lunedì 17 marzo 2025

Un tranquillo pomeriggio sul Torrente Sterza alla ricerca dell'amico cavedano

 Finalmente torno a scrivere di pesca ed in questa occasione di pesca praticata. Evviva! Complice un sabato pomeriggio libero da impegni baciato da un tiepido sole primaverile, il vostro eroe Darth Waders si è dilettato con lo spinning al cavedano in un torrente assurto alla cronaca nel 2024 per la terribile piena che lo ha visto protagonista e che si è portata via due preziose vite, oltre ad aver causato danni economici importanti agli abitanti della zona.

Passati ormai alcuni mesi da quel dramma, sentivo la voglia di tornare a bagnare le mie esche in quelle limpide acque, giusto per riappacificarmi con quel corso d'acqua che così recentemente ha causato questi tremendi lutti e cospicue perdite economiche, ma che da ragazzo mi aveva permesso di godere di molte giornate di pesca davvero divertenti, sia a spinning che a mosca: il torrente Sterza.

Una suggestiva immagine della Sterza

A seguito dei fatti accaduti quel maledetto 24 settembre, l'alveo del corso d'acqua è stato notevolmente modificato con opere di bonifica orientate alla salvaguardia delle abitazioni e delle fattorie presenti lungo le sue sponde. L'opera dell'uomo ha però mutato così tanto l'ambiente del torrente che fare una cattura è stato tutt'altro che semplice.

Ma andiamo per ordine.

Per affrontare l'avventura ho scelto di utilizzare l'attrezzatura dedicata normalmente alle trote dei piccoli torrenti, quindi una canna di 1,80 metri adatta a lanciare esche fino ad un massimo di 7 grammi ed a sostenere tranquillamente il recupero di cucchiaini in corrente. E naturalmente ho utilizzato gli artificiali dotati di ami singoli senza ardiglione già pronti per le acque a salmonidi. In fin dei conti, visto che l'intenzione è quella di rilasciare il pescato sempre e comunque, è giusto cercare di arrecare meno danni possibile ai nostri amici pinnati, salmonidi o ciprinidi che siano.

Giunto sul luogo l'impressione iniziale è stata però sconfortante, lo ammetto. Le escavazioni per abbassare l'alveo sommate alle fortificazioni degli argini, hanno reso il luogo assolutamente innaturale, con tratti molto lunghi in cui il torrente scorre dritto e veloce, con una profondità di pochi centimetri. Quindi zone assolutamente impraticabili per i pescatori e sicuramente impoverite di fauna ittica. Tengo a precisarlo: non lo dico come critica alle opere fatte, ma come semplice constatazione.

Un bel cavedanello pisano

Comunque un buon spinningofilo non deve mai farsi prendere dallo sconforto, ma deve armarsi di santa pazienza andando alla ricerca dello spot giusto in cui fare il lancio perfetto, fosse anche necessario scarpinare per chilometri. Questo perché in giornate climaticamente amichevoli, come quella che stavo vivendo, è piacevole anche il solo camminare nella natura, godendo dell'aria pulita, del sole caldo e di tutto ciò che normalmente si perde rinchiusi dentro un ufficio durante la settimana lavorativa.

Così ho proseguito nella ricerca delle poche buche presenti. Ripensandoci mentre scrivo, ci vorrà almeno un altro anno se non di più affinché si tornino a ricreare i famosi "laghetti" nei punti in cui il torrente ha un pronunciato dislivello od affronta una curva. La nota positiva è che la trasparenza dell'acqua, nonostante gli scavi in alveo, è rimasta quella di un tempo. Questa caratteristica però è un arma a doppio taglio per il pescatore. Infatti alla prima buca sono stato bravissimo a far scappare il primo pesce avvistato nella giornata. Così l'approccio alla seconda buca, circa mezzo chilometro più avanti, è stato molto più attento e circospetto. Eeeehhh taac! Al primo lancio ho incannato il cavedanello della foto sopra. Un momento di grande gioia per me.

Una delle poche buche rimaste nel tratto affrontato
In queste situazioni, cioè quando il torrente presenta buche poco estese, con acqua limpida, poca corrente ed assenza di vento, anche se ci fossero più pesci presenti nello spot conviene subito cambiare aria. Catturare un secondo cavedano dopo averne incannato uno che ha fatto il diavolo a quattro è più difficile che riuscire a pescare un salmone dentro la fontana nel centro del paese. E così, fotografato e liberato l'amico cavedano, ho ripreso il cammino in direzione della buca successiva.

Buca successiva che si è palesata dopo più di un chilometro fatto a piedi, sotto al sole, indossando gli stivaloni, carico di un giubbotto farcito di scatoline di esche e guadino attaccato alla schiena, con canna in mano, camminando con fatica su un fondo acciottolato davvero molto scomodo sul quale passeggiare e con la bottiglia d'acqua dimenticata in auto. Top! Naturalmente qualche lancio ho provato a farlo in quei rari punti il cui il torrente acquistava almeno dieci centimetri di profondità, ma il risultato (immaginabile) è stato pari a zero.

Poi di fronte a me si è presentato il placido luogo fotografato sopra. Visto la fatica nel raggiungerlo ho cercato di giocarmela alla grande, facendo il primo lancio molto lontano dall'acqua, per poi avvicinarmi in ginocchioni con l'intento di lanciare progressivamente sempre più vicino al masso e quindi alla maggiore profondità. L'approccio da guerrigliero ha dato fortunatamente i suoi frutti. Al quinto lancio, quello più prossimo alla vera è propria buca, ho stimolato il cavedano proprietario indiscusso di quei pochi metri cubi d'acqua, tanto da convincerlo all'attacco dell'esca. Una bella abboccata, violenta e decisa, ha fatto sfrizionare il mio mulinello ed ha fatto godere grandemente il mio ego da pescatore.

Un cavedano pisano pasciuto e combattivo

"Tutto molto bello" avrebbe esclamato Bruno Pizzul, al quale va un affettuoso pensiero. Due difficilissimi cavedani catturati, qualche impegnativo chilometro percorso a piedi, tanta aria buona respirata e tre ore di assoluta pace goduta nell'accogliente natura della Provincia di Pisa in questo marzo pazzarello. Un tonico corroborante contro il logorio della vita moderna.

Ricapitolando, ecco le coordinate per il pescatore che volesse affrontare il torrente Sterza:

  • canna 180 cm.
  • potenza 3 - 5 grammi
  • monofilo 0,22 o trecciato 0,06
  • esche minnows, cucchiaini rotanti
  • stivali a coscia (o waders)

Prima però di tornare a casa, non potevo esimermi dal fare una bella merenda rinvigorente nel famoso bar alimentari de "La Gabella". Anche questa attività ha sofferto dell'alluvione di settembre 2024, con ingenti perdite economiche e vari mesi di chiusura forzata. Ma i proprietari hanno reagito, anche grazie alla solidarietà delle persone che frequentano abitualmente questa attività di fondamentale importanza per gli abitanti della zona, essendo anche l'unico negozio di alimentari aperto per decine di chilometri.

Un immagine de La Gabella presa da Google

Il mio consiglio spassionato? Se siete in zona, cioè tra Casino di Terra e Canneto, fermatevi. Oltre a poter effettuare acquisti di generi alimentari o consumare bevande classiche da bar, si possono degustare squisiti panini imbottiti preparati sul momento con saporiti affettati di ogni tipo (anche di selvaggina) e formaggi di qualità, nonché l'ottimo tagliere, con il quale i gestori vi faranno assaporare le delizie del loro banco davvero ben assortito. Oltre a far godere il palato, darete così una mano al rilancio di un attività che si merita di rimanere aperta, sia per l'impegno dei proprietari che per la qualità degli alimenti in vendita. Segnatevelo: bar alimentari "La Gabella", nel comune di Montecatini Val di Cecina (PI).

Così si è conclusa la mia giornata di pesca, una di quelle che riconciliano con questa passione e con il mondo intero. Spero di poterne vivere molte altre in questo 2025 che mi auguro sia nato sotto il segno della pesca.

Alla prossima!

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