martedì 22 luglio 2025

Vermi dritti cinesi in gomma (anzi, PVC)

Come ho scritto anche nel precedente post per recensire gli artificiali, qualsiasi pescatore a spinning che si rispetti negli anni ha acquistato esche in numero eccedente la reale necessità, spinto da curiosità, da leggende sulle incredibili capacità bucative o da semplice collezionismo. O anche perché banalmente costavano davvero poco, come è accaduto a me in questo specifico caso. Parlo infatti di esche acquistate in un emporio cinese, cioè in un negozio classico in cui trovi dallo spillo all'astronave a prezzi fuori mercato (in senso buono per le tasche).
Come resistere ad una busta di vermetti in gomma al prezzo di €.1,99? Direte che sono parenti stretti delle vecchie 4.000 lire (non poco per robetta in gomma di origine ignota), ma con i prezzi folli di oggi è stato come acquistare un solo verme di una busta di una marca blasonata (contro le 8 unità di questa bustina sconosciuta). Ma come spesso accade, quello che poco paghi poco vale. O forse no?!

Chinese soft stickbaits lures

La busta fronte retro
A prima vista

La busta dei vermi ha l'aspetto classico delle confezioni di esche simili, con la parte anteriore trasparente per vedere l'interno e la parte posteriore con le indicazioni di massima sull'artificiale, con tanto di scritta "Esca artificiale adatta ai grandi pesci" che fa sempre piacere. La marca stampigliata sulla confezione bianca è Royal Fisher, personalmente mai sentita nominare. Io ne ho trovati in due colorazioni, una nera ed una marrone, senza glitter od altri ammennicoli attrattivi. All'apertura l'odore non è proprio edificante. Non si può dire che puzzino di plastica (come molti prodotti cinesi), ma nemmeno che abbiano un odore aromatizzato da qualche additivo per richiami olfattivi specifici. Al tatto invece sono simili ad un esca blasonata, forse un po' meno morbidi, ma abbastanza untuosi da far comprendere che un minimo di attenzione alla loro produzione c'è stato.

mercoledì 9 luglio 2025

Apertura tardiva al persico trota. Il laghetto vicino casa non tradisce (quasi) mai

 Eccomi finalmente a scrivere della mia apertura al black bass per questo 2025. Anzi, per la prima volta da quando sono tornato a pescare a spinning anni fa, della mia prima assoluta pescata annuale al persico trota, nel senso che da ottobre dello scorso anno non avevo più imbracciato l'attrezzatura specifica per il nostro amico di origini americane. Tanto tanto tempo, davvero. Non mi era mai successo di non rompere le scatole al bass per dieci mesi consecutivi. Purtroppo l'interdizione di alcuni laghetti nelle mie zone ha limitato molto la possibilità di insidiare il black bass nelle vicinanze di casa e di conseguenza ho orientato le mie scelte alieutiche su altri obiettivi. Ma ieri sera, dopo una giornata di lavoro stressante, con il favore di un piacevole fresco vento di maestrale dopo settimane di calore insopportabile, ho deciso di recarmi ad un laghetto (sotto l'ubicazione con maps) che negli anni mi ha fatto piuttosto divertire.

Il primo persico trota di questo 2025
Il laghetto è entro il territorio comunale di Cecina ed ai cecinesi è generalmente noto come "il laghetto del Castagni", molto vicino alle cave più famose della Magona, ormai definitivamente interdette alla pesca. Visto che il presente post vuole essere una condivisione di emozioni per un amico pinnato ritrovato e di indicazioni per un itinerario di pesca sportiva, vi racconto come è andata e come personalmente ho affrontato questo spot in particolare.

martedì 24 giugno 2025

Il nasello rischia l'estinzione. La frittura di paranza è un killer silenzioso ed inesorabile

 Leggendo il Corriere.it si può trovare un interessante articolo sul merluzzo (nasello) presente nel mediterraneo, una specie che ormai sembra destinata al collasso e quindi all'estinzione. E questo perché? Perché viene pescata in modo intensivo attraverso l'utilizzo di reti a strascico, un problema della pesca che si trascina da decenni, ma che da decenni non ha ancora trovato una adeguata regolamentazione.

In realtà non sarebbe l'oggetto della pesca, ma evidentemente le attrezzature utilizzate dai pescherecci non fanno che catturare tonnellate di questo povero pesce in dimensioni minuscole (sotto i 20 cm. legali). E questi piccoli pesci finiscono nei piatti dei consumatori come pesca da frittura di paranza.

Foto di ilgiornaledeimarinai.it
Guardate bene la foto sopra perché nei prossimi anni potremmo non vederne più.

Secondo le stime più recenti dello «Scientific, Technical and Economic Committee for Fisheries», il comitato scientifico europeo che monitora lo status degli stock ittici, il nasello è la specie “demersale” (ovvero che vive in prossimità del fondale) più sovrapescata del Mediterraneo occidentale, la parte di Mare nostrum che dalle coste Italiane raggiunge la Spagna. Nelle porzioni di mare italiane, gli stock di merluzzo sono stimati intorno al 9 per cento dei livelli considerati sostenibili, ovvero per scongiurare il collasso della specie, l’attuale popolazione dovrebbe essere 10 volte più numerosa. Il principale responsabile di questa sovrappesca, secondo lo stesso documento, è la pesca a strascico, che insiste proprio sui fondali, ed è per sua natura la meno selettiva.

Questo il link all'articolo con il video del Corriere.it.