Dopo le catture di questa estate, ecco che torno a recensire un esca per lo spinning. Ed in questo caso è un vero classico: l'Heddon Dying Flutter. Cos'è? Uno dei propeller bait più famosi per il bass fishing e, vi confesso, il primo al quale mi sono veramente affezionato, grazie ad una pubblicazione sulla pesca con esche artificiali che me lo fece conoscere da ragazzo e che sfogliai in biblioteca una mattina in cui feci brucia a scuola (o sega o forca o... come la chiamate voi).
Senza internet (cosa normale per i miei tempi), con le riviste di pesca che non avevano ancora ben capito il fenomeno spinning e vivendo in una cittadina di provincia, conoscevo giusto i cucchiaini ed i Rapala. Quella pubblicazione mi aprì un nuovo mondo ed il dying flutter, il primo propeller ad essere da me acquistato, fu una vera rivelazione.
Senza internet (cosa normale per i miei tempi), con le riviste di pesca che non avevano ancora ben capito il fenomeno spinning e vivendo in una cittadina di provincia, conoscevo giusto i cucchiaini ed i Rapala. Quella pubblicazione mi aprì un nuovo mondo ed il dying flutter, il primo propeller ad essere da me acquistato, fu una vera rivelazione.
Heddon Dying Flutter
Come detto, il dying flutter rientra nella categoria delle esche di superficie e più specificamente nelle propeller baits, quegli artificiali dotati di elica rotante che si aziona in fase di recupero. Questo specifico artificiale ne ha addirittura due, una in testa ed una in coda, che funzionano in senso di rotazione contraria, stabilizzandone il nuoto in fase di recupero. Guardando la confezione si potrebbe definire a pieno titolo un articolo vintage, sia per le grafiche del blister che per le colorazioni. L'assemblaggio generale è piuttosto lontano dalle folgoranti olografie che vanno molto in voga oggi. Ci sono naturalmente versioni più aggiornate, ma il classico rimane sempre il più bello (almeno a parer mio).