Quando di pescare non se ne parla, grazie ad un inverno
inclemente (tanto per trovare una scusa) e ad una Primavera che tarda ad arrivare (per ribadire la scusa), ci si spreca nelle
chiacchiere e nelle elucubrazioni mentali (tanto per non chiamarle seghe) sulla pesca, in
attesa che la bella stagione si decida ad arrivare e ci permetta di godere un
po' della nostra passione in santa pace.
Così, tra una chiacchiera e l'altra con gli amici pescatori Toscani a Spinning,
è venuto fuori l'argomento "esche nelle plano", o più precisamente
quella domanda filosofica che tutti i pescatori prima o poi si pongono: ma
nelle nostre scatole di artificiali, quelle che faticosamente ci trasportiamo dietro ad ogni
uscita, ci sono effettivamente le esche "corrette" per affrontare una
battuta di pesca in modo proficuo?
Una premessa è d’obbligo. Se si ama pescare con una sola
tipologia di artificiale, ci si può risparmiare la lettura del resto del post, tanto la selezione è già stata fatta. E va da se che, nel caso opposto, anche per un pescatore che ha acquistato tutto l’acquistabile ed ama caricare la propria bauliera e le proprie spalle con tutto quello che ha in casa, trasportando quintali di plastica, legno, piombo, gomma ecc. ecc. tanto
per fare un po’ di palestra gratis, i problemi di scelta non sussistono proprio.
Una plano ben organizzata. Ma conterrà solo esche utili? |
Se invece si avesse l'intenzione (per me intelligente ed indispensabile per un pescatore moderno) di diminuire il limite che tende
ad infinito di artificiali da portarsi dietro, razionalizzando al massimo la scelta senza però perdere delle opportunità di cattura, vale
la pena mettersi con la testa sulla presente problematica e fare una ristretta selezione di artificiali "giusti".
Quindi le esche da me definite “giuste” andranno intese
nell'accezione di quel tot di artificiali che riescano a coprire le varie
esigenze di una battuta di pesca. O detto in altro modo: avere a disposizione almeno un esca che ci permetta di affrontare qualsiasi tipo di spot e situazione si presenti in pesca, in considerazione del pesce che vogliamo catturare e dell'ambiente che dovremo affrontare.
Allora mi sono messo a guardare una mia plano, con i suoi nove
scomparti vuoti, e masturbando allegramente la mia fantasia mi è venuto alla
mente il classicissimo gioco del filetto.
Chi non conosce il gioco del filetto!? |
E la necessità di riempire i nove spazi bianchi, anzi, i nove scomparti vuoti. Naturalmente non con le
X o le O, come si vede sopra e come del resto facevate a scuola invece di seguire la noiosa lezione di geografia, ma di riempirli con i miei artificiali.
Partendo dall'assunto che peso e dimensioni vengano decisi
in base all'attrezzatura che si vuole utilizzare ed al pesce che si vuole
insidiare, pertanto caratteristiche che possono essere considerate costanti, ho
cercato le variabili in gioco. Pensandoci un pochino, sono partito dalla domanda
base, quella che mi pongo sempre appena mi affaccio su uno spot: dove sarà il
pesce?
Ecco la mia prima discriminante: avere delle esche che permettano di scandagliare tutti i vari strati d’acqua, per poter pescare a galla,
nei livelli intermedi e naturalmente sul fondo, permettendomi così di cercare il
pesce in tutta la colonna d'acqua.
Deciso questo, in base al posto, alle condizioni dell’acqua,
del cielo e di tutte le altre variabili che ci presenta il luogo di pesca, rimane
però da capire cosa gradirà il pinnuto di turno. Qui, per me, la selezione della giusta esca passa attraverso la scelta del colore, inteso però nel suo insieme. Ed
ecco la mia seconda discriminante: avere modelli di artificiale che abbiano livree differenti per ambienti e condizioni differenti.
Capito il giochino? Ora il concetto dovrebbe essere chiaro (forse...).
In verticale indicherò la profondità di pesca: superficiale
– intermedia – profonda
In orizzontale il colore: acceso – neutro – scuro
Il filetto, o matrice se si vuole fare i fighetti in matematica,
è così presto disegnato.
Il filetto (o matrice) di esche "base"
Avrò così nove caselle per decidere le esche che copriranno
le mie esigenze minime, con: tre artificiali bianchi o fluorescenti per affrontare rispettivamente una pesca a galla,
sul fondo e negli strati intermedi d’acqua; poi tre artificiali di
colore neutro (come ad esempio le livree di pesci realmente esistenti); infine tre di colore scuro (come il nero, il viola, il blu ecc.).
Inserendo in ogni casella un determinato artificiale,
otterremo appunto nove artificiali totali. Ed i nove artificiali totali potranno essere
veramente totali e quindi una selezione di nove artificiali con i quali affrontare una intera battuta di pesca oppure, meno drasticamente, nove esemplari per ogni singola tipologia di esca:
9 hard bait; 9 wire bait; 9 soft bait ecc. ecc.
Nel primo caso, cioè se volessi affrontare una battuta di pesca con solo nove artificiali in tasca, ad esempio al black bass, potrei
decidere di portarmi dietro un popper giallo fluo (superficiale acceso), un
propeller color rana (superficiale neutro), un wtd nero (superficiale scuro),
un minnow suspending bianco glitterato (intermedio acceso), uno shad color reale (intermedio neutro) ecc. ecc. fino a completare i magnifici nove.
Se nove candidature sembrassero troppo poche, tali caselle potrebbero
essere ulteriormente divise, ad esempio in due spazi, per un totale di 18 alternative: magari shad e slim se si parla di minnows
oppure coda liscia o coda timonata per la gomma, monopala o bipala se si parla di spinnerbait e così via…
Il filetto per analizzare un particolare tipo di esca (in questo caso i minnows)
Tutto va fatto a seconda di
come lo spinningofilo che è in voi interpreta i criteri di scelta di un esca od
alle caratteristiche che ritiene più opportune in base alla propria esperienza (non
è detto infatti che colore e profondità di utilizzo siano le due discriminanti
principali).
L’importante è che alla fine di tutto il gioco, ragionando razionalmente, si abbiano in saccoccia tutti quegli artificiali necessari a cercare il pesce in ogni dove, ma senza avere doppioni, triploni, quadriploni di un particolare artificiale che magari funziona benissimo per uno spot, ma poi paga pegno nell'affrontare differenti luoghi e condizioni di pesca.
L’importante è che alla fine di tutto il gioco, ragionando razionalmente, si abbiano in saccoccia tutti quegli artificiali necessari a cercare il pesce in ogni dove, ma senza avere doppioni, triploni, quadriploni di un particolare artificiale che magari funziona benissimo per uno spot, ma poi paga pegno nell'affrontare differenti luoghi e condizioni di pesca.
Il filetto con una diversa discriminante
Con il medesimo criterio quindi si possono identificare più facilmente le mancanze
nel proprio parco esche e fare degli acquisti più mirati, senza cedere alla semplice attrattiva commerciale di alcuni particolari articoli od al collezionismo fine a se stesso (salvo farlo
coscientemente perché ci piace).
Capisco che possa sembrare una bischerata, magari per certi
versi lo è anche, dato che conciliare passione con razionalità sembra
impossibile, ma questo post va letto come un suggerimento per percorrere la
lunga, tortuosa e difficile strada che porta ad allontanarsi dal supermarket del
cappotto.
Meglio poche esche, selezionate a dovere e che ci permettano di affrontare ogni situazione piuttosto che avere infinite varianti di un medesimo artificiale dedicato ad una singola modalità di recupero.
Meglio poche esche, selezionate a dovere e che ci permettano di affrontare ogni situazione piuttosto che avere infinite varianti di un medesimo artificiale dedicato ad una singola modalità di recupero.
Dopo tutto questo percorso mentale, ho provato ad applicare
il meccanismo alle prime plano di esche dedicate a trota e cavedano.
Ebbene, nonostante la ritenessi complete ed in alcuni scomparti ci fossero anche più artificiali, alla fine mi sono accorto che alcune
caselle del "filetto" erano addirittura del tutto sfornite! Con somma gioia del negoziante di fiducia, aggiungo. Ma almeno adesso ho coperto le nove necessità e la prossima volta andrò a pescare tranquillo perché finalmente quelle nove indispensabili esche sono sicuro di averle in tasca e potrò affrontare ogni situazione che mi si presenterà davanti.
Un esempio di selezione di esche per cavedano/trota
Poi, sia chiaro, catturare il pesce è tutto un altro paio di maniche. Ma almeno andremo a pescare più leggeri (inteso proprio letteralmente), con la coscienza di essere stati razionali nella preparazione della battuta di pesca e forti della convinzione di aver selezionato quell'indispensabile lotto di artificiali utile a coprire ogni necessità si presentasse in battuta.
E la convinzione è già un passo importante ai fini della riuscita di una pescata.
Meditate gente, meditate!
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In attesa del prossimo post, leggi anche i nuovi articoli dedicati agli approfondimenti tecnici
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