In questo anno sabbatico preso dalla pesca, non per volontà, ma per esigenza, ho abbandonato anche il blog alla mercé del web, senza preoccuparmi di scrivere qualche altra bischerata in questo spazio utile per scambiare idee in libertà sulla pesca. E sono stato colto da un po' di nostalgia...
Così, complice una piacevole discussione intrattenuta alla cena dei Toscani a Spinning della scorsa settimana, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa su questa particolare esca che ho sempre ritenuto una delle migliori per il balck bass e che personalmente, da pischello, mi avvicinò per la prima volta allo sterminato mondo delle esche made in USA.
Un esca veramente "aliena" |
Nei primissimi anni in cui la scoprì (ormai si parla di parecchi lustri fa) fu veramente "la marcia in più" presente nella mia borsina da spinningofilo, anche se - lo confesso - lo divenne solo dopo averla usata con continuità ed averla capita veramente. L'errore che commisi inizialmente fu quello di utilizzarla come un classico cucchiaino, ne più ne meno, fuorviato dalle pale che condivide proprio con il classicissimo rotante. In realtà, benché di simile concetto, si presta ad una moltitudine di recuperi e situazioni che con il classico cucchiaino non possono essere affrontati.
E proprio in queste diventa veramente devastante.