martedì 24 giugno 2025

Il nasello rischia l'estinzione. La frittura di paranza è un killer silenzioso ed inesorabile

 Leggendo il Corriere.it si può trovare un interessante articolo sul merluzzo (nasello) presente nel mediterraneo, una specie che ormai sembra destinata al collasso e quindi all'estinzione. E questo perché? Perché viene pescata in modo intensivo attraverso l'utilizzo di reti a strascico, un problema della pesca che si trascina da decenni, ma che da decenni non ha ancora trovato una adeguata regolamentazione.

In realtà non sarebbe l'oggetto della pesca, ma evidentemente le attrezzature utilizzate dai pescherecci non fanno che catturare tonnellate di questo povero pesce in dimensioni minuscole (sotto i 20 cm. legali). E questi piccoli pesci finiscono nei piatti dei consumatori come pesca da frittura di paranza.

Foto di ilgiornaledeimarinai.it
Guardate bene la foto sopra perché nei prossimi anni potremmo non vederne più.

Secondo le stime più recenti dello «Scientific, Technical and Economic Committee for Fisheries», il comitato scientifico europeo che monitora lo status degli stock ittici, il nasello è la specie “demersale” (ovvero che vive in prossimità del fondale) più sovrapescata del Mediterraneo occidentale, la parte di Mare nostrum che dalle coste Italiane raggiunge la Spagna. Nelle porzioni di mare italiane, gli stock di merluzzo sono stimati intorno al 9 per cento dei livelli considerati sostenibili, ovvero per scongiurare il collasso della specie, l’attuale popolazione dovrebbe essere 10 volte più numerosa. Il principale responsabile di questa sovrappesca, secondo lo stesso documento, è la pesca a strascico, che insiste proprio sui fondali, ed è per sua natura la meno selettiva.

Questo il link all'articolo con il video del Corriere.it.

martedì 10 giugno 2025

24 minuti di dolore per ogni kg di peso. Ecco quantificata la sofferenza di un pesce lasciato morire di asfissia

 Una ricerca guidata dal Welfare Footprint Institute e pubblicata su Scientific Reports ha quantificato il dolore causato dall'asfissia - un metodo di uccisione comune di molti pesci. Lo studio si è concentrato sulla trota iridea. Il risultato dimostra che le trote iridee sopportano in media 10 minuti di dolore intenso durante l'asfissia, con stime che vanno da 2 a 22 minuti a seconda di fattori come le dimensioni del pesce e la temperatura dell'acqua. Ciò si traduce in circa 24 minuti di dolore per chilogrammo di pesce.

Foto: pesceinrete.com
Questo il link all'articolo del Corriere della Sera.

Pertanto, nel caso vogliate trattenere il pescato, tenete a mente che il povero pesce non muore in tranquillità e serenità tanto per farvi un favore. Ma soffre. E molto. Quindi sarebbe opportuno che il pescatore sportivo utilizzi metodi "brutali", ma istantanei, per uccidere il pesce trattenuto, risparmiandoli se non altro la lunga agonia. E chi non ha il coraggio di farlo, adotti il catch & release o si affidi al banco del supermercato.

Meditate gente, meditate.

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martedì 3 giugno 2025

Il fiume Cecina in località "la Steccaia": il regno del cavedano

 Cari lettori, care lettrici, colgo l'occasione di una pescata serale effettuata la scorsa settimana per segnalare uno spot per la pesca del nostro amato ciprinide, con la speranza che il luogo in questione torni ad essere frequentato da amichevoli pescatori piuttosto che da loschi figuri (come avevo già denunciato in questo post un po' di tempo fa). Sto parlando del fiume Cecina ed in particolare della località "la Steccaia", un luogo a cavallo tra il comune di Montescudaio e di Riparbella, una zona a valle di una vecchia pescaia in cui il fiume presenta un alveo perfetto per praticare la pesca con esche artificiali, quindi spinning e mosca.

Un bel tipo davvero, il cavedano

Il luogo è facilmente raggiungibile in auto visto che il fiume viene attraversato dalla strada provinciale che da Cecina conduce a Volterra, anche se adesso non c'è più molto spazio dove parcheggiare rispetto ad un tempo (giusto tre posti auto). Comunque, dal piccolo parcheggio che ho segnalato (basta cliccare sul link indicato a fine post), si scende abbastanza agevolmente in alveo e da li si può iniziare l'azione di pesca "a salire" verso la pescaia od "a scendere" seguendo il corso del fiume nel suo percorso a valle. Il pescatore si troverà ad affrontare un alveo non troppo profondo, piuttosto pianeggiante, con correntine ampie e veloci nei mesi piovosi, più strette e con minor fondale nei mesi estivi, comunque sempre facilmente guadabili in più punti anche in inverno ed autunno, perché (salvo i post piena) l'acqua rimane sempre piuttosto limpida.

Come da titolo, è il regno del cavedano, presente in buon numero e con alcuni esemplari di taglia, anche se non sarà facile avere la meglio su di loro. Visto l'ampio spazio a disposizione, il mio consiglio è di affrontare lo spot con una canna di 7' e con una potenza di lancio che possa gestire esche dai 5 ai 10 grammi, variando tra cucchiaini (rotanti e non), minnows e gomme innescate con testina piombata.