Tra i milioni di milioni di esche in commercio, il cucchiaino ha nel mio cuore (e nelle mie plano) un posto speciale. E' in assoluto la prima esca artificiale che ho usato ed anche uno dei motivi per i quali mi sono avvicinato allo spinning. Da ragazzino, il veder luccicare gli interni delle cassettine dei pescatori come fossero forzieri dei pirati a causa della moltitudine di palette argentate e dorate, tutte allineate come preziosi dobloni, fu un richiamo troppo forte ed al quale non seppi resistere. E nonostante l'età che ha raggiunto questa particolare esca e l'idea sempre più diffusa che sia ormai superata, l'efficacia del cucchiaino è invece rimasta invariata nel tempo ed il suo corretto utilizzo permette ancora di effettuare rilevanti catture.
Ecco perché cercherò di dare qualche suggerimento sul suo impiego per la cattura delle specie d'acqua dolce più diffuse, illustrando quelle situazioni in cui potrebbe risultare veramente un arma in più nelle mani del perfetto spinningofilo. Mi concentrerò sulla tipologia rotante, indicando tre tecniche "segrete" per effettuare catture a ripetizione (si... vi garberebbe) nelle vostre battute di spinning, lasciando gli ondulanti a future occasioni di scrittura.
Il cavedano, una delle specie più "sensibili" al cucchiaino |
Chiunque abbia idea di cosa sia la pesca a spinning (e se così non fosse meglio che si ripassi un po' la lezione) saprà che esistono i cucchiaini con la paletta inserita in asse - stile Martin - ed i cucchiaini con il cavalierino - stile Mepps (le due marche più famose in assoluto). Questi artificiali si possono trovare anche a doppia paletta, una dietro l'altra sul solito asse (detti "tandem"), ma comunque essi siano assemblati e qualsiasi forma assumano le loro palette, queste esche funzionano nel medesimo modo, nonostante in acqua possano avere comportamenti anche differenti: sono esche sempre molto nervose perché gli girano in continuazione le pale!
Mi do dieci per la splendida battuta, torno serio e proseguo nel trattato specificando che questa è una caratteristica essenziale del funzionamento dell'esca, ma non necessariamente la conditio sine qua non effettuare le catture, anzi.
Mi do dieci per la splendida battuta, torno serio e proseguo nel trattato specificando che questa è una caratteristica essenziale del funzionamento dell'esca, ma non necessariamente la conditio sine qua non effettuare le catture, anzi.
Andiamo per ordine.