alba e tramonto, quindi quando la nostra ombra diventa molto lunga, potremmo creare allarme nei pinnuti anche a vari metri di distanza da noi, mandando a ramengo tutte le nostre possibilità di cattura.

Pertanto è opportuno tenere sempre in considerazione l'angolazione del sole e di conseguenza dove la nostra ombra andrà a proiettarsi. Quando avrete il sole alle spalle, cercate di tenervi più bassi possibile, magari cercando di sfruttare l'ombra di alberi o manufatti per nascondervi alla vista dei pesci. E se proprio non è possibile farlo, meglio effettuare un lancio anche se siamo ancora molto lontani dalla riva, cioè prima che la nostra sagoma vada ad eclissare il sole agli occhi del pesce rendendoci ben visibili.

Non esistessero i colori, sarebbe tutto più semplice
Va da se che in condizioni di vento, pioggia od acqua velata tutti i rischi illustrati fino qui saranno ben inferiori, mentre in giornate di sole, acqua limpida ed assenza di vento, tutto diventerà molto più complicato. Lo so, a ben leggere sono tutte cose risapute, addirittura banali nella loro semplicità, ma proprio per questo molti pescatori si dimenticano di tenerle in considerazione e di mantenere un comportamento adatto.

Spesso è solo questione di pigrizia, ma ricordatevi che "chi dorme non piglia pesci" e quindi, se si è veramente pigri, meglio rimanere a letto a riposare. Non è certo gratificante collezionare un armadio di cappotti solo perché non si ha voglia di "sforzarsi" di pescare bene.

In bocca al pesce!
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